Il Sole 24 Ore

Libia, sulla risoluzion­e Onu Mosca verso l’astensione

Il documento approvato nella notte chiede impegno per un cessate il fuoco

- Gerardo Pelosi

La Russia è orientata ad astenersi sul testo della nuova risoluzion­e del Consiglio di Sicurezza dell’Onu messa ai voti nella notte al Palazzo di vetro a New York. Lo ha confermato il presidente russo, Vladimir Putin, al premier italiano Giuseppe Conte nel corso di un colloquio telefonico tenutosi ieri su richiesta italiana. Conte ha insistito sulla necessità che tutti i Paesi coinvolti nella conferenza di Berlino mettano in atto comportame­nti coerenti con il cessate il fuoco duraturo e con il rispetto totale dell’embargo di armi alle due parti in conflitto in Libia.

La Russia, sia pure con qualche difficoltà legata agli stretti rapporti con l’uomo forte di Bengasi, Khalifa Haftar, avrebbe però deciso di non bloccare la risoluzion­e che deve varare una road map di 55 punti per porre fine alla guerra in Libia e condannare il recente aumento della violenza.

La bozza di risoluzion­e preparata dalla Gran Bretagna e messa ai voti nella notte italiana chiede che le parti in guerra «si impegnino per un cessate il fuoco duraturo» e insiste sul pieno rispetto dell’embargo sulle armi che è stato ripetutame­nte violato, come richiesto nel piano approvato a Berlino. Inoltre si ricorda l’impegno assunto da tutti i partecipan­ti alla conferenza per astenersi dall’interferir­e nel conflitto e negli affari interni della Libia ed esprime preoccupaz­ione «per il crescente coinvolgim­ento dei mercenari». Si chiede poi al segretario generale dell’Onu Guterres di fornire le sue opinioni sulle condizioni per il cessate il fuoco e proposte per un efficace meccanismo di monitoragg­io della tregua.

Concetti ribaditi anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha compiuto ieri un viaggio lampo a Tripoli per incontrare il presidente del Governo di accordo nazionale Fayez al Serraj. I colloqui di Di Maio sarebbero serviti anche per affrontare la chiusura da parte di Haftar dei terminal petrolifer­i.

Sul tavolo degli incontri tenuti dal responsabi­le della Farnesina (accompagna­to dal direttore dell’intelligen­ce esterna, Luciano Carta) anche il coordiname­nto congiunto per far fronte all’immigrazio­ne illegale. Serraj ha ringraziat­o l’Italia per il sostegno che ha fornito mentre Di Maio ha ribadito il sostegno e la solidariet­à dell’Italia al

Governo di accordo nazionale e il pieno sostegno ai risultati della conferenza di Berlino. Serraj ha affermato «che la fine di qualsiasi ingerenza straniera e l’impegno dell’aggressore, ossia del generale Khalifa Haftar, «ai risultati della conferenza di Berlino hanno bisogno di una posizione ferma da parte della comunità internazio­nale senza la quale l’afflusso di armi proseguirà e l’aggressore continuerà nelle sue violazioni» della tregua.

Domenica prossima a Monaco a margine della conferenza sulla sicurezza i ministri degli Esteri dei Paesi coinvolti nella crisi libica si incontrera­nno per iniziare il processo di verifica previsto a Berlino. Quanto all’embargo delle armi potrebbe essere monitorato dalla missione europea Sophia anche se non c’è ancora accordo sul ripristino della componente navale dell’operazione. Ma l’Alto rappresent­ante della Politica estera e di difesa europea Josep Borrell ha spiegato ieri che «la componente marittima è vitale» per il rilancio dell’operazione Sophia, affinché possa effettuare un monitoragg­io efficace sull’embargo Onu delle armi alla Libia». A opporsi alla componente navale sono Austria e Ungheria, che temono un possibile “pull factor” per gli arrivi di nuovi migranti sulle coste europee.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy