«L’assenza di ricambi rischia di bloccare la filiera agroalimentare»
La doccia fredda è arrivata ieri pomeriggio, dopo l’incontro tra Governo è sindacati. Tra le aziende costrette a fermarsi per l’emergenza Covid-19, perché non essenziali, ci sono anche quelle del codice Ateco «28.3», attive nella “fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura”.
«Una decisione paradossale e assurda, che rischia di bloccare il settore agroalimentare italiano»,secondo Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, la Federazione nazionale dei costruttori di macchine per l’agricoltura.
Malavolti, fino a ieri le vostre aziende potevano rimanere aperte?
Sì. Il decreto del 22 marzo aveva inserito la nostra attività tra quelle essenziali. Ora siamo stati esclusi. Sono sbalordito e preoccupato.
Che cosa si rischia adesso?
Noi facciamo macchine agricole, che servono agli agricoltori per produrre il cibo. Forniamo non solo utensili e macchine finite, ma anche ricambi. Se questi non arrivano, le macchine non si possono usare.
Non esistono altri canali per i ricambi?
No. Oggi i rivenditori non fanno più magazzino: all’occorrenza, ordinano i ricambi direttamente alla casa madre, che li spedisce con servizio espresso. Ma ci sono anche altri problemi.
Quali?
La stagione inizia adesso. È il momento di lavorazioni importanti come la semina e i trattamenti chimici. Noi abbiamo ordini da evadere che da domani non potremo consegnare. Questo mette a rischio la stagione dei nostri agricoltori. Insisto: è stato fatto un errore.
All’estero che cosa è successo?
La filiera delle macchine agricole è considerata strategica in tutto il mondo. Da Stati Uniti a Germania, Francia, Austria: ovunque le aziende produttrici di macchine per l’agricoltura sono state inserite tra le attività essenziali da tenere aperte anche durante l’emergenza Covid-19. Ovunque, tranne che in Italia. Uno scandalo. Che introduce anche un tema di concorrenza sleale.
Da parte dei produttori esteri?
Esatto. I produttori di macchine agricole francesi, tedeschi e austriaci possono continuare a vendere e consegnare in Italia. Loro possono fornire ricambi per le loro macchine, noi no. È come dire ai nostri agricoltori: “Comprate macchine straniere”.
Qualsiasi tipo di ricambio è stato bloccato?
Le faccio un esempio: le tettarelle per mungere il latte. Un componente delle macchine zootecniche. Produciamo anche questo tipo di accessori. Penso sia chiaro che, chiudendo le nostre imprese, si crea un danno a tutta la filiera agroalimentare. Vogliamo tornare a mungere a mano o ad arare il terreno con i buoi?
Che cosa farete adesso?
Scriveremo a Governo e ministeri. Questa situazione è incredibile. Assurda. Inaccettabile. Rischia di mettere in grave difficoltà la filiera agricola in poche settimane.