Pontremoli: «Solo le persone possono fare la differenza»
Fattore I o fattore U? Servono più investimenti in tecnologie e innovazione o uomini con competenze digitali? «Serve il fattore “U” di uomini con teste agili e trasversali per gestire la “I”, ma la “I” di incertezza, non la “I” di investimenti e innovazione, perché i nuovi modelli aziendali orientati alla flessibilità ci impongono di lavorare in un contesto che cambia continuamente e dove le tecnologie sono già a disposizione di tutti a prezzi accessibili. Solo le persone possono fare la differenza». Così Andrea Pontremoli, ceo e general manager di Dallara, riprende le parole chiave del progetto presentato ieri a Bologna da Banca Ifis e sintetizza la ricetta del successo non solo del brand di Varano de’ Melegari, ma del modello Emilia. E riprende l’esempio unico nel panorama internazionale di Muner, la Motorvehicle University of EmiliaRomagna
(di cui Pontremoli è presidente), «frutto della capacità di fare sistema e di unire attorno a un progetto i competitor delle due e quattro ruote (Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati, Pagani e Toro Rosso, ndr) e i quattro rettori delle università della via Emilia per attrarre i migliori talenti al mondo e formare i super ingegneri del domani», spiega il ceo di Dallara, 700 dipendenti, 129 milioni di fatturato nel 2019. La parola innovazione non può fare di collaborazione con il mondo delle scuole, ribadiscono le altre tre Pmi eccellenti intervenute ieri al convegno di Banca Ifis: l'azienda bolognese di spedizioni internazionali Fürlog, l'azienda meccanica forlivese Cangini Benne, la creative digital agency parmense Caffeina.