Banche, il nodo dividendi approda sul tavolo della Bce
Oggi il consiglio di Vigilanza di Enria esaminerà la lettera della Federazione bancaria Conferma, stop o rinvio: banchieri in ordine sparso Gli istituti italiani per il sì
La questione del possibile rinvio dei dividendi delle banche europee atterra direttamente sul tavolo della Bce. Oggi, a quanto risulta a Il Sole 24Ore, il Supervisory board della Vigilanza Unica esaminerà il tema. La mossa farebbe seguito a una lettera che, secondo fonti di mercato, nelle ultime ore la Federazione bancaria europea (Ebf) ha inviato alla stessa Bce per far conoscere la propria posizione sul tema.
Negli ultimi giorni sarebbe emersa la difficoltà di trovare una linea condivisa all’interno della stessa federazione, che raccoglie circa 3.500 associate. Lo stesso ceo di UniCredit, Jean Pierre Mustier, in qualità di presidente della Ebf, aveva inviato una lettera riservata ai colleghi europei per cercare di definire un approccio comune sulla questione. In particolare, Mustier avrebbe sondato il mercato sull’ipotesi di sospendere il pagamento dei dividendi, anche se lo stesso banchiere avrebbe posto il tema più sull’utile del 2020 che del 2019. La lettera firmata da Mustier sarebbe stata inviata a valle di alcune interlocuzioni tra i vertici dell’Ebf - lo stesso Mustier, il presidente del comitato esecutivo, il tedesco Christian Ossig, e il segretario generale olandese Wim Mijs – con il presidente dell’Ssm Andrea Enria e il presidente Eba José Manuel Campa.
Si vedrà quali saranno le ulteriori evoluzioni. Tra le ipotesi circolate nelle ultime ore ci sarebbe anche la possibilità di un rinvio del pagamento dei dividendi al terzo o quarto trimestre dell’anno, quando lo scenario economico sarà più chiaro. Va detto che le assemblee delle banche sono alle porte, e quindi il margine per eventuali correzioni in corsa è risicato. Al momento, le principali banche italiane hanno peraltro confermato le indicazioni sulle cedola fatte al mercato. Da Intesa Sanpaolo a BancoBpm, da Ubi a Bper fino a UniCredit stessa, tutti i principali gruppi hanno ribadito l’intenzione di procedere sulla strada tracciata in termini di payout.
D’altra parte l’ipotesi di rimandare a tempi migliori il pagamento del dividendo è coerente con le misure eccezionali studiate dalla Vigilanza per dare sostegno alle banche in una della fasi più turbolente dal Dopoguerra. La stessa Vigilanza Bce, sotto la guida di Andrea Enria, si è mossa con tempismo per allentare le maglie della regolamentazione e assicurare flessibilità sulle regole sui crediti: un mix di interventi che permetterà alla banche di liberare capitale e consentire di assorbire meglio le perdite su crediti. In questo contesto, tuttavia, diverse Authority si sono attivate per chiedere agli istituti di non “disperdere” queste risorse e adottare anzi la massima prudenza nella conservazione del patrimonio. Dalla Bafin tedesca alla svedese Finansinspektionen, alla autorità finanziaria norvegese l’invito è stato chiaro in questo senso.
D’altra parte, è vero che le banche stesse si ritrovano su un terreno fragile. La promessa del dividendo è essenziale per mantenere il rapporto fiduciario con gli investitori istituzionali, peraltro in un contesto, come quello attuale, in cui la sete di liquidità è ai massimi. Un eventuale cambio di policy sul dividendo, se non effettuato in maniera condivisa a livello di settore, potrebbe trasformarsi in uno stigma per il singolo istituto. Con effetti pesanti nelle valutazioni di Borsa.