Riforma Antitrust, quattro Paesi europei premono sulla Vestager
Poco più di due mesi dopo l’insediamento della nuova Commissione europea, quattro paesi membri – la Germania, la Francia, la Polonia e l’Italia – sono tornati a chiedere una riforma del diritto della concorrenza, in modo da adattarlo a due grandi fenomeni: la digitalizzazione e la globalizzazione. Il tema è quello dei campioni europei e dell’opportunità di favorire la nascita di grandi società di peso continentale per meglio affrontare la concorrenza cinese.
I quattro paesi hanno scritto una lettera alla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager esortandola a presentare una bozza di riforma, così come chiesto in estate da Parigi, Berlino e Varsavia. Da allora, ai tre paesi si è aggiunta anche l’Italia. Nella loro missiva, i quattro governi chiedono che sia adottato un «piano di lavoro nelle prossime settimane con proposte concrete e regole per fronteggiare problemi specifici».
La lettera dei ministri Peter Altmaier per la Germania, Bruno Le Maire per la Francia, Stefano Patuanelli per l’Italia e Jadwiga Emilewicz per la Polonia fa una disamina della situazione. Ai loro occhi, si tratterebbe di ridefinire il concetto di «mercato rilevante» quando si tratta di giudicare fusioni e acquisizioni, «prendendo meglio in considerazione l’intervento pubblico di paesi terzi» nel contesto globale. L’obiettivo è di contrastare «comportamenti potenzialmente abusivi di attori provenienti da fuori l’Unione europea».
Nel contempo, i quattro ministri esortano la Commissione europea ad adattare le regole della concorrenza al settore digitale, nel quale l’economia dei dati sta avendo un ruolo sempre maggiore. La richiesta è che siano identificati i «soggetti sistemici» che possono essere oggetto di «scrutinio specifico e se necessario a un quadro di regole specifiche». Secondo i ministri, la definizione di un quadro per la regolamentazione delle «piattaforme digitali di evidente importanza per la concorrenza a livello europeo» è un tema «altamente prioritario».
Addirittura, nella loro lettera, i quattro governi danno alla signora Vestager fino a metà anno perché metta nero su bianco una proposta di revisione delle regole. Le suggeriscono anche di aprire le porte della direzione generale concorrenza ad esperti provenienti da altre direzioni generali della Commissione europea. C’'è di più. I quattro ministri immaginano un ruolo più forte del Comitato consultivo per il controllo delle fusioni «in modo da permettere discussioni più ampie con gli Stati membri».
I toni della lettera sono cortesi ma fermi; lasciano trasparire impazienza. Parigi e Berlino non hanno digerito la decisione dell’anno scorso da parte di Bruxelles di bocciare la fusione tra Siemens e Alstom. In una recente intervista al Sole 24 Ore, il commissario all’industria Thierry Breton si è fatto portavoce dei paesi che chiedono una revisione del diritto della concorrenza, citando in particolare la ridefinizione del concetto di mercato rilevante (si veda Il Sole 24 Ore del 17 gennaio).
Il tema è delicato, e incrocia sensibilità complesse. Parigi è certamente interventista, ma è apparsa fredda in questi mesi nel difendere l’accordo tra Fincantieri e Chantiers de l’Atlantique. Berlino ha espresso timori per la concorrenza sleale cinese, ma è preoccupata all’idea di una rivoluzione che metta in dubbio la libera concorrenza. Ieri una portavoce della signora Vestager, esponente danese tradizionalmente attenta al diritto dei consumatori, ha spiegato di non essere in grado di fornire indicazioni in merito al calendario perché le discussioni interne sono ancora in corso.
Documento congiunto di Italia, Francia, Germania e Polonia sulla revisione delle regole