Incontro Di Maio-Haftar su confini e terrorismo
Dopo Tripoli, Bengasi. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che mercoledì aveva incontrato il premier del governo di accordo nazionale libico, Fayez al-Serraj, confermandogli il sostegno dell’Italia, ieri ha visto invece l’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar. Insieme, fa sapere l’ufficio stampa del comando dell’Esercito nazionale libico (Lna), «hanno parlato dei mezzi per proteggere i confini marittimi, prevenire l’infiltrazione di elementi terroristici e gruppi criminali attraverso i confini e combattere contro il terrorismo in generale». Haftar avrebbe anche elogiato gli sforzi compiuti dal governo italiano per risolvere la crisi libica. Da parte sua, Di Maio ha scritto su Facebook di aver «ribadito che l’Italia non accetta alcuna interferenza esterna e che bisogna lavorare con impegno per un cessate il fuoco permanente».
E tuttavia proprio il cessate il fuoco concordato in gennaio alla Conferenza di Berlino, e ora confermato in una risoluzione delle Nazioni Unite, è costantemente violato dalle parti. Ieri testimoni hanno registrato nuovi combattimenti a sud di Tripoli tra le truppe del governo e quelle di Haftar. Mentre lo scalo di Mitiga, l’unico aeroporto operativo a Tripoli, è stato riaperto in serata dopo essere stato chiuso ieri mattina a causa di un attacco delle forze di Haftar.