Private equity, l’appello Aifi: «Intervenire subito»
Nel documento inviato al Mise focus sulle misure per garantire liquidità
L’Aifi si rivolge al Governo e auspica una serie di interventi a favore del mercato del private capital nel sostegno alle imprese italiane. Il momento è delicato e si muove l’Associazione italiana del private equity e venture capital. L’emergenza sanitaria sta infatti colpendo anche l’universo degli investitori. Nell’ultimo mese sono state ritardate gran parte delle trattative portate avanti dai private equity: il mondo dei grandi leverage buyout è bloccato perché si è fermata l’ingente liquidità presente sul mercato fino a qualche settimana fa. Nel settore degli investimenti in Pmi c’è maggiore resistenza alla crisi e i fondi stanno continuando ad essere attivi, anche se con grande prudenza. In questo contesto è importante sostenere gli investitori per favorire il supporto e la ripartenza dell’economia in modo da fornire capitali alle piccole e medie imprese. Un documento di proposte è stato inviato nei giorni scorsi da Aifi al sottosegretario del Mise, Gian Paolo Manzella, e al capo della segreteria del Mef, Ignazio Vacca.
A livello europeo l’associazione guidata da Anna Gervasoni sta condividendo alcune proposte portate avanti dall’associazione di riferimento, Invest Europe, che prevedono misure di aiuto al settore. A livello nazionale Aifi auspica un intervento governativo forte e immediato a sostegno della liquidità delle imprese. Secondo Aifi alcune misure dovrebbero essere presenti nel decreto sviluppo in preparazione, come la promozione dell’investimento di fondi pensione e casse di previdenza in tutte le asset class di private capital con l’introduzione di un credito di imposta, ma anche tramite interventi come l’abbassamento della soglia di investimento per gli investitori privati in fondi riservati.
Sarà inoltre fondamentale attivare velocemente le risorse erogate da Cassa Depositi e Prestiti, tramite di Fondo Italiano d'Investimento e Cdp Venture Capital. Aifi ritiene inoltre opportuno estendere all’investimento in fondi di private debt l’incentivo fiscale previsto, nella forma di detassazione dei capital gain, per fondi pensione e casse di previdenza. Inoltre, per l'Associazione, diventa necessario dare impulso ad operatori cosiddetti di “turnaround” anche per affiancare il sistema bancario nella gestione di situazioni di crisi aziendali. Ciò potrebbe anche accelerare l'aumento dimensionale delle aziende italiane attraverso operazioni di aggregazione di filiera. Diventa così necessario promuovere un fondo di fondi (con liquidità ipotizzata in 500 milioni), che favorisca la nascita di nuovi operatori specializzati in turnaround e rafforzi gli esistenti. Infine per sostenere il mercato del venture capital è necessario potenziare l’operatività del Fondo Nazionale Innovazione, destinando, oltre a quanto già previsto dal decreto legge precedente, cioè circa un miliardo di euro tra risorse
Mise e Cdp, ulteriori risorse da parte del Mise: con un rafforzamento del fondo di fondi venture (con ulteriore auspicabile destinazione di 200 milioni), con ulteriori 200 milioni per il rafforzamento delle imprese già in portafoglio dei fondi, ma anche con l'avvio di un nuovo fondo technology sulla base della positiva esperienza di Itatech, oltre a fornire supporto diretto ai fondi di venture capital.
«In questa drammatica fase dell’economia italiana e mondiale, il private capital può costituire un fattore rilevante per finanziare le imprese che si trovano a confrontarsi con perdite ingenti di fatturato. Per far questo, è necessario che i fondi siano messi nelle condizioni per operare positivamente, e a questo puntano le misure urgenti che Aifi ha indicato al Governo» spiega il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta.