Nuovi canali Con il fintech possibili subito finanziamenti da 2 miliardi
La task force di Colao studia le riaperture delle filiere: dalla manifattura all’edilizia Continua il pressing dei territori per aprire le attività produttive a cui serve 1 miliardo di mascherine
Mappe del rischio per categorie produttive in modo da stabilire quali filiere hanno indici di esposizione al virus gestibili con misure come il distanziamento tra i lavoratori, l’impiego obbligatorio della mascherina e orari di lavoro flessibili in modo da evitare assembramenti sia in azienda che nei trasporti. Valutando il rientro dei lavoratori anche in base a fasce d’età e per aree geografiche. Ma anche il decollo a breve della App che aiuterà a tracciare gli spostamenti dei positivi al Covid geolocalizzandoli e dei loro contatti in modo da provare a frenare rapidamente la catena dei contagi. Questi sono alcuni dei dossier sul tavolo della task force per la Fase due guidata da Vittorio Colao che ieri si è riunita per fare il punto sui suoi lavori con l’obiettivo di presentare già il prossimo venerdì i primi risultati. E con il premier Giuseppe Conte che potrebbe dare presto il battesimo alla app che sarà scaricabile da un sito governativo prendendo anche il posto delle autocertificazioni cartacee attuali. In pista anche l’impiego di altre tecnologie per valutare ad esempio gli assembramenti nei luoghi pubblici e nei mezzi di trasporto.
Sul tavolo della task force sono arrivate in particolare le mappe del rischio dell’Inail e del Comitato tecnico scientifico. Un lavoro che si sta completando ora e che sarà cruciale per decidere cosa riaprire. «L’imperativo per noi è la valutazione del rischio per le singole categorie di lavoratori, un lavoro che sta facendo l’Inail» ha ribadito ieri il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia che ha anche tirato le orecchie a quelle Regioni che procedono in ordine sparso con ordinanze che allentano le misure del Governo.
Le mappe si basano sull’assegnazione di indici di rischio in base a tre parametri: l’esposizione al virus (i sanitari a esempio hanno l’indice più alto), la prossimità tra i lavoratori (come in una catena di montaggio) e l’aggregazione (si pensi a un ufficio pubblico). I tecnici dell’Inail sottolineano come le attività manifatturiere e quelle delle costruzioni(23% della forza lavoro secondo l’Istat) presentano a esempio per le 3 variabili considerate un indice di rischiosità complessivo mediamente basso che può essere ulteriormente migliorato con attente e puntuali misure organizzative e di prevenzione e protezione. E qui entrano in gioco i protocolli tra imprese e sindacati come quello base del 14 marzo per le attività strategiche o quello più recente di Fca. Tra i nodi aperti c’è la questione della sicurezza sui mezzi di trasporto e quella di assicurare una sorveglianza sanitaria negli ambienti di lavoro dopo la sanificazione posto che sono 16 milioni i lavoratori che hanno un medico aziendale competente (scoperti invece circa 7 milioni di lavoratori, compresi gli autonomi). Preoccupano però i focolai a livello territoriale alcuni dei quali concentrati in zone ad alta intensità di manifattura. Ieri i nuovi contagi complessivi sono risultati ancora in lieve calo (+2.972), ma le vittime sono ancora tante: 602. La curva dei contagi dunque ancora non ha imboccato con evidenza la discesa.
Intanto continua il pressing dei territori che chiedono di partire subito, senza aspettare il 4 maggio, come le imprese del Piemonte che chiedono una sperimentazione che preveda aperture ordinate e progressive, da concordare con istituzioni e sindacati sulla base dello strettissimo rispetto della sicurezza dei lavoratori. Alla base del test un ampio studio fatto da 80 esperti coordinato dal Politecnico di Torino che indica un fabbisogno di quasi un miliardo di mascherine al mese per tutti i lavoratori italiani. « Invieremo questo documento al premier Conte mettendolo a disposizione del Paese. Lo testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili» spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Gli esperti valutano il rientro a lavoro anche per fasce d’età e aree geografiche. Venerdì la prima relazione
Si punterà sulla messa a punto di protocolli con i sindacati come quello del 14 marzo e quello di Fca