Risorse tutte impegnate, il governo blinda il testo
L’esecutivo ha chiesto a ministeri e maggioranza di evitare emendamenti
Il Governo blinda il decreto «Cura Italia» all’esame del Senato. L’ordine di scuderia impartito a tutti i ministeri è stato quello di non presentare emendamenti e, se proprio necessario, meglio rivolgersi ai gruppi parlamentari. A questi ultimi l’Esecutivo ha recapitato, però, una richiesta quasi analoga, ossia quella di limitare il numero di proposte di modifica da depositare entro le 19,30 di oggi in commissione Bilancio di Palazzo Madama.
L’obiettivo, confermato ieri dalla riunione della Capigruppo, è quello di portare l’8 aprile all’esame dell’Aula il decreto legge di “marzo” con le risorse per l’emergenza sanitaria, gli indennizzi e la cassa integrazione per lavoratori, autonomi, famiglie e imprese. La dote da 25 miliardi con cui il Dl è approdato al senato è già tutta impegnata, hanno fatto sapere dal Mef, e dunque sono pochi, se non nulli, gli spazi per introdurre modifiche di “peso” e di “costo”. Il Governo si limiterà infatti a presentare solo emendamenti tecnici e che nella sostanza si traducono con l’inserimento nell’articolato del decreto Cura Italia, i testi degli altri tre provvedimenti d’urgenza battezzati Covid: il n. 9 con le prime misure di sostegno all’emergenza e in particolare alle regioni maggiormente colpite; il n. 11 che spostava i termini dei processi e le cause di tutte le giurisdizioni e che è stato già calato nel Cura Italia e con un emendamento sarà soppresso; il n. 14 con le misure d’urgenza per l'emergenza sanitaria a partire dalle assunzioni di 20mila unità tra medici e infermieri. Per tutto il resto, a partire dai nuovi esami di maturità in periodo di Covid, l’invito del Governo è di aspettare il nuovo decreto di aiuti. Con quel “treno” le misure saranno immediatamente operative., quasi certamente già a partire dalla metà di aprile.