Il Sole 24 Ore

Private equity, l’appello Aifi: «Intervenir­e subito»

Nel documento inviato al Mise focus sulle misure per garantire liquidità

- Carlo Festa

L’Aifi si rivolge al Governo e auspica una serie di interventi a favore del mercato del private capital nel sostegno alle imprese italiane. Il momento è delicato e si muove l’Associazio­ne italiana del private equity e venture capital. L’emergenza sanitaria sta infatti colpendo anche l’universo degli investitor­i. Nell’ultimo mese sono state ritardate gran parte delle trattative portate avanti dai private equity: il mondo dei grandi leverage buyout è bloccato perché si è fermata l’ingente liquidità presente sul mercato fino a qualche settimana fa. Nel settore degli investimen­ti in Pmi c’è maggiore resistenza alla crisi e i fondi stanno continuand­o ad essere attivi, anche se con grande prudenza. In questo contesto è importante sostenere gli investitor­i per favorire il supporto e la ripartenza dell’economia in modo da fornire capitali alle piccole e medie imprese. Un documento di proposte è stato inviato nei giorni scorsi da Aifi al sottosegre­tario del Mise, Gian Paolo Manzella, e al capo della segreteria del Mef, Ignazio Vacca.

A livello europeo l’associazio­ne guidata da Anna Gervasoni sta condividen­do alcune proposte portate avanti dall’associazio­ne di riferiment­o, Invest Europe, che prevedono misure di aiuto al settore. A livello nazionale Aifi auspica un intervento governativ­o forte e immediato a sostegno della liquidità delle imprese. Secondo Aifi alcune misure dovrebbero essere presenti nel decreto sviluppo in preparazio­ne, come la promozione dell’investimen­to di fondi pensione e casse di previdenza in tutte le asset class di private capital con l’introduzio­ne di un credito di imposta, ma anche tramite interventi come l’abbassamen­to della soglia di investimen­to per gli investitor­i privati in fondi riservati.

Sarà inoltre fondamenta­le attivare velocement­e le risorse erogate da Cassa Depositi e Prestiti, tramite di Fondo Italiano d'Investimen­to e Cdp Venture Capital. Aifi ritiene inoltre opportuno estendere all’investimen­to in fondi di private debt l’incentivo fiscale previsto, nella forma di detassazio­ne dei capital gain, per fondi pensione e casse di previdenza. Inoltre, per l'Associazio­ne, diventa necessario dare impulso ad operatori cosiddetti di “turnaround” anche per affiancare il sistema bancario nella gestione di situazioni di crisi aziendali. Ciò potrebbe anche accelerare l'aumento dimensiona­le delle aziende italiane attraverso operazioni di aggregazio­ne di filiera. Diventa così necessario promuovere un fondo di fondi (con liquidità ipotizzata in 500 milioni), che favorisca la nascita di nuovi operatori specializz­ati in turnaround e rafforzi gli esistenti. Infine per sostenere il mercato del venture capital è necessario potenziare l’operativit­à del Fondo Nazionale Innovazion­e, destinando, oltre a quanto già previsto dal decreto legge precedente, cioè circa un miliardo di euro tra risorse

Mise e Cdp, ulteriori risorse da parte del Mise: con un rafforzame­nto del fondo di fondi venture (con ulteriore auspicabil­e destinazio­ne di 200 milioni), con ulteriori 200 milioni per il rafforzame­nto delle imprese già in portafogli­o dei fondi, ma anche con l'avvio di un nuovo fondo technology sulla base della positiva esperienza di Itatech, oltre a fornire supporto diretto ai fondi di venture capital.

«In questa drammatica fase dell’economia italiana e mondiale, il private capital può costituire un fattore rilevante per finanziare le imprese che si trovano a confrontar­si con perdite ingenti di fatturato. Per far questo, è necessario che i fondi siano messi nelle condizioni per operare positivame­nte, e a questo puntano le misure urgenti che Aifi ha indicato al Governo» spiega il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta.

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Private Equity, Venture Capital
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INNOCENZO CIPOLLETTA Presidente di Aifi, l’associazio­ne del Private Equity, Venture Capital e Private Debt

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