Bonomi: basta isteria regolatoria, delusi da governi che non ci ascoltano
Il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi: «Il Paese è fermo, bloccato da continui ricorsi e decisioni discordanti o interpretazioni diverse di norme»
Le imprese sono frustrate da «isteria e schizofrenia regolatoria» quando si parla di industria: lo ha detto il presidente di Assolombarda Bonomi in un incontro con il ministro dello Sviluppo Patuanelli. E siamo delusi - ha aggiunto - dai governi che non ci ascoltano.
Dalla necessità di realizzare le infrastrutture al bisogno di utilizzare tutte le risorse a disposizione; dall’ «isteria regolatoria» al rischio di una deriva giustizialista nel paese; dagli «inutili bonus elettorali» all’esigenza di ridurre la pressione fiscale. Sono i temi principali toccati dal presidente di Assolombarda Carlo Bonomi durante l’incontro con il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (M5s), avvenuto ieri nella sede degli industriali milanesi.
«L’isteria e la schizofrenia regolatoria della politica, quando si parla di industria, è per il sistema produttivo fonte di frustrazione - dice Bonomi La politica deve maturare la consapevolezza rispetto a ciò che serve per la crescita vera e stabile». Ecco dunque le proposte - oltre alle critiche degli industriali di Milano e del territorio circostante (proprio ieri è stata ufficializzata la fusione tra Assolombarda e Confindustria Pavia).
La produzione e i governi «deludenti». «Da due anni chiediamo ai governi più attenzione ai segnali di frenata interna e internazionale. La produzione industriale è tornata a registrare un segno negativo, il peggior risultato dal 2014. Siamo reduci da due anni di gelata degli investimenti privati, che grazie a Industria 4.0 avevano invece preso a crescere. Ma le decisioni dei governi di ibernarla, per poi riproporla modificata, si sono rivelate pesanti errori».
I pregiudizi contro le imprese. Si sono visti, a detta di Bonomi, nel caso Ilva, durante l’ideazione della Plastic e Sugar Tax, o nei «confusi disegni di nazionalizzazione per Alitalia o negli annunci di riforme dell’Irpef».
L’isteria decisionale. «La vediamo quando parliamo di infrastrutture. Non verrà più realizzato il collegamento Vigevano-Abbiategrasso, per noi così importante, visto che in questo paese una delibera Cipe può essere poi bloccata da un Tar - argomenta Bonomi - È un Paese fermo. Siamo bloccati da continui ricorsi e decisioni discordanti o interpretazioni diverse di norme».
Il sistema fiscale, gli incentivi alle imprese e la deriva giustizialista. «C’è una preoccupante deriva giustizialista nel paese, anche nel settore tributario, a proposito del quale si parla di una possibile riforma - dice Bonomi - In realtà dovremmo fare una riflessione complessiva sulla tassazione: andrebbe abolita l’Irap, che non ha più motivo di esistere, rivista l’Ires, valutare il sistema delle rendite finanziarie e rendere soprattutto strutturali gli incentivi alle imprese. E comunque è necessario tornare a parlare con i corpi intermedi per le riforme e pensare al fisco non solo come gettito ma anche come elemento di competitività».
No ai «bonus elettorali». Quello che il presidente di Assolombarda sottolinea è la necessita di rinunciare alla “lusinga” della politica prima delle elezioni: «Non servono bonus elettorali, ma risolvere i problemi e puntare alla produttività».
L’auspicio degli industriali è che il governo punti ad un piano nazionale per rilanciare la produttività. Bonomi parla di un vero e proprio «piano nazionale plurisettoriale» per tutti i settori, a cominciare dall’offerta di servizi sia pubblica che privata.
Per quanto riguarda i fatti di cronaca più recenti, ovvero la messa in liquidazione della compagnia aerea Air Italy, la ricetta degli industriali è «uno Stato che gravi meno i vettori con imposte come l’addizionale di 7 euro su ogni passeggero imbarcato o l’imposta regionale sul rumore dei velivoli, e una regolazione delle tariffe aeroportuali che non distingua più tra regimi diversi per hub e aeroporti nazionali o regionali, che mortificano gli investimenti».
Infine, un riferimento alla politica estera: «Per noi imprenditori, che ci misuriamo sui mercati e nel mondo, l’Italia non è il luogo in cui ci si riconosce solo tra simili - conclude Bonomi - come vorrebbe una certa concezione di nazionalismo che non ci piace».
L’appello delle imprese: non servono bonus elettorali ma risolvere i problemi e puntare alla produttività