La genovese Omp leader in pista: conquistata l’americana Bell
Auto. Nasce il leader globale di attrezzature, abbigliamento e componenti di sicurezza destinati alle corse automobilistiche
Nasce a Genova il più importante gruppo al mondo nel campo dei componenti di sicurezza per il motorsport. L’italiana Omp racing di Ronco Scrivia, ai vertici mondiali nell’equipaggiamento di safety per gli sport automobilistici, ha acquisito infatti il controllo del gruppo californiano Bell racing, che produce caschi per Formula 1 e Formula E (propulsione elettrica). Primo obiettivo: far debuttare lazienda americana nel mondo dei rally. Ad annunciare l’operazione è stato ieri il presidente e ceo di Omp, Paolo Delprato, che l’ha presentata alle istituzioni genovesi e liguri, nel corso di un incontro organizzato ad hoc, presso lo spazio di Terrazza Colombo, a Genova.
Delprato, ora presidente anche di Bell, ha spiegato che Omp, quasi contestualmente, ha acquisito Zeronoise, una startup nata pochi mesi fa e specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi elettronici per il motorsport: in particolare quelli di comunicazione dei piloti.
Per comprendere l’entità dell’operazione basti ricordare che il gruppo Bell racing, nella stagione automobilistica 2019, ha fornito caschi a 11 dei 20 piloti di Formula 1, compresi Lewis Hamilton, Charles Leclerc e Kimi Raikkonen, oltre a 15 piloti su 24 della Formula E.
Zeronoise, da parte sua, ha sviluppato e brevettato il sistema driver’s eye, omologato Fia, costituito da un casco con telecamera capace di trasmettere in diretta, unico al mondo, le immagini della visuale del pilota durante la gara. Il driver’s eye poche settimane fa ha debuttato in Formula E, sul circuito di Santiago del Cile.
A spiegare l’operazione messa a punto con Bell è lo stesso Delprato. «Con questa acquisizione – dice – abbiamo dato vita al più importante gruppo mondiale nell’industria dell’equipaggiamento di sicurezza per il motorsport. E lo abbiamo fatto unendo due brand iconici dell’automobilismo. Prevediamo di sviluppare notevoli sinergie, mantenendo l’operatività nelle sedi produttive e commerciali di entrambi i marchi: in Italia, Bahrein, Belgio, Lussemburgo e Stati Uniti».
Bell, ricorda ancora Delprato, «è un brand storico, nato in Usa nel 1954. Ha fornito e fornisce caschi ai più famosi piloti del mondo: da Ayrton Senna a Michael Schumacher, fino ad Hamilton, Leclerc e Raikkonen, solo per citarne alcuni».
Insieme Bell e Omp, prosegue, «totalizzano 40 milioni di euro di vendite aggregate. E contano 320 dipendenti, la maggior parte dei quali nelle sedi produttive di Bahrain e Ronco Scrivia (dove lavorano più di 100 persone, ndr). Omp, nel 2019, ha raggiunto un fatturato di circa 27 milioni, in crescita per il sesto anno consecutivo; i ricavi di Bell valgono circa la metà». L’azienda genovese, inoltre, a fronte di un Ebitda margin che si è attestato a oltre il 17% dei ricavi, prevede una crescita del fatturato a doppia cifra anche nel 2020.
«Uno dei nostri obiettivi – sottolinea Delprato – ora è portare Bell nel settore dei rally, dove oggi non è presente, dotando i caschi del sistema di comunicazione sviluppato da Zeronoise. Nei rally infatti è essenziale che il pilota e il co-pilota possano comunicare nel modo migliore». Grazie all’operazione, inoltre, tornerà nel gruppo, come socio di minoranza e ceo di Bell racing, Stephane Cohen, fondatore dell’impresa statunitense.
La storia aziendale di Omp racing nasce nel 1973, quasi per caso, grazie ai fratelli Percivale, che ne sono i fondatori. Appassionati di corse automobilistiche e, in particolare, dello slalom Mignanego-Giovi (dove gareggiò anche Tazio Nuvolari), avevano bisogno di un rollbar per la loro auto. Li aiutò il padre ferroviere, il quale li rifornì di tubi per le traversine che vennero piegati e, in mancanza di una saldatrice, imbullonati dai fratelli. Da lì i Percivale iniziarono a produrre i rollbar, che erano richiesti anche da altri piloti, e poi accessori, sedili, cinture di sicurezza, volanti e impianti di estinzione.
Nei primi anni ’80, anche a seguito dell’incidente di Niki Lauda a Nürburgring (1976), la Fia impose l’obbligo di abbigliamento tecnico ignifugo e Omp iniziò a produrre tute. La fama di queste è dovuta a un altro incidente: quallo di Gerhard Berger nel 1989 a Imola, alla curva del Tamburello. L’auto del pilota prese fuoco e la tuta garantiva una durata di pochi secondi nelle fiamme vive. Berger resto intrappolato nell’abitacolo ben 30 secondi. Uscì però vivo e con pochi danni. A proteggerlo, una tuta della Omp. Il marchio che divenne, così, graditissmo ai piloti.
Nel 2003, con la morte di Piergiorgio Percivale, l’azienda resta agli altri fratelli a alla sorella; in pochi anni perde smalto e viene messa in vendita. La compra, nel febbraio 2008, dopo una trattativa durata un anno, la Saye, società dei fratelli Alberto e Palo Delprato, supportata da Mps Venture, col 31%, e Federico Minoli, col 18% (entrambi poi usciranno). Roberto Percivale, che avrebbe dovuto continuare a guidarla, dopo pochi mesi se ne va. E Paolo Delprato diviene ad.
«L’arrivo della crisi del 2008 – spiega - con le aziende competitor che tiravano un po’ i remi in barca, per noi si è trasformato in un’opportunità. Abbiamo continuato a investire in ricerca e sviluppo e nel 2010 siamo tornati in Formula 1 con Renault, con l’abbigliamento e le cinture di sicurezza prodotte a Ronco Scrivia. Poi, nel 2013, Volkswagen ha scelto Omp come partner per il suo rientro nel mondo dei rally, dove ha poi vinto quattro mondiali. Successivamente sono nate le collaborazioni con Mercedes in Formula 1 e con Toyota nei rally con due titoli mondiali».
Insomma, Omp fa parte di quell’eccellenza del made in Italy che opera, a livelli mondiali, nel motorsport e racchiude grandi marchi come Brembo per i sistemi frenanti, Pirelli per le gomme e Pmi quali Sparco, Stilo, Sabelt e Alpinestar.
Uno degli obiettivi su cui punta l’azienda è far entrare i caschi americani nel mondo delle corse di Rally