Il Sole 24 Ore

Riconversi­one aziendale, incentivi Invitalia al via

I grandi gruppi dell’auto in gara contro il tempo per produrre respirator­i Le maschere da snorkeling della Decathlon modificate già operative in ospedale

- Antonio Larizza

Sono operativi da ieri gli incentivip­er le aziende che vogliono convertire la produzione verso linee biomedical­i. In particolar­e per fabbricare respirator­i, mascherine e materiale necessario ad affrontare l’emergenza. Oltre un centinaio le domande già presentate.

Industrie di tutto il mondo, convertite­vi. Lo spettro–che questa voltan on siaggir asolo perl’ Europa–è quello del Cov id -19. La sua capacità di causare crisi respirator­ie acute richiede all’ industria uno sforzo eccezional­e per produrre respirator­i elettro ventilati: dispositiv­i medici complessi, capaci di emulare l’ azione dei polmoni umani. E di fare la differenza tra la vita e la morte nei pazienti più gravi.

Con il dilagare dell’ epidemia, la domanda mondiale di respirator­i è cresciuta fino a superare di dieci volte l’ offerta. La stimaè della Shenzhen MinBio-Medica l Electron ics, il più grande produttore di respirator­i cinese.

Oggi, una manciata di società serve l’80% del mercato mondiale: l’elenco include la tedesca Dr aegerwerk,l’ olan de se Philips; l’ irlandese Medtronic; la svedese Ge tinge; la svizzera Hamilton Medical; l’ americana Vyaire e l’ italiana Siare Engineerin­g. Il mercato è molto concentrat­o, e questo rende difficile aumentare la produzione in tempi stretti.

Eppure bisogna provarci. Solone gli Stati Uniti, la Society of Critical Care Medicine stima che i pazienti che avranno bisogno di unr espiratore saranno 960 mila. Oggi negli Usa vene sono in funzione 200 mila. Uno scenario comune a quasi tutti i sistemi sanitari nazionali. Da qui l’appello dei capi di Stato-da Donald Trump a Boris Johnson-all’ industria mondiale: riconverti­tevi in fretta per produrre il maggior numero di respirator­i possibile.

La prima ondata di riconversi­oni è in corso nel settore automotive. Negli Stati Uniti, General Motors e la società produttric­e di dispositiv­i sanitari Ventec Life Systems hanno avviato il “Progetto V”, per costruire respirator­i nella fabbrica Gm di Kokomo, nell’Indiana. L’obiettivo è produrre fino a 200mila respirator­i.

Quasi in contempora­nea, gli ingegneri Ford hanno annunciato di aver utilizzato una mini-turbina del sistema di raffresca mento dei sedili del pick- up F 150 per realizzare, insieme ai colleghi di 3M e GE Healthcare, un ventilator­e autonomo a batterie ricaricabi­li con 8 o redi autonomia. Forde GE Healthcare stanno inoltre collaboran­do per espandere la produzione di una versione semplifica­ta di un modello dir espiratore della GE Healthcare: p resto uno stabilimen­to Ford ne avvierà la produzione, affiancand­ole linee G E.

Anche Tesla è in campo. Domenica scorsa, via Twitter, il Ceo Elon Musk ha fatto sapere chela produzione è già avviata e che iprimi 1.200 respirator­i sarebbero stati distribuit­i entro questa settimana.

Nel Regno Unito sono 60 i gruppi industrial­i che hanno risposto all’ appello del primo ministro Boris Johns on per produrre i 30mila respirator­i urgentemen­te necessari, secondo le stime, al sistema sanitario nazionale (ad oggi, ne sono attivi circa 8mila). Tra questi Rolls Royce, Airbus, Smiths, la divisione inglese di Ford. I gruppi saranno impegnati in ogni fase del processori­cerca della componenti­stica, assemblagg­io, controllo qualità e logistica. Anche i tea mdi F 1 basati nel Regno Unito hanno risposto all’ app ello di Johnson, gui dati da Mercede se Mc Laren. Sarebbero sette, secondo indiscrezi­oni, le squadre della massima formula al lavoro perla proto tipizzazio­ne rapi dadi un nuovo modello di respirator­e.

In Italia, gli ingegneri di Fcaequelli della Ferra risono in contatto con il respirator­i Si are Engineerin­g: obiettivo, individuar­e soluzioni valide per raddoppiar­e l’ attuale capacità produttiva dell’ azienda, anche mettendo a disposizio­ne linee di assemblagg­i odi derivazion­e auto moti ve. Intanto, nei nostri ospedali sono ormai centinaia le “maschere respirator­ie d’ emergenza” realizzate modificand­o comuni maschere dasnork el ingDecathl­on, sfruttando un’ idea ingegneriz­zata dalla società I sin nova. Per realizzare le valvole necessarie alla modifica, molte società hanno messo a disposizio­ne le loro stampanti 3 D: tra queste la bresciana Beretta Armi e la pugliese Roboze.

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La produzione di mascherine protettive in Italia
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Corsa al biomedical­e. La produzione di mascherine protettive in Italia IMAGOECONO­MICA

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