«Il Dl solo primo passo, urgente più liquidità per le imprese»
«Evitare che le aziende anticipino la Cig. Posticipare scadenze tasse e contributi»
Il decreto Cura Italia è «necessario e importante», ma non è sufficiente, ci sono aspetti da «rafforzare e perfezionare», servono «interventi rapidi e urgenti» per affrontare le conseguenze che questa emergenza determinerà sulle imprese e sull'economia, prima che diventino irreversibili.
È l'esordio della memoria che Confindustria ha consegnato al Senato. Indicando alcuni obiettivi prioritari: evitare che in un momento di fortissima contrazione della liquidità siano le imprese a dover anticipare il pagamento della cassa integrazione ai lavoratori; posticipare e anche rateizzare tutti i pagamenti fiscali e contributivi per le imprese piccole, medie e grandi, evitando di drenare risorse che, a causa di chiusure e rallentamenti della produzione, vengono a mancare; potenziare tutti i sistemi di garanzia per sostenere la liquidità a breve e a lungo termine. In uno scenario che viene «correttamente equiparato ad una guerra».
Sulla liquidità le misure del decreto per Confindustria sono nel complesso condivisibili. È importante il potenziamento del Fondo di garanzia per le pmi, rifinanziato con 1,5 miliardi e con l'innalzamento a 5 milioni dell'importo massimo garantito, ma questa azione va completata in modo che operi senza limitazioni per pmi e mid cap (fino a 499 dipendenti). Bisogna far sì che le garanzie del Fondo siano estese senza limitazioni, che tutte le imprese siano coperte all'80% gratuitamente e fino a 5 milioni, che le aziende siano ammesse automaticamente senza valutazione. Inoltre il Fondo dovrebbe garantire allungamenti di operazioni fino a 30 anni. È anche necessario che la copertura del Fondo sia portata al 90%, utilizzando l'opportunità del Temporary Framework sugli aiuti di Stato.
Le aziende non dovrebbero inoltre anticipare la cig ai lavoratori: così verrebbero sollevate dall'onere di liquidità dovuto all'anticipazione delle integrazioni salariali ai dipendenti ed è fondamentale concedere all'impresa il pagamento diretto da riconoscersi automaticamente, senza documentazioni. Per Confindustria è «drastica», la sospensione per due mesi dei licenziamenti per motivi oggettivi, una eventuale proroga non sarebbe giustificata; occorrerebbe anche fare salve le procedure di licenziamento collettivo che, pur avviate alla data del 23 febbraio si sono concluse con accordo sindacale. Il ruolo dell'Europa sarà decisivo: occorre emettere debito con garanzia europea, che non comporterebbe alcuna mutualizzazione dei debiti pubblici nazionali esistenti. Potrebbero essere anche utilizzate risorse disponibili del Mes (meccanismo europeo di stabilità), in questo caso, scrive Confindustria, l'Italia potrebbe ottenere una linea di credito fino a 120 miliardi.
Inoltre, sempre sul versante liquidità, anche nella fase post emergenza Confindustria suggerisce una dilazione in 7 rate mensili fino a novembre, garantendo il versamento integrale entro il 2020, di tributi e contributi previdenziali sospesi. Si potrebbero accordare alle imprese dilazioni straordinarie dei debiti tributari, senza sanzioni riscossione coattiva. Sugli immobili Confindustria propone una riduzione della base imponibile Imu per i fabbricati delle imprese che svolgono le attività interdette dall'Autorità pubblica.
Emettere subito debito con garanzia europea e utilizzare le risorse disponibili del Mes