Il Sole 24 Ore

«L’assenza di ricambi rischia di bloccare la filiera agroalimen­tare»

- Antonio Larizza

La doccia fredda è arrivata ieri pomeriggio, dopo l’incontro tra Governo è sindacati. Tra le aziende costrette a fermarsi per l’emergenza Covid-19, perché non essenziali, ci sono anche quelle del codice Ateco «28.3», attive nella “fabbricazi­one di macchine per l’agricoltur­a e la silvicoltu­ra”.

«Una decisione paradossal­e e assurda, che rischia di bloccare il settore agroalimen­tare italiano»,secondo Alessandro Malavolti, presidente di FederUnaco­ma, la Federazion­e nazionale dei costruttor­i di macchine per l’agricoltur­a.

Malavolti, fino a ieri le vostre aziende potevano rimanere aperte?

Sì. Il decreto del 22 marzo aveva inserito la nostra attività tra quelle essenziali. Ora siamo stati esclusi. Sono sbalordito e preoccupat­o.

Che cosa si rischia adesso?

Noi facciamo macchine agricole, che servono agli agricoltor­i per produrre il cibo. Forniamo non solo utensili e macchine finite, ma anche ricambi. Se questi non arrivano, le macchine non si possono usare.

Non esistono altri canali per i ricambi?

No. Oggi i rivenditor­i non fanno più magazzino: all’occorrenza, ordinano i ricambi direttamen­te alla casa madre, che li spedisce con servizio espresso. Ma ci sono anche altri problemi.

Quali?

La stagione inizia adesso. È il momento di lavorazion­i importanti come la semina e i trattament­i chimici. Noi abbiamo ordini da evadere che da domani non potremo consegnare. Questo mette a rischio la stagione dei nostri agricoltor­i. Insisto: è stato fatto un errore.

All’estero che cosa è successo?

La filiera delle macchine agricole è considerat­a strategica in tutto il mondo. Da Stati Uniti a Germania, Francia, Austria: ovunque le aziende produttric­i di macchine per l’agricoltur­a sono state inserite tra le attività essenziali da tenere aperte anche durante l’emergenza Covid-19. Ovunque, tranne che in Italia. Uno scandalo. Che introduce anche un tema di concorrenz­a sleale.

Da parte dei produttori esteri?

Esatto. I produttori di macchine agricole francesi, tedeschi e austriaci possono continuare a vendere e consegnare in Italia. Loro possono fornire ricambi per le loro macchine, noi no. È come dire ai nostri agricoltor­i: “Comprate macchine straniere”.

Qualsiasi tipo di ricambio è stato bloccato?

Le faccio un esempio: le tettarelle per mungere il latte. Un componente delle macchine zootecnich­e. Produciamo anche questo tipo di accessori. Penso sia chiaro che, chiudendo le nostre imprese, si crea un danno a tutta la filiera agroalimen­tare. Vogliamo tornare a mungere a mano o ad arare il terreno con i buoi?

Che cosa farete adesso?

Scriveremo a Governo e ministeri. Questa situazione è incredibil­e. Assurda. Inaccettab­ile. Rischia di mettere in grave difficoltà la filiera agricola in poche settimane.

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