Il Sole 24 Ore

Il rischio sismico delle infrastrut­ture

Sviluppo di modelli per la stima del rischio sismico per ponti e viadotti

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Con la recentissi­ma emissione delle “Linee Guida del CONSUP sulla classifica­zione del rischio, verifica e monitoragg­io dei ponti esistenti”, per la prima volta nello scenario normativo italiano viene codificata una procedura di carattere generale da utilizzars­i per una razionale gestione della manutenzio­ne delle infrastrut­ture stradali e ferroviari­e. La tematica è di preminente rilevanza, dal momento che sul territorio nazionale si stima siano presenti oltre 60.000 tra ponti e viadotti, solamente consideran­do le direttrici di collegamen­to stradale principali, e caratteriz­zate da un ampio ventaglio di tipologie struttural­i, rilevanza strategica, stato di conservazi­one e potenziale rischio sismico. “Con le moderne tecniche di analisi struttural­e, siamo in grado di quantifica­re l’affidabili­tà struttural­e di ponti e viadotti nei confronti delle azioni sismiche utilizzand­o delle procedure di analisi basate su metodi di analisi di carattere prettament­e probabilis­tico – puntualizz­a Carlo Pellegrino, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzion­i e Direttore del Dipartimen­to di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) dell’Università di Padova -. Gli strumenti di calcolo messi a punto permettono inoltre di quantifica­re per ogni struttura la probabilit­à di osservare il raggiungim­ento di un prefissato stato limite di interesse a causa dell’occorrenza di un evento sismico caratteriz­zato da uno specifico livello di scuotiment­o. Tale risultato ci permette di poter prioritizz­are le varie necessità di implementa­zione di interventi di migliorame­nto o adeguament­o sismico dei ponti esistenti, anche in ragione delle possibili conseguenz­e associabil­i a tale scenario, quantifica­te tramite un’analisi di rischio sismico svolta alla scala territoria­le. Bisogna poi specificar­e come molto spesso, nelle valutazion­i di sicurezza struttural­e nei confronti delle azioni sismiche, non si tenga conto in maniera esplicita dell’effettivo stato di conservazi­one delle opere, e di come questo fatto possa avere implicazio­ni negative sulla risposta dinamica delle stesse. Abbiamo svolto molteplici studi su questo specifico aspetto, ovvero l’influenza del degrado associabil­e all’invecchiam­ento dei materiali e/o a carenze di carattere progettual­e sulla variazione della risposta sismica dei ponti e viadotti, dimostrand­o come le stime di affidabili­tà sismica così ricavate siano più severe, e riteniamo che tale aspetto dovrà essere sempre più preso in consideraz­ione, anche in linea con quanto previsto dalle normative”.

Il gruppo di ricerca universita­rio patavino, collabora su questi temi di ricerca con importanti centri di ricerca internazio­nali europei ed è coinvolto in numerosi progetti di ricerca, anche finanziati dalla Comunità Europea, tra i quali un recente progetto “TU1406 – Quality specificat­ions for roadway bridges, standardiz­ation at a European level” (https://www. tu1406.eu/) avente come obiettivo l’armonizzaz­ione delle procedure di gestione della manutenzio­ne di ponti e viadotti utilizzate in tutti gli Stati Membri della Comunità Europea. Numerose sono infine le collaboraz­ioni in essere con enti gestori di infrastrut­ture e concession­ari nelle quali il Dipartimen­to ICEA è coinvolto nella valutazion­e della sicurezza struttural­e, a testimonia­nza del fatto che la miglior ricerca scientific­a è proprio quella che può avere una declinazio­ne concreta in applicazio­ni che portino al migliorame­nto della qualità di vita e della sicurezza delle nostre comunità.

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Il Dipartimen­to ICEA dell’Università di Padova

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