Il Sole 24 Ore

Aiuti Ue: ultimatum dell’Italia, poi l’intesa

I 27 divisi su coronabond e Mes, Conte minaccia: accordo o facciamo da soli In tarda serata lo sblocco: due settimane per trovare proposte anti crisi comuni

- Romano e Chiellino

Edizione chiusa in redazione alle 22.30 Altre due settimane per elaborare proposte per un’azione comune di bilancio coordinata. Non sono riuscit ad andare oltre questo rinvio i 27 capi di Stato e di governo degli Stati Ue. Il premier italiano Conte ha chiesto di dare il mandato ai presidenti delle cinque istituzion­i Ue di mettere a punto entro 10 giorni uno strumento comune per rispondere alla crisi sanitaria ed economica. In vista rapidi passi avanti, invece, sul finanziame­nto dei sussidi di disoccupaz­ione.

Riuniti in teleconfer­enza per la terza volta in tre settimane i leader europei hanno discusso per quattro ore ieri di una possibile risposta congiunta allo shock economico provocato dal coronaviru­s. I 27 hanno chiesto ai ministri delle Finanze della zona euro di presentare nuove proposte entro 14 giorni.

La linea di frattura tra i Paesi membri era emersa evidente fin da mercoledì dopo che nove governi avevano proposto l’emissione di coronabond per contrastar­e il rischio di depression­e.

Durante la riunione era emerso da Roma e da Bruxelles che alcuni Paesi, tra cui l’Italia e la Spagna, avevano deciso di bloccare l’adozione di conclusion­i negoziate tra i Ventisette a livello diplomatic­o. Secondo Palazzo Chigi, durante la riunione il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto ai partner di «reagire con strumenti finanziari innovativi e realmente adeguati (…) a una guerra che dobbiamo combattere insieme per vincerla quanto più rapidament­e possibile».

Con l’occasione, il premier Conte ha suggerito di affidare ai presidenti delle cinque principali istituzion­i europee – Commission­e, Banca centrale europea, Parlamento europeo, Consiglio europeo ed Eurogruppo – il mandato di mettere a punto entro dieci giorni uno strumento congiunto con cui rispondere alla crisi sanitaria ed economica. La presa di posizione è giunta dopo che nove Paesi avevano mercoledì chiesto la nascita di «uno strumento di debito comune emesso da una istituzion­e dell’Unione europea»(si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

La proposta di coronabond è stata accolta con cautela da molti partner del Nord Europa per paura di gettare le basi di una “Transferun­ion” che ritengono inappropri­ata in un assetto confederal­e. Ieri Palazzo Chigi ha voluto precisare il contesto. Dietro ai coronabond, come ormai vengono chiamati comunement­e, non vi sarebbero propriamen­te gli eurobond: «Il presidente del Consiglio ha chiarito che nessuno pensa a una mutualizza­zione dei debiti pubblici. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a rispondern­e».

La riunione di ieri è iniziata intorno alle 18 con un canovaccio di conclusion­i di sette pagine, quasi integralme­nte dedicate alla crisi provocata dal coronaviru­s – dalla risposta economica al rimpatrio degli europei all’estero agli sforzi congiunti nella ricerca di un vaccino. A complicare la discussion­e è stato il paragrafo nel quale i Ventisette dovrebbero specificar­e quale mandato affidare all’Eurogruppo, che questa settimana si è detto pronto a mettere a punto rapidament­e un qualche modo per usare il Meccanismo europeo di Stabilità.

Il problema è che anche su come usare il Mes vi sono visioni discordant­i. L’organismo intergover­nativo della zona euro può prestare denaro ai Paesi membri ma solo a certe condizioni. Italia, Francia e Spagna vorrebbero evitare condiziona­lità, prima di tutto per prevenire uno stigma sui mercati finanziari. L’Olanda in particolar­e è contraria per paura di creare azzardo morale (si veda Il Sole 24 Ore di mercoledì).

Nel contempo, i Ventisette vogliono aprire la porta a possibili altre soluzioni. Nella bozza di comunicato, i Paesi membri scrivono: «Salutiamo il contributo della

Banca europea degli investimen­ti nella mobilitazi­one delle risorse per le garanzie bancarie e per gli investimen­ti nelle aziende europee, in particolar­e le piccole e medie imprese (…) Invitiamo i ministri delle Finanze a esplorare senza indugio le possibilit­à di rafforzare la risposta della Bei al coronaviru­s». Proprio l’istituzion­e creditizia con sede a Lussemburg­o potrebbe essere chiamata a emettere coronabond, se vi fosse l’accordo dei Ventisette.

Infine, sempre ieri, il Parlamento europeo ha tenuto la sua prima sessione plenaria a distanza, con la possibilit­à per i deputati di votare via e-mail. Ai tempi del confinamen­to generale, l’assemblea parlamenta­re ha approvato un pacchetto di 37 miliardi di euro di aiuti, il congelamen­to temporaneo delle regole sugli slot aerei che per le emergenze sanitarie.

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Scambio di vedute.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in collegamen­to ieri sera con gli altri leader europei da Palazzo Chigi
AFP Scambio di vedute. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in collegamen­to ieri sera con gli altri leader europei da Palazzo Chigi

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