Amber all’attacco su Lagardère: nuovo board con Letta e Sayer
«Governance da cambiare: nessuna sorveglianza sulla distruzione di valore» «Dal 2003 pagati dividendi per 4,4 miliardi, ma ora c’è da sostenere il business»
Il fondo Amber, primo socio del gruppo Lagardère lancia l’affondo: «Governance da cambiare, nessuna sorveglianza sulla distruzione di valore».
I rapporti tra Lagardère e Amber già non erano propriamente idilliaci, ma ieri il fondo attivista guidato da Joseph Oughourlian ha deciso di rompere gli indugi per cambiare una governance che «ha distrutto valore». Amber ha messo nel mirino la formula dell'accomandita per azioni che permette all'erede della famiglia Lagardère, Arnaud – al timone da 17 anni – di gestire “indisturbato” la società con appena il 7,26% del capitale (ma il 10,7% dei diritti di voto) col supporto del fondo sovrano del Qatar che ha il 13% del capitale e il 20% dei voti. Amber, che ha investito nel gruppo dei media francese nel 2016, detiene la quota singola più elevata – 16,4% del capitale col 12,48% dei diritti di voto – ma è tagliato fuori dalla stanza dei bottoni. Così alla prossima assemblea del 5 maggio ha deciso di proporre la revoca di otto amministratori su un totale di dieci nel consiglio di sorveglianza che, spiega Oughourlian, «finora non ha sorvegliato niente». Resterebbero della attuale compagine solo l'ex presidente Nicolas Sarkozy e un altro componente cooptati recentemente, che non sono ritenuti responsabili per quanto fatto o meglio non fatto dal consiglio in passato, mentre Amber propone otto candidature indipendenti di «professionisti seri e capaci», tra i quali l’ex ceo di Euroazeo Patrick Sayer e l’ex premier italiano Enrico Letta, che oggi vive e insegna in Francia.
Perchè siete entrati in Lagardère se poi non vi piace come è gestita? Noi siamo un fondo value e investiamo in società che riteniamo sottovalutate e con un potenziale di recupero importante, ma forse avevamo sottostimato la capacità di distruggere valore di questo management. Due anni fa Lagardère ha finalmente deciso di concentrarsi sui due asset principali – Hachette (libri, ndr) e Travel Retail (catena di negozi in aeroporti, stazioni e lungo le arterie autostradali, ndr) – strategia che noi avevamo pubblicamente suggerito. Ma l’implementazione è stata di una lentezza incredibile, sono state lasciate cadere offerte interessanti, svenduta la divisione sport (sponsorizzazioni, ndr) e sviliti altri asset che nel frattempo hanno perso risorse umane strategiche e valore.
Quale è la diagnosi?
Il gruppo ha fondamentalmente due ordini di problemi principali, che sono addirittura peggiorati col passare del tempo. Il primo è una struttura di holding inefficiente, con costi di circa 80 milioni che non si giustificano in nessun modo e che pesano sempre di più, se si considera che negli ultimi dieci anni sono stati venduti asset per 8 miliardi, a volte valorizzati a volte svenduti, ma secondo noi è stato un errore cedere la partecipazione in Airbus. Il secondo problema è l’indebitamento personale del managing partner, Arnaud Lagardère, che, secondo quanto lui stesso ha dichiarato in un’intervista di gennaio ammonta “solo” a 164 milioni di euro, a fronte di una partecipazione nella società che oggi vale all'incirca 100 milioni.
E questo cosa comporta?
Di fronte all'emergenza coronavirus che ha massacrato il titolo la società ha annunciato un taglio della cedola da 1,3 a 1 euro per azione: si dice che non c'è visibilità sul business e cionostante paghiamo 130 milioni di dividendi. Chiaramente è inopportuno in un momento in cui la Francia, come altri Paesi, ha offerto la cassaintegrazione per i lavoratori costretti all'inattività. Sarebbe piuttosto il momento di rafforzare il core business, visto che oltretutto dal 2003 sono stati distribuiti 4,4 miliardi di dividendi e sono stati svalutati asset per 4,2 miliardi mentre oggi la capitalizzazione del gruppo è ridotta a 1,3 miliardi.
Quindi Amber cosa propone?
La governance è il primo punto da cui partire: va cambiata radicalmente (anche con la trasformazione in Spa) perché il titolo da quando Arnaud ha preso la guida è passato da 30,7 a 10 euro e ha drammaticamente sottoperformato tutti gli indici. Il consiglio di sorveglianza non ha svolto adeguatamente il proprio ruolo, col pretesto che la formula dell'accomandita non permette di intervenire efficacemente, quando invece strategie, bilancio e distribuzione dividendi devono essere approvati proprio dal consiglio di sorveglianza che ogni sei anni rinnova il mandato del managing partner. E Arnaud scade il prossimo anno.
Tra la famiglia e il Qatar c'è più del 30% dei diritti di voto. Come pensate di spuntarla?
Intanto la legge vieta al managing partner di votare sul consiglio di sorveglianza e poi contiamo che i fondi ci seguano (le ragioni di Amber sono esposte sul sito www.strongerlagardere.com): in Francia la reazione all'avvio della nostra campagna è stata positiva.
In effetti ieri il titolo è schizzato di oltre il 14%. L'assemblea si svolgerà a porte chiuse. Vi fidate?
Francamente no, ma vigileremo.