Record storico di richieste dei sussidi per disoccupati
Dilaga la disoccupazione da pandemia negli Stati Uniti. La settimana al 21 marzo è diventata il primo barometro della crisi senza precedenti: 3,28 milioni di americani hanno presentato domanda di sussidi, un incremento di oltre tre milioni rispetto ai sette giorni precedenti e quasi cinque volte il precedente record, le 695mila richieste dell’ottobre 1982. Potrebbe essere solo l’inizio: Citigroup prevede che le nuove pratiche per i sussidi ai senza lavoro rimangano sopra il milione nelle prossime settimane e che tra marzo e aprile siano persi dieci milioni di impieghi. Più degli 8,7 milioni scomparsi nei 18 mesi della grande recessione 2008-2009 o dei quasi 7 milioni creati finora durante la presidenza Trump.
Grandi Stati al cuore dell’economia Usa hanno sofferto i maggiori traumi: la Pennsylvania ha riportato 378.908 domande, seguita da Ohio e California vicini a duecentomila. I traumi non saranno ancora riflessi appieno nel dato sull’occupazione di marzo, comunicato il 3 aprile, perché le informazioni raccolte da aziende e famiglie per elaborarlo si fermano a metà mese. Ma gli analisti pronosticano che nel secondo trimestre facilmente il tasso dei senza lavoro volerà, dal minimo record del 3,5% in febbraio al 1012 per cento. E forse al 20% o 30%, stando agli allarmi del Segretario al Tesoro Steve Mnuchin e dell’esponente Fed James Bullard, qualora le misure di soccorso all’economia si rivelino inefficaci.
Gli Stati Uniti hanno approvato una legge d’emergenza da duemila miliardi di dollari che rafforza e prolunga i sussidi di disoccupazione.