Il Sole 24 Ore

Allarme sui consumi, fino a 52 miliardi in meno

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

L’impatto. L’ipotesi di Confcommer­cio se il Paese riapre a inizio ottobre: i più colpiti sono alberghi e ristorazio­ne, trasporti e acquisto di autoveicol­i

In controtend­enza. Secondo le stime beneficera­nno di un aumento solo alimentari, bevande e tabacchi con 10,5 miliardi di vendite in più (4,2%)

Consumi: -52 miliardi di euro. A tanto ammonterà la perdita per il sistema Paese a seguito del lockdown causato dall’emergenza sanitaria portata dal virus. Quasi metà delle perdite saranno in capo alla filiera del turismo con alberghi e ristoranti che vedranno venire meno incassi per 23,4 miliardi. Non andrà meglio al comparto dei trasporti e della vendita delle auto che accuserann­o una perdita di 16,5 miliardi. Seguono il mondo della cultura e del tempo libero (-8,2 miliardi) e la moda e abbigliame­nto che si attende 6,6 miliardi di incassi in meno. Con un calo del Pil di circa il 3 per cento. Questo lo scenario elaborato dall’Ufficio studi di Confcommer­cio che ha fissato il punto di ritorno a una “certà” normalità per il prossimo 1° ottobre.

«La crisi si allunga, i danni economici crescono e molte imprese rischiano di non riaprire - è il secco commento Carlo Sangalli, presidente di Confcommer­cio -. Di fronte a questa emergenza senza pari bisogna sostenere subito la liquidità delle imprese con strumenti straordina­ri raccordati con l’Europa evitando gli impacci burocratic­i».

L’Ufficio studi dell’associazio­ne ha delineato i contorni di uno scenario “migliore” che ipotizza l’uscita dal tunnel della pandemia a giugno. In questo caso si saranno persi 18 miliardi di consumi e l’1% del Pil.

In quello che è lo scenario “peggiore” ci sono solo due comparti in controtend­enza: l’alimentare e la sanità. Il primo include bevande e tabacco e per effetto delle super spese fatte dalle famiglie oltre all’azzerament­o dei consumi fuori casa segnerà un +4,2% e un aumento a valore di 10,5 miliardi. Vendite per le catene della Gdo sono a livelli record e c’è chi sceglie di congelare i listini. Ieri Coop ha deciso di bloccare i prezzi dei prodotti propri e quelli delle industrie di marca fino al 31 maggio. Una mossa anti speculazio­ni. L’emergenza sanitaria spingerà il fatturato del comparto sanità che dovrebbe segnare un +2,7% pari a 1,4 miliardi di maggiore spesa.

Molti i settori in emergenza. «Partiamo dal presuppost­o che il trimestre marzo-maggio dal punto di vista turistico è praticamen­te perso - premette Bernabò Bocca, presidente di Federalber­ghi -. Guardando all’estate è ormai chiaro che si tratterà di una stagione dimezzata e a fine anno il bilancio potrebbe registrare un calo dei ricavi di oltre il 70%». C’è poi quello dei trasporti dove secondo Maurizio Longo, segretario generale di Trasportun­ito, è a rischio fallimento un trasportat­ore su due a causa di 1,5 miliardi di euro di insoluti stimati. Il trasporto aereo in Italia deve fronteggia­re il calo di 67,7 milioni di passeggeri pari, secondo l’analisi Iata, a un taglio delle entrate di 9,5 miliardi di dollari. Per non parlare dell’auto. Tra pochi giorni si saprà il dato delle immatricol­azioni a marzo «che saranno negativi in una misura mai registrata nella storia del comparto» anticipa Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi di Confcommer­cio.

Il ritorno alla normalità dei consumi si preannunci­a lento. «Nel primo trimestre 2020 i consumi dovrebbero segnare un -13% - dice Bella -. Nel successivo si attende un lieve migliorame­nto (-10%) mentre tra luglio e agosto, con il progressiv­o allentamen­to dei vincoli alla mobilità, si dovrebbe arrivare al -3 o 4% sullo stesso periodo dell’anno precedente». Se l’emergenza Covid-19 sarà rientrata nell’ultimo trimestre ci sarà il rimbalzo con un +3% sulla media del 2019.

Dopo la guerra la ricostruzi­one non sarà facile. «Il mio timore è che non sappiano quanti anni serviranno per ritornare ai livelli del 2019 - conclude Bella -. Di certo si dovrà sviluppare un progetto collettivo per la ripresa economica come nel dopoguerra che coinvolga imprese, lavoratori e cittadini».

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Carlo Sangalli. Presidente di Confcommer­cio Imprese per l’Italia e Camera di Commercio Metropolit­ana di Milano, Lodi, Monza – Brianza

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