Ior-Optimum, la battaglia legale vaticana a Malta
Disposto il sequestro conservativo di beni per 29,5 milioni sull’isola
La causa giudiziaria a Malta che da tre anni contrappone lo Ior – Istituto per le Opere di Religione – e un fondo di investimento che fa capo al fondo immobiliare Optimum del finanziere Alberto Matta, va per le lunghe ma una decisione il Tribunale l’ha assunta, il 13 marzo scorso: sequestro conservativo presso terzi di 29,5 milioni di euro di beni dello Ior nell’isola. Una decisione che si innesta in un contenzioso complesso che affonda nel travagliato periodo che va dalla fine del pontificato di Benedetto XVI all’inizio di quello di Francesco, che oltre a un’opera di pulizia ha visto vari cambi di guida del Torrione Niccolò V, fino alla stabilizzazione attuale della dirigenza. La causa maltese non c’entra con la vicenda dell’immobile di Sloane Avenue di Londra che ha segnato lo scorso autunno (l’inchiesta è ancora in corso), ma sempre di un palazzo si parla. Qui l’oggetto è un immobile immenso e di gran pregio a Budapest, la sede dell’ex borsa valori e poi della televisione, un complesso di 54mila metri quadri che risale all’impero austroungarico, che è stato di fatto acquisito dallo Ior nel 2012 attraverso il Futura Fund Sicav- comparto K, per un investimento complessivo programmato di 41 milioni, e un versamento iniziale di 17 milioni. Poi l’accordo si è inceppato e si arriva così al 2017, quando lo Ior – già da due anni diretto dal dg Gianfranco Mammì – decide di avviare davanti alle autorità giudiziarie competenti di Malta, «un’azione civile nei confronti di più soggetti terzi, ritenuti responsabili di averlo danneggiato significativamente nell’ambito di alcune attività di investimento cui l'Istituto ha partecipato». Inizialmente, nel 2012, l’investimento era stato effettuato attraverso il fondo Ad Maiora – un veicolo dentro la piattaforma Optimum - poi liquidato: ora il controllo dell’immobile è sviluppato in una catena societaria che dal “Fondo K” passa per la società lussemburghese Cougar Real Estate e arriva alla società ungherese Tozsdepalota Kft. Ora la Futura Funds Sicav Plc – rappresentata dall’avvocato Andrea Suriano – chiederà un sequestro dei beni dello Ior a Malta – e ha fatto notificare la decisione del tribunale a circa 20 soggetti finanziari - ma a quanto risulta la banca vaticana non ha asset a Malta. Ci sarebbero i fondi Centurion, saliti alla ribalta con la vicenda dell'immobile di Londra, ma fanno capo alla prima sezione della Segreteria di Stato, e quindi un soggetto giuridico diverso, anche se sempre del Vaticano, nella sua più ampia accezione di entità statuale facente capo alla Sede Apostolica. Ma in punta di diritto (canonico) lo Ior non è parte della Santa Sede, e neppure dello Stato Città del Vaticano. Si vedrà. Forse si saranno degli strascichi anche in Italia. Intanto ai piani alti della Curia si mostra serenità verso questo sviluppo del contenzioso, in attesa della sentenza definitiva.