Asta BTp, il Tesoro offre fino a 8,5 miliardi
Martedì sarà collocato un miliardo in più rispetto alle previsioni
Avanti, ma con giudizio. Il Tesoro sceglie la via della prudenza nell’affrontare lo scoglio del fabbisogno-extra che l’inattesa emergenza legata al coronavirus richiederà alle finanze pubbliche italiane. Nella prima vera operazione importante dopo lo scoppio dell’epidemia nel nostro Paese, quella del 31 marzo, saranno infatti collocati titoli a medio-lungo termine per un ammontare compreso fra 6,75 e 8,5 miliardi di euro. Si tratta di un valore superiore di appena un miliardo alle attese degli analisti, ma che rende comunque l’asta di martedì prossimo quella con importo finora più elevato da inizio anno.
È un segnale appunto della cautela con cui il Mef si sta organizzando per aumentare l’offerta, cercando al tempo stesso di non calcare però la mano con un mercato che soltanto nell’ultima settimana ha dato segnali di stabilizzazione dopo la bufera scatenata dall’avanzata del contagio sul nostro territorio. Alle spalle sembra ormai del resto esserci il sostegno incondizionato della Bce, ulteriormente confermato dalla rimozione di gran parte dei vincoli sottostanti al riacquisto di titoli che sarà operato da qui a fine anno attraverso il piano di emergenza da 750 miliardi denominato Pepp. In base alle stime di UniCredit , l’Eurotower potrebbe assorbire nel 2020 un quantitativo extra fra 55 e 70 miliardi rispetto alle emissioni nette attese prima dell’inizio della crisi.
Non è quindi un caso se ieri i rendimenti dei BTp sono tornati a scendere in modo significativo per fermarsi sulla scadenza decennale all’1,25%, cioè ai livelli antecedenti la «gaffe» pronunciata in conferenza stampa dal presidente Bce, Christine Lagarde, mentre lo spread sul Bund si è addirittura riportato sui valori di un mese fa a quota 162. La riduzione è stata ancora più marcata sulle scadenze a breve della curva, non a caso le più interessate dalle novità in arrivo da Francoforte, visto che i riacquisti riguarderanno titoli con durata residua a partire da soli 70 giorni.
Intanto nell’asta effettuata ieri i tassi dei CTz con scadenza novembre 2021 sono inevitabilmente cresciuti rispetto a un mese fa, tornando in territorio positivo (0,307% contro -0,143%). L’interesse non è però mancato e le richieste di mercato arrivate quasi a 4,5 miliardi hanno permesso di collocare l’importo massimo previsto di 2,75 miliardi con un rapporto di copertura che è addirittura aumentato a 1,63 volte rispetto a 1,55 di fine febbraio. Il BTp indicizzato all’inflazione europea con scadenza settembre 2041 (un trentennale con vita residua di 21 anni), è stato invece collocato per un importo poco inferiore al massimo offerto (691 milioni contro 750 milioni) con richieste che hanno di poco superato il miliardo e un risultato comunque in linea con l’ultima tranche collocata a novembre.
Oggi è il turno dei BoT a 6 mesi, con 7 miliardi a fronte dei 7,15 miliardi in scadenza, ma l’attenzione sarà inevitabilmente catturata dall’asta di martedì prossimo. Nell’occasione saranno proposti BTp a 5 anni per un importo tra 2,25 e 2,75 miliardi, due differenti BTp a 10 anni per 4-6 miliardi, oltre a un CcTeu con scadenza dicembre 2023 per 0,5-0,75 miliardi. Sempre ieri il Tesoro ha pubblicato il programma per le emissioni del secondo trimestre, che prevede fra l’altro i nuovi BTp a 5 e 7 anni e il nuovo CTz. Con prudenza dunque, ma anche con altrettanta fiducia.