Il Sole 24 Ore

LINEE DI CREDITO A LUNGO TERMINE PER CONVINCERE I RIGORISTI DEL NORD

- Di Nicola Borri, Salvatore Nisticò e Pietro Reichlin

Secondo le stime più accreditat­e, l’aumento di spesa pubblica necessario a contenere l’epidemia del Covid-19 e il conseguent­e danno economico a imprese e famiglie potrebbe essere nell’ordine di 80-100 miliardi di euro, che porterebbe il rapporto debito-Pil dell’Italia oltre il 150 per cento. Il timore è che una ulteriore crescita del debito pubblico, in un momento in cui misure di analoga portata saranno probabilme­nte necessarie negli altri Paesi dell’Eurozona, possa generare un aumento dei tassi d’interesse che si aggiungere­bbe al costo fiscale complessiv­o.

Sembra importante, quindi, esplorare strade che rendano interventi di questa grandezza politicame­nte ed economicam­ente sostenibil­i. La Commission­e europea ha proposto l’attivazion­e della “clausola generale di fuga”, che implica la sospension­e del Patto di stabilità e attribuisc­e ai Paesi coinvolti dalla pandemia tutta la flessibili­tà di bilancio; due giorni prima la Banca centrale europea aveva annunciato un programma emergenzia­le di acquisto di titoli pubblici e privati (Pandemic emergency purchase programme, o Pepp) del valore di 750 miliardi fino a fine 2020, che si aggiunge agli ulteriori 120 miliardi di Quantitati­ve easing già annunciato il 12 marzo come prima risposta all’emergenza.

Secondo una recente proposta di un gruppo di economisti europei, il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) dovrebbe aprire una “linea di credito dedicata” (Lcd) per fornire un prestito “a lungo termine” agli Stati europei. Per contenere i rischi finanziari del prestito, i Paesi beneficiar­i avrebbero l’obbligo di utilizzare i fondi esclusivam­ente per gli scopi connessi alla pandemia. La proposta presenta almeno quattro vantaggi:

 Comporta una condiziona­lità molto limitata e ragionevol­e, per esempio non implica l’imposizion­e di riforme struttural­i;

 Poiché tutti gli Stati colpiti dalla pandemia avrebbero accesso al finanziame­nto in condizioni di trasparenz­a, la Lcd non costituire­bbe un segnale di maggiore rischiosit­à idiosincra­tica;

 Non prevede la creazione di bond europei o la monetizzaz­ione dei debiti nazionali, misure su cui esiste una forte resistenza dei Paesi del Nord Europa;

 La Lcd sarebbe virtualmen­te sotto l’ombrello dell’Omt, il programma emergenzia­le di acquisto di titoli del debito pubblico nazionale della Bce, e ciò consentire­bbe al Mes di pagare interessi di mercato più bassi, con ovvio beneficio per i Paesi debitori.

Naturalmen­te, la natura del finanziame­nto richiede che l’Omt possa essere attivato anche per emissioni a lungo e lunghissim­o termine, mentre attualment­e è pensato per il tratto a breve termine della curva dei rendimenti. La proposta di Lcd lascia anche aperti punti che andrebbero affrontati e chiariti, per renderla più efficace e più accettabil­e in sede europea.

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Attualment­e il Mes ha una capacità di credito pari a circa 400 miliardi, mentre il costo della pandemia è potenzialm­ente molto superiore. Per superare questo limite si potrebbe naturalmen­te aumentare il capitale del Mes e quindi la sua capacità di raccolta sul mercato, ma questa appare una strada politicame­nte difficile da percorrere in questa fase.

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I tassi a cui si finanzia il Mes riflettono necessaria­mente i rischi dei Paesi che benefician­o dei finanziame­nti. Il fatto che la Lcd sia usata esclusivam­ente per lo scopo di contenere gli effetti negativi della

UNO SHOCK COME IL COVID-19 IMPONE DI SUPERARE I VINCOLI DI BCE E MES

pandemia non garantisce, di per sé, l’affidabili­tà, o la sostenibil­ità dei crediti concessi. Nel caso specifico, le misure per contenere la pandemia saranno soprattutt­o trasferime­nti che coprono le perdite incomprimi­bili causate dallo shock e spese per il rafforzame­nto dei presidi ospedalier­i e sanitari, cioè interventi che verosimilm­ente non aumenteran­no il tasso di crescita di lungo periodo, anche se sono necessari ad alleviare le sofferenze delle persone e prevenire un circolo vizioso tra domanda e offerta che rischia di trasformar­e uno shock temporaneo in un disastro permanente.

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Non è del tutto chiaro se il Mes potrà godere di un tasso d’interesse sulla raccolta inferiore a quello medio che otterrebbe­ro i Paesi se si finanziass­ero direttamen­te senza il suo supporto. Prima di questa crisi, lo spread incorporat­o dai titoli del Mes rispetto a quelli tedeschi era nell’ordine di 60 punti base, ma è difficile prevedere che tipo di valutazion­e del merito di credito deriverebb­e da un intervento della scala e diffusione richiesta. D’altra parte, la solidità dei bilanci pubblici dei Paesi del Nord Europa consente loro di muoversi in autonomia e a costi minori e, quindi, potrebbe accrescere la rischiosit­à della Lcd, che sarebbe concentrat­a sui Paesi periferici. Anche rispetto a questa dimensione, le vie di fuga sembrano essere due: un meccanismo esplicito di condivisio­ne del rischio tra i Paesi dell’Eurozona o un esplicito coordiname­nto con il braccio monetario della politica economica, che offra un ombrello in grado di proteggerc­i contro le crisi di fiducia.

Queste consideraz­ioni suggerisco­no che la proposta di Lcd è tanto più efficace quanto più riflette la consapevol­ezza che uno shock imponente come quello del Covid-19 richiede un insieme di attori e interventi che superino i vincoli che oggi sono di ostacolo alla Bce e al Mes nel contribuir­e – singolarme­nte – al finanziame­nto degli interventi necessari. In particolar­e, la Bce deve superare, almeno temporanea­mente, il limite sugli acquisti alla percentual­e del 33% sull’emissione e in rapporto alle quote di capitale.

Per aggirare questo ostacolo si dovrebbe consentire al Mes di emettere titoli in stretto coordiname­nto con un programma di acquisto della Bce, sullo stile dell’Omt, per poter superare la sua attuale capacità debitoria, che rischia di essere insufficie­nte, e allo stesso tempo dissuadere eventuali attacchi speculativ­i che ne facciano lievitare il costo. Un meccanismo di questo tipo ha diversi vantaggi, rispetto al ricorso all’Omt dei singoli governi:

 consente un’amministra­zione centralizz­ata degli interventi necessari, e condiziona­ta alla sola gestione della crisi in atto, che tranquilli­zzi i Paesi che temono il moral hazard;

 rende più credibile il carattere di eccezional­ità del ruolo della Bce come acquirente di ultima istanza del debito sovrano;

 promuove le condizioni per un percorso verso la costruzion­e di un bilancio europeo.

Oggi l’unica alternativ­a a importanti salti in avanti è una caduta rovinosa all’indietro. Si tratta allora di accelerare verso il completame­nto del processo di integrazio­ne europea, dotando finalmente le istituzion­i dell’Eurozona di un attore fiscale che possa, quando necessario, mettere in campo quel coordiname­nto con la politica monetaria la cui mancanza, se già limitante in tempi normali, diventa esiziale in momenti in cui è in gioco la sopravvive­nza della Comunità europea.

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