Lagarde: «Incertezze elevate» Ma Wall Street è ancora record
Piazza Affari incamera un altro +1,05% e supera la soglia dei 24.500 punti
Wall Street ha aggiornato a livello intraday il record con l’indice S&P 500 che per la prima volta nella storia ha sfiorato i 3.350 punti. Dall’altra parte dell’Oceano, il Dax 30 tedesco (forte di un rialzo nell’ultima seduta dello 0,72%) è tornato a poco meno di un punto percentuale dal proprio massimo. Quanto a Piazza Affari, in virtù del +1,05% archiviato ieri, si è portata sui livelli di 21 mesi fa, riportando l’asticella nuovamente oltre la soglia dei 24.500 punti. A giudicare dalla ripresa degli acquisti sull’azionario nelle ultime sedute - siamo al quarto rialzo fila tanto in Europa quanto negli Usa - gli effetti del coronavirus sul rallentamento dell’economia preoccupano un po’ meno rispetto al clima che si respirava sui mercati finanziari fino a pochi giorni fa.
Questo perché al flusso di notizie che alimentano il nemico numero uno degli investitori - l’incertezza - e che anche ieri hanno spinto l’oro in rialzo (+0,6% a 1.565 dollari l’oncia) si stanno affiancando novità da “bicchiere mezzo pieno”. Mentre gli scienziati stanno lavorando senza posa al vaccino - si confida in una riduzione a poche settimane dei tempi medi di sviluppo che invece nella peggiore delle ipotesi potrebbero attestarsi nell’arco di 2-3 anni - è stato in particolare l’annuncio da parte di Pechino del taglio dei dazi su 75 miliardi di prodotti Usa importati a partire dal 14 febbraio a dare nuovo slancio al clima di appetito al rischio. La riduzione delle tariffe si potrebbe inserire in un pacchetto abbinato di stimoli fiscali e monetari con cui la Cina potrebbe provare ad arginare il rischio di un rallentamento della crescita, che avrebbe un impatto sistemico (la Cina ad oggi contribuisce al Pil mondiale per quasi il 20% mentre nel 2003, ai tempi della Sars, il suo contributo alla domanda aggregata mondiale era intorno al 6%). La notizia del taglio dei dazi cinesi è stata ben accolta da Wall Street che ha inoltre beneficiato di nuovi dati macro che allontanano la prospettiva di una recessione allungando invece i tempi di questo straordinario ciclo espansivo che ha ormai superato due lustri di fila: le nuove richieste settimanali di sussidio di disoccupazione negli Usa sono scese a 202mila da 217mila, meno delle attese (215mila).
Sul fronte tassi gli effetti del corona virus si stanno comunque facendo sentire. Da metà gennaio sono già 12 le banche centrali che hanno effettuato una sforbiciata al costo del denaro: ieri le Filippine, due giorni fa il Brasile dopo Islanda e Thailandia. Intanto i rendimenti dei bond europei sono rimasti sostanzialmente stabili con lo spread BTp-Bund a 133 punti, confermatosi sui minimi da ottobre. Per gli analisti di Jp Morgan “quota 100” potrebbe essere vicina. Tra i record dell’ultima seduta si segnala il calo di quattro punti base del tasso decennale greco, all’1,14%, il livello più basso della storia per Atene.
Sul momento attuale è intervenuta Christine Lagarde, presidente della Bce, dinanzi al Parlamento europeo. «Ci sono segni indicativi di stabilizzazione dell'economia, anche se le incertezze globali restano elevate quelle relative alle tensioni Usa-Cina stanno calando, tuttavia persistono altri rischi che costituiscono fonte di preoccupazione, come l'incertezza sull'impatto del coronavirus». Lagarde ha aggiunto che «l'economia della zona euro continua a richiedere il sostegno della politica monetaria che fornisce uno scudo dai venti globali negativi».
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