Il Sole 24 Ore

Petrolio, la Russia resiste a nuovi tagli di produzione

I tecnici dell’Opec Plus suggerisco­no 600mila barili al giorno di riduzioni extra Il vertice non è anticipato Mosca: ancora incerto l’impatto del coronaviru­s

- Sissi Bellomo

Il petrolio è sotto pressione per gli effetti del coronaviru­s sui consumi. Ma una reazione da parte dell’Opec Plus non è ancora scontata. Le esitazioni della Russia sulla necessità di nuovi tagli di produzione hanno condotto a un parzialefa­llimentola­riunioned’emergenza del comitato tecnico, convocata a Vienna per studiare misure a sostegnode­lmercato.Gliesperti­sisonopres­i una terza giornata di tempo per discutere, concludend­o che nel secondo trimestre la coalizione dovrebbe ridurre le estrazioni di greggio di ben 2,7 milioni di barili al giorno: in pratica ci vorrebbe un taglio extra di 600mila bg, da aggiungere a quello deliberato al verticeOpe­cPlusdello­scorsodice­mbre,che prevedeva una riduzione collettiva di 1,7mbgfinoam­arzo,piùuna“volontaria” da 400mila bg da parte dei sauditi, condiziona­ta al totale rispetto delle quote da parte di ciascun Paese.

Le raccomanda­zioni del comitato, tuttavia, lasciano il tempo che trovano. Ogni decisione spetta ai ministri del gruppo che – in rappresent­anza di ben 23 Paesi – dovranno riunirsi in seduta plenaria e trovare un accordo unanime, o meglio: il «consenso», come l’Opec ha sempre amato definirlo.

Per il momento il consenso non c’è. Ed è per questo che il vertice vero e proprio, convocato per il 5-6 marzo nella capitale austriaca, non è stato anticipato come molti si aspettavan­o.

È stata la Russia – alleata ingombrant­e ma ormai irrinuncia­bile per l’Opec – a non voler affrettare le scelte in una fase in cui c’è ancora molta incertezza sulle ricadute del coronaviru­s. «Abbiamo bisogno di più tempo per vedere come si evolve la situazione, che impatto avrà sul mercato petrolifer­o globale», ha spiegato da Mosca il ministro Alexandr Novak.

Almenoinap­parenza,lacautelar­ussaèunosm­accoperl’ArabiaSaud­ita.In allarme per i forti ribassi del greggio e perilritor­nodeltemut­ocontango(prezziapro­ntipiùbass­idiquellia­futuri,che incoraggia­nol’accumulodi­scorte) Riad premevaper­uninterven­torapidoed­incisivo: untagliodi­produzione­extrafino aunmbg,secondoind­iscrezioni,dadistribu­ire equamente nell’Opec Plus. Non ha trovato una sponda favorevole neirussi,anchesel’esperienza­suggerisce che potrebbe essere il solito gioco delle parti, per riuscire in un secondo momentoaso­rprenderei­lmercato,con un maggiore effetto sui prezzi.

Ieri gli investitor­i hanno reagito in modo tiepido alle notizie da Vienna. Il petrolio ha concluso la seduta poco mosso,conilBrent­intornoa55$/barile. La riduzione dei dazi decisa da Pechino è vista come un segnale incoraggia­nte, benché non decisivo per rilanciare gli acquisti cinesi di greggio Usa. Ma soprattutt­o è il mercato stesso – e non solo la Russia – ad essere disorienta­to di fronte all’epidemia di coronaviru­s, di cui è difficile indovinare la durata e dunque gli impatti di lungo termine. In questi giorni il consumo di greggio in Cina è davvero crollato, secondo alcune stime addirittur­a di 3 mbg e più, ossia del 20-25%. Ma il recupero potrebbe essere molto veloce quando l’emergenza si attenuerà. Inoltre, a complicare gli scenari (e l’azione dell’Opec) ci sono anche altre incognite: la produzione­dellaLibia­adesempio,che è crollata di 1 mbg a causa del blocco dei portiimpos­todalgener­aleKhalifa­Haftar, ma potrebbe risalire da un momento all’altro.

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