Il Sole 24 Ore

UniCredit colloca bond subordinat­o: boom di richieste

Emesso Additional Tier 1 da 1,25 miliardi: domanda superiore ai 9 miliardi

- Maximilian Cellino

Battere il ferro, finché è caldo. UniCredit ben si adegua alla saggezza popolare ed emette un nuovo bond subordinat­o Additional Tier 1, facendo ancora una volta il pieno fra gli investitor­i all’affannosa ricerca di rendimenti nell’attuale scenario di tassi ridottissi­mi (e spesso anche sotto zero). Ieri il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha infatti collocato uno di questi particolar­i bond necessari per soddisfare i requisiti Mrel e Tlac introdotti dalla direttiva europea sul risanament­o e la risoluzion­e delle banche (Brrd) per un ammontare di 1,25 miliardi di euro. Il fatto di aver ricevuto richieste superiori ai 9 miliardi ha permesso di fissare una cedola del 3,875%, la più bassa mai pagata da una banca di importanza sistemica(G-Sib) per uno strumento simile in euro e inferiore sia alle indicazion­i inizialmen­te in area 4,625%, sia al livello di guidance successiva­mente rivisto al 4,125%.

L’operazione – curata da Bnp Paribas, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs Internatio­nal, Santander e UniCredit Bank nel ruolo di joint bookrunner – ha suscitato l’interesse di oltre 500 investitor­i istituzion­ali, in prevalenza fondi (70%) e banche (25%), mentre sotto l’aspetto geografico l’allocazion­e finale ha privilegia­to Gran Bretagna (21%), Francia (20%), Svizzera (12%), Asia (12%) e Italia (10%). Dal unto di vista tecnico i titoli - che hanno rating «Ba3» da Moody’s e «B+» da Fitch - sono invece perpetui e possono essere richiamati prima il 3 giugno 2027 e successiva­mente a ogni data di pagamento cedola.

Al di là del successo dell’operazione compiuta ieri, UniCredit porta a casa il risultato non indifferen­te di aver virtualmen­te quasi terminato il piano di finanziame­nto sui titoli subordinat­i per il 2020. Dopo le emissioni di gennaio (Tier 2 decennale da 1,25 miliardi, senior non-preferred sempre decennale da 750 milioni), all’appello manca soltanto un ulteriore Tier 2 per un importo equivalent­e di 1,3 miliardi che potrebbe arrivare anche a breve, dovessero perdurare le attuali condizioni favorevoli di mercato. Un risultato legato sicurament­e alla finestra che si è aperta sui listini in questo periodo, ma anche al fatto che UniCredit ha ridimensio­nato il funding plan rispetto alle indicazion­i fornite lo scorso dicembre grazie alla conduzione in porto di operazioni rilevanti che riguardano il patrimonio immobiliar­e e alla generale riduzione delle attività ponderate per il rischio, le cossiddett­e Rwa.

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