SÌ AL MES SENZA VINCOLI PRIORITÀ A INVESTIMENTI
L’Italia è investita da una crisi sanitaria senza precedenti e sarà colpita da una crisi economica peggiore di quella del 2008. La risoluzione della prima emergenza la lascio nelle mani della scienza e dei medici, la seconda spetta alla politica.
È sicuramente il momento di rastrellare tutti gli strumenti finanziari a disposizione. Bene in questo senso i 750 miliardi sbloccati dalla Bce ma sappiamo che si tratta di un intervento che impatterà sulle banche prima, sull'economia reale poi. Il Mes invece, come ribadito anche dal presidente Berlusconi e da Antonio Tajani, è uno strumento efficace la cui messa a terra di quei 410 miliardi a disposizione l’avremo sull’economia reale. Non trovo sostenibili le due tesi contrapposte per cui era uno strumento negativo prima perché salvavamo con soldi italiani le banche tedesche, è cattivo ora che invece quelle risorse servono all’Italia perché la Troika sarebbe alle porte.
Lo ribadiamo, chiediamo un Mes modificato nella sua sostanza, senza vincoli e senza condizionalità che possa immettere liquidità immediata nell’economia reale. Non si tratta di commissariamento o di un cavallo di Troia con dentro la Troika, perché in questo caso l’utilizzo del Mes avverrebbe per una crisi sistemica e collettiva e non per una crisi asimmetrica di un singolo Stato, come fu per la Grecia. E da qui si apre un tema forse ancor più importante, quello della governance politica: o si fa un salto di qualità come Europa e come Italia o andiamo incontro a una fase recessiva di lungo periodo dalla quale sarà difficile rialzarsi.
Per questo guardo con attenzione alle misure economiche messe in campo dal governo italiano per rispondere al grido di aiuto che arriva da ogni settore produttivo ed economico del Paese. Ricordiamolo ora sottovoce, dobbiamo essere tutti consapevoli che la spesa pubblica alla quale stiamo facendo ricorso andrà ripagata, che il debito pubblico peserà come un macigno sulle spalle dei nostri figli. Le scelte che prendiamo ora condizioneranno il nostro Sistema Paese, con mance e misure assistenzialiste si innesta un processo controproducente che annullerà l’effetto del bazooka, per dirlo alla Mario Draghi.
Tradotto, invece di dare i 600 euro di mancia al 20% delle Partite IVA creiamo un’ecosistema vantaggioso per imprese e lavoratori. Forza Italia con i dipartimenti ha messo sul tavolo del governo un programma economico di rilancio e di sostegno all’economia: investimenti infrastrutturali, revisione del Codice degli Appalti, “pace fiscale” con una Flat Tax al 15%, sospensione del decreto dignità, piano di robuste liberalizzazioni. In altre parole immettiamo le risorse nel sistema economico non per alimentare la spesa corrente improduttiva ma per dare un impulso alla spesa per investimenti. L’Italia è un Paese che se lo vizi di assistenzialismo non si rialza più, se lo premi invece per la sua naturale attitudine all’impresa allora può guardare al domani e immaginare addirittura una vera rinascita. Nella visione che oggi applichiamo alle misure economiche messe in campo per contrastare la crisi c’è l’Italia del domani. Commissione Finanze
Camera dei Deputati Responsabile Infrastrutture gruppo FI
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