Confindustria: ora tutti uniti. Urgenti azioni per l’economia
Per gli industriali italiani occorre più liquidità e spostare le scadenze fiscali
Mettere da parte le polemiche e lavorare tutti nella stessa direzione, con senso di responsabilità e di coesione nazionale vera. E «con la stessa immediatezza con cui si è affrontata la questione delle chiusure bisogna agire con soluzioni rapide per permettere alle imprese di riaprire dopo questa difficile fase». Quindi occorre «consentire un rapido accesso alla cassa integrazione, che non può essere anticipata dalle imprese; sostenerne la liquidità, con la dilazione di scadenze fiscali e contributive; agire sulle linee di credito a breve e a lunga scadenza, a partire dall’utilizzo del Fondo di garanzia».
Dopo l’accordo tra governo e sindacati sulla lista delle aziende che devono restare aperte per garantire i prodotti essenziali, Confindustria ha affidato ad una nota le sue valutazioni sulla situazione che il paese sta vivendo: «siamo di fronte a due guerre, una al virus e una per difendere i fondamentali economici dell’Italia e dell’Europa». Per le imprese «è più che mai urgente un intervento massiccio per prevenire l’impatto devastante che questa emergenza produrrà sul sistema economico». E quindi «il nostro appello – conclude Confindustria – è che si affronti questa economia di guerra facendolo insieme, con la consapevolezza della gravità e con senso di unità nazionale, nel rispetto di tutti noi».
La confederazione degli industriali ha subito condiviso i fini del dpcm del 22 marzo, cioè garantire che non manchino alle persone i beni e i servizi essenziali, alimentari e farmaci, forniture e servizi per gli ospedali. L’Istat quantifica nel 56% le imprese che dovranno chiudere, cui si aggiungono le altre, dice la nota, che hanno già chiuso volontariamente o ridotto significativamente le propria attività per mancanza di domanda. Anche se «non si condividono gli interventi che hanno rimesso in discussione i provvedimenti già restrittivi dei giorni scorsi e quindi l’esclusione di alcune produzioni a nostro avviso essenziali per garantire le filiere» per Confindustria «occorre mettere da parte le polemiche, strumentalizzazioni ed eccessi nel linguaggio» che sono «ingenerosi verso una categoria che sta responsabilmente affrontando assieme a tutto il paese la peggior crisi sanitaria ed economica del dopoguerra, e lavorare tutti nella stessa direzione con senso di responsabilità».
Quindi bisogna con rapidità fare in modo che «dopo la chiusura temporanea e il rallentamento della produzione non ci sia una chiusura definitiva e permettere alle imprese di riaprire, dando una risposta alle preoccupazione dei lavoratori e degli imprenditori».
Per Confindustria «è il momento della coesione nazionale vera, delle azioni e soluzioni e non ricerca delle colpe; dell’unità nazionale nel linguaggio e dei comportamenti di chi ha a cuore il futuro del paese e ne sente la responsabilità». Servono una serie di misure, dalla cassa integrazione, che non può essere sostenuta dalle imprese, già alle prese con scarsa liquidità dovuta a chiusure e rallentamenti; dilazionare le scadenze fiscali e contributive; dare liquidità alle imprese piccole medie e grandi, «con interventi forti e lungimiranti a partire dal Fondo di garanzia per consentire alle aziende di onorare i propri impegni, uscire da questa fase e ripartire».