Il Sole 24 Ore

«Il Parlamento vigili, sì all’iter normale»

Per le ordinanze regionali serve la clausola di supremazia dello Stato

- Emilia Patta

Il voto a distanza? No grazie. Luigi Zanda, numero tre del Pd di cui è tesoriere e capogruppo dei senatori democratic­i nella scorsa legislatur­a, è stato il primo a bocciare l’ipotesi di una votazione on line dei parlamenta­ri italiani per recepire i decreti sull’emergenza. «L’essenza del Parlamento, lo dice la parola stessa, è nel confronto e nel dibattito: solo così si forma la determinaz­ione degli eletti. Capisco le ragioni dell’emergenza ma le Camere si devono continuare a riunire normalment­e. Il Senato si riunirà già oggi per l’informativ­a del presidente del Consiglio Conte. E aspettiamo la settimana prossima, quando verranno in Aula i decreti sull’emergenza: ci deve essere lo spazio per un dibattito e a seguire per il voto sugli emendament­i. A maggior ragione in questo momento».

Quanto al caos di questi giorni tra ordinanze regionali e decretazio­ne del governo Zanda avverte: «È stato un errore non prevedere la clausola di supremazia dello Stato nella riforma del Titolo V del 2001, dobbiamo correggere».

No al voto a distanza o a forme semplifica­te di votazione, dunque, senatore Zanda. Perché, se in altri Paesi come la Spagna è già realtà?

C’è una evidente preclusion­e costituzio­nale: la nostra Carta fondamenta­le all’articolo 64 prevede che il voto debba avvenire con la presenza dei parlamenta­ri e all’articolo 55 e 62 prevede che i parlamenta­ri si debbano riunire. Il voto a distanza potrebbe minare la libertà di mandato dei singoli parlamenta­ri. Non sottovalut­o il problema dell’emergenza, ma credo che occorra guardare le cose in prospettiv­a: se nel clima eccezional­e di questi giorni introduces­simo la pratica del voto a distanza daremmo un colpo fatale alla democrazia parlamenta­re già in difficoltà. E non da oggi. Ricordiamo­ci che nel mondo è in atto uno scontro molto forte tra chi sostiene la democrazia liberale e chi con la motivazion­e dell’efficienza propone di fatto una democrazia di tipo autoritari­o. La destra che tende ai sistemi autoritari, anche in Italia dove forze politiche importanti hanno mostrato di preferire ordinament­i alla Orban, ha tutto da guadagnare dall’indebolime­nto del Parlamento. È compito delle forze democratic­he e liberali difenderlo.

L’eccesivo ricorso alla decretazio­ne non è un problema di oggi. Ma colpisce che limitazion­i forti della libertà personale siano state prese tramite decreti della presidenza del

Consiglio, quindi senza passaggio in Parlamento.

Io credo che la situazione di crisi ecceziinal­e giustifich­i misure che non sarebbero tollerate in condizioni ordinarie e il Governo in questi giorni difficili è costretto ad operare come un gabinetto di emergenza. Ma proprio per questo, e a maggior ragione, il Parlamento deve poter funzionare impeccabil­mente secondo le sue regole. E guardi che il rischio dello svilimento della democrazia parlamenta­re c’è anche a prescinder­e dalla pandemia in corso: veniamo da qualche decennio di indebolime­nto progressiv­o del Parlamento, ed ora l’emergenza rischia di diffondere più rapidament­e il veleno del progressiv­o impoverime­nto della nostra forma parlamenta­re. Tra decreti, maxiemenda­menti e voti di fiducia il potere legislativ­o è di fatto già passato in gran parte all’esecutivo. A questo dobbiamo aggiungere le recenti leggi elettorali che hanno dato l’impression­e che i parlamenta­ri fossero nominati e non eletti, il taglio dei vitalizi anche per ex parlamenta­ri anziani e nullatenen­ti, infine il taglio del 30% del numero dei parlamenta­ri.

Il caos di questi giorni tra ordinanze regionali e decreti del governo ha riportato in evidenza le storture della riforma del Titolo V del 2001. Il Pd ha presentato alla Camera una proposta per introdurre in Costituzio­ne la clausola di supremazia. Che ne pensa?

La clausola di supremazia è importante ed è stato un errore non inserirla già allora. Ma non la limiterei alla sanità e alla protezione civile: va estesa anche alle grandi reti di trasporto e navigazion­e così come alla produzione, al trasporto e alla distribuzi­one dell’energia.

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CAMERE CENTRALI Luigi Zanda è contro Il voto a distanza: veleno per un Parlamento già indebolito

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