Da Leonardo a Fca stop and go condiviso con i sindacati
I grandi stabilimenti si mettono in sicurezza per poi ripartire Parte nella produzione il protocollo d’emergenza di imprese e sindacati
Fermarsi oggi, d’intesa con i sindacati, mettere in sicurezza, per ripartire prima e meglio. Sembra questo il filo rosso che unisce i grandi stabilimenti produttivi del paese. Non mancano le eccezioni e le proteste dal Piemonte alle Marche, alla Puglia, ma si moltiplicano anche le storie dove, allo sciopero si sostituiscono la trattativa e le intese sindacali, per gestire questa inedita emergenza sanitaria, dovuta al Covid-19, e per adeguarsi al Protocollo imprese e sindacati siglato sabato scorso. E non mancano anche le associazioni che non condividono le fermate, come Anfia, che rappresenta la filiera dell’automotive: «Le ipotesi di un blocco delle attività a livello regionale – in Lombardia e Piemonte – o a livello nazionale – nella sola Italia con il resto d’Europa in piena attività – ci vedono fortemente contrari» perché «porterebbero in entrambi i casi a danni irreparabili per la filiera produttiva automotive».
Emblematico quanto avvenuto in Leonardo: dopo l’annuncio di due giorni di sciopero per ieri e oggi, i sindacati e la società hanno raggiunto un’intesa che mette al primo posto la sicurezza e la salute sul posto di lavoro e contemporaneamente prova a condividere modalità che consentano la ripresa o la sospensione dell’attività nel rispetto del Protocollo del 14 marzo. Laddove necessario, le aziende del gruppo Leonardo, comprese le controllate a maggioranza, sospenderanno l’attività lavorativa per due giorni, ieri e oggi per attivare tutti gli interventi organizzativi di sanificazione e messa in sicurezza degli stabilimenti compreso l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione che mancavano. «La condivisione delle scelte è il metodo giusto per crescere insieme - dice l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo -. Grazie a Fim,
Fiom e Uilmn con cui Leonardo ha siglato un protocollo all’insegna della responsabilità e della partecipazione.
A Taranto, Arcelor Mittal ha rallentato la produzione e le presenze, ma i sindacati non sono ancora soddisfatti delle misure raggiunte. Si farà ricorso allo smaltimento di ferie e alla cassa integrazione per il personale dei reparti interessati, c’è una riduzione delle attività a giornata di circa il 25 per cento e 200 dipendenti stanno già lavorando in smart working. L’azienda ha inoltre ridotto la presenza sui bus aziendali per gli spostamenti e attivato i controlli ai varchi, mentre è in attesa dell’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale. A Terni alla Ast, invece, dopo le 48 ore di sciopero proclamate dai sindacati, e i due giorni di sospensione delle attività, dirette e indirette, questa volta invece concordati dai sindacati con l’azienda per permettere la verifica delle condizioni di salubrità e sicurezza dello stabilimento, nell’ottica del contenimento del coronavirus, ieri si è svolta una giornata di formazione sull’emergenza sanitaria e oggi riprenderà la produzione. Un copione simile alla Hitachi Rail Italy dove era stata annunciata una settimana di sciopero. Adesso però l’azienda ha spiegato ai lavoratori di aver deciso la chiusura temporanea e ha avviato trattative con i sindacati per riorganizzare gli stabilimenti.
Nelle Marche la Fiom di Ancona registra ancora scioperi, all’Elica di Mergo e Cerreto D’Esi, alla Fime di Castelfidardo, alla Cebi Italy, alla Defendi, alla Pieralisi di Montecarotto e di Jesi, alla Caterpillar e alla Crn cantieri navali del gruppo Ferretti, Luna Quinto, la Skg, la Bora, solo per citare le più importanti. Oggi toccherà invece alla Ghergo di Sassoferrato, alla Omas di Numana e alla Isa Palumbo. In altre aziende come all’Ariston di Genga o all’Electrolux di Cerreto D’Esi si è scelta la via del dialogo e dell’accordo sindacale per la fermata e la riorganizzazione. Sempre alla Electrolux non ha invece dato esito positivo il confronto a Susegana dove i sindacati hanno proclamato sciopero fino a venerdì.
La fermata passa per l’intesa con i sindacati anche alla Luxottica che ha comunicato uno stop di tre giorni, dal 16 al 18 marzo, delle attività produttive e di due giorni delle attività del polo logistico di Sedico. «La sospensione delle attività permetterà di validare le misure di prevenzione e sicurezza già adottate e integrarle con le indicazioni del Protocollo». Per le giornate di sospensione dell’attività le parti hanno condiviso il ricorso alla cassa integrazione e hanno inoltre concordato, in via preventiva, di fare ricorso all’ammortizzatore nelle prossime nove settimane per gestire le contingenti riduzioni del personale nei reparti. Dialogo costante con i sindacati anche alla Fca che, ieri, ha annunciato anche il fermo di Maserati e ha così sospeso la produzione, per due settimane, nella maggior parte degli stabilimenti produttivi in Europa: Melfi, G. Vico (Pomigliano), Cassino, Carrozzerie Mirafiori, Grugliasco e Modena, Kragujevac e Tychy. La sospensione temporanea sarà in vigore fino al 27 marzo 2020 e rientra nell’implementazione di un’ampia serie di azioni, in risposta all’emergenza Covid-19. Sono decine le aziende metalmeccaniche torinesi che hanno sospeso l’attività per adeguare gli uffici e le officine alle misure di prevenzione definite dal Protocollo Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e governo. Secondo la Fiom sono 18mila i lavoratori interessati. Se in alcune realtà, la mancanza di misure contro l’emergenza ha determinato nuove proteste, viceversa, in molte realtà, nel weekend e ieri sono stati raggiunti accordi sindacali. Lo stop arriva anche alla Ducati che, dopo aver adottato fin dal 24 febbraio, «una serie di misure per limitare la probabilità di diffusione del virus», dalla misurazione della temperatura alla riduzione dei viaggi, alla rivisitazione dei turni per ridurre i contatti ravvicinati tra le persone, ieri ha deciso di sospendere la produzione fino al 25 marzo «per garantire il pieno rispetto delle nuove linee guida, per ottemperare alle quali serviranno alcune giornate in più per interventi e modifiche alle strutture», spiega l’amministratore delegato Claudio Domenicali che comunque rassicura: «Ci stiamo organizzando per essere pronti alla ripartenza e, anche in questo periodo di fermo, non mancherà il nostro appoggio».