Fastweb e Iliad: portabilità del numero da tutelare
Contestato l’emendamento al Dl Cura Italia che congela il mercato per l’emergenza
Sul blocco alla possibilità di cambiare operatore si infiamma lo scontro nel settore Tlc. La questione divide le compagnie telefoniche – con Fastweb e Iliad che hanno immediatamente scritto ad Agcom per manifestare tutta la loro contrarietà – ma anche le associazioni dei consumatori, perlopiù contrarie a eccezione di Adiconsum o di Federconsumatori. Solo i sindacati – Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e anche la Ugl Telecomunicazioni – si schierano compatti a favore dell’emendamento al Dl Cura Italia che prevede lo stop alla portabilità dei numeri, sia sul fisso sia sul mobile. Fino alla fine dell’emergenza – e quindi fino al 31 luglio – un emendamento Lega-M5s finirebbe per mettere uno stop al cambio di operatore. «È un argomento delicato. La priorità è la salute di tecnici e addetti chiamati a svolgere attività presso le case dei clienti. Se ci fossero soluzioni diverse siamo pronti a dare il nostro contributo» spiega al Sole 24 Ore Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom Uil ribadendo il sì all’emendamento espresso dal fronte sindacale.
Allo stop totale alla portabilità si era pensato anche in Spagna. Il governo starebbe però facendo un passo indietro tornando ad autorizzare la portabilità dei numeri, ma a condizione che non si renda necessaria la presenza di tecnici nelle case. In Italia la presentazione dell’emendamento all’articolo 82 del Dl Cura Italia ha immediatamente generato le prese di posizione di Fastweb e di Iliad. La prima ha diffuso una nota per spiegare di aver scritto ad Agcom evidenziando che il blocco «non contribuisce in alcun modo alla salvaguardia dei lavoratori e dei clienti, poiché né le attività di cambio operatore per la rete mobile né quelle per la rete fissa – al netto di poche eccezioni - necessitano di intervento di un tecnico in casa».
Ad Agcom e Mise si è rivolta anche Iliad con l’idea, evidentemente, che sull’onda del momento d’emergenza possa essere avallato un intervento anti-competitivo che non dispiacerebbe ai grandi operatori Tim, Vodafone e Wind Tre. I tre non si sono espressi sul punto, ma hanno basi clienti maggiori e si trovano in altra posizione rispetto a Iliad, Fastweb, ma anche Open Fiber o - in prospettiva - Sky che sta per entrare sul mercato con una sua offerta.
Al ministero dello Sviluppo economico, guidato dal grillino Stefano Patuanelli, la situazione sembra già fonte di imbarazzo. Uno dei due emendamenti è iniziativa dei 5 Stelle con primo firmatario il presidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato Mauro Coltorti (l’altro è della Lega, primo firmatario Matteo Salvini). E proprio allo Sviluppo – competente sul tema delle tlc stanno arrivando le segnalazioni più critiche. Del resto lo stesso ministero, con un articolo del decreto Cura Italia, si era speso per rafforzare la tenuta del sistema delle reti di telecomunicazioni. Ora è chiamato a valutare se, come sostengono gli operatori contrari all’emendamento, il blocco della portabilità può teoricamente arrecare danni ai consumatori che per l’esigenza di migliorare la disponibilità di banda in questa fase di emergenza (ad esempio per lo smart working o l’e-learning) decidono di cambiare gestore telefonico. Peraltro all'interno degli alleati di governo dei 5 Stelle, a partire dal Pd, le opinioni su questa norma non sono univoche.
Per quanto riguarda l’Authority per le comunicazioni, la questione al momento non è stata ufficialmente affrontata. Ma – sempre che l’emendamento avanzi - potrebbe essere oggetto di un’informativa che gli uffici tecnici presenterebbero ai commissari nel corso di uno dei prossimi consiglio.