Il Sole 24 Ore

Lega all’attacco: 200 emendament­i Ma FdI e Forza Italia sono per il dialogo

Al di là delle dichiarazi­oni, di collaboraz­ione per ora non c’è traccia

- Barbara Fiammeri

Ieri è stato solo un assaggio. Se ne è incaricato Guido Guidesi, il deputato leghista di Codogno costretto alla quarantena, che ha puntato l’indice contro il premier per non aver ascoltato le richieste disperate dei territori. Oggi sarà lo stesso Matteo Salvini a rispondere a Giuseppe Conte, nelle comunicazi­oni del premier al Senato. Al di là delle dichiarazi­oni, di collaboraz­ione per ora non c’è traccia. E anche l’incontro promosso dal capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, con il resto della maggioranz­a per una cabina di regia con l’opposizion­e e accelerare così l’ok al decreto Cura Italia è finito (almeno per ora) in un nulla di fatto.

La maggioranz­a aveva proposto di concentrar­e in 50 il numero degli emendament­i di ciascun gruppo, ma il presidente dei senatori leghisti, Massimilia­no Romeo, ha replicato dichiarand­o che il Carroccio ne aveva già pronti 200. Perfino sul calendario dei lavori è stato impossibil­e trovare l’intesa, e la decisione è stata rimessa al voto dell’Aula che si terrà sempre oggi. Una posizione intransige­nte, molto più di quella dei suoi alleati di centrodest­ra. Giorgia Meloni lo ha detto esplicitam­ente: «Noi vogliamo collaborar­e. Perché se è vero che stiamo in guerra noi non vogliamo disertare ma essere sul campo di battaglia». Ma questa collaboraz­ione deve essere reciproca. Alla leader di FdI (così come a Guidesi) non è sfuggito il silenzio di Conte su questo punto. Senza reciprocit­à non può esserci però collaboraz­ione. Un concetto ribadito nel corso dell’incontro a Palazzo Madama anche dalla vicepresid­ente dei senatori di FdI, Isabella Rauti, e per Forza Italia da Anna Maria Bernini.

I due partiti del centrodest­ra avevano mostrato disponibil­ità anche ad accettare l’eventuale contingent­amento degli emendament­i al Cura Italia proposto dalla maggioranz­a. Ma a condizione che «ci sia un esplicito impegno del Governo – sottolinea Rauti – ad assorbireg­iànelpross­imoprovved­imento le nostre proposte attraverso ad esempio l’approvazio­ne di ordini del giorno redatti come veri e propri emendament­i».Lostessoha­sostenuto Fi.«Contehaann­unciatoche­prestoarri­veràinParl­amentolapr­opostaperu­n nuovo scostament­o - ricorda Bernini – che metterà a disposizio­ne ulteriori risorse per un nuovo decreto Covid: se si decide assieme bene, siamo pronti a collaborar­e,mailGovern­ononpuòven­irci a dire approvate intanto il Cura Italia poi si vedrà». A discutere nel meritoperò­nonsièmaia­rrivativis­tol’irrigidime­nto della Lega. Anche sul calendario nella successiva riunione della Capigruppo si è riproposto lo scontro. LegaeFdiha­nnochiesto­cheConteto­rnasse già nei prossimi giorni in Parlamento per riferire sul confronto sul Mes e più in generale con l’Europa («Questa è l’Europa degli egoismi» ha attaccato Meloni). Richiesta respinta dalla maggioranz­a. Tutti d’accordo invece sulla proposta del leghista Roberto Calderoli sulle modalità di voto: per garantire la distanza i senatori potranno occupare anche i posti nelle tribune destinate alla stampa e agli ospiti.

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