Il Sole 24 Ore

Eni rivede al ribasso volumi e investimen­ti

Le stime di produzione riviste a 1,8-1,84 milioni di barili al giorno nel 2020 Descalzi: «Con gli interventi difendiamo la solidità di bilancio e dividendo»

- Celestina Dominelli

Sulla scia del forte calo della domnada internazio­nale di prodotti energetici il gruppo Eni ieri ha annunciato la revisione al ribasso dei volumi e degli investimen­ti per il 2020-21. Descalzi: con queste misure difendiamo la solidità del bilancio e i dividendi.

Eni accelera sulla revisione del piano per il 2020-2021, annunciata la scorsa settimana per contrastar­e gli effetti della pandemia e del mancato accordo in seno all’Opec+. Un combinato disposto che ha fortemente indebolito lo scenario provocando il crollo dei prezzi di petrolio e gas e costringen­do le compagnie a correre ai ripari. Così ieri il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha deciso di anticipare i tempi dell’aggiorname­nto, fissati inizialmen­te per il prossimo 24 aprile quando la società diffonderà i risultati del primo trimestre, e ha reso noto la riduzione degli investimen­ti (capex) e delle spese operative (opex). «Mettiamo in campo questi interventi - ha spiegato il ceo Descalzi - con l’obiettivo di difendere la solidità del nostro bilancio e del dividendo preservand­o al contempo i più alti standard di sicurezza sul lavoro».

Nel 2020, il capex sarà ridotto di circa 2 miliardi di euro, pari al 25% del totale previsto a budget, mentre il taglio dei costi operativi sarà di circa 400 milioni di euro. Per il 2021, invece, la contrazion­e prevista sugli investimen­ti ammonterà a circa 2,5-3 miliardi di euro, vale a dire il 30-35% di quanto previsto a piano per lo stesso anno. Come si ricorderà, nella strategia 2020-2023 presentata a fine febbraio alla comunità finanziari­a, Eni aveva programmat­o 32 miliardi di investimen­ti nell’arco di piano, caratteriz­zato da un notevole livello di flessibili­tà con circa il 60% di capex non ancora contrattua­lizzato nel 2022-2023.

A subire gli effetti della revisione è soprattutt­o il “motore” del gruppo, l’upstream (la ricerca e la produzione di idrocarbur­i), al quale era destinato il 74% dello sforzo complessiv­o indicato nel piano quadrienna­le: le attività interessat­e sono relative all’ottimizzaz­ione della produzione e ai nuovi progetti di sviluppo, il cui avvio era previsto a breve. Due tasselli su cui Eni si riserva di ripartire velocement­e se il contesto tornasse favorevole. In virtù del cambio di velocità, vengono dunque riviste le stime sulla produzione che, nel 2020, è attesa tra 1,8 e 1,84 milioni di barili di olio equivalent­e al giorno (a fronte di un’indicazion­e, da piano, di 1,9 milioni di barili/ giorno) e rimarrà invariata nel 2021.

Il cambio di passo è stato poi preceduto ieri dalla conferma da parte di S&P Global Ratings del rating del gruppo ad “A-”, mentre l’outlook è stato rivisto da stabile a negativo a causa della pandemia e per l’impatto della guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita (e analogamen­te è avvenuto per le altre major oil), con S&P che ha espresso apprezzame­nto per «l’approccio finanziari­o flessibile e prudente di Eni che sostiene il rating nel breve termine» e per le misure prese tempestiva­mente.

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