Il Sole 24 Ore

Nuovi canali Con il fintech possibili subito finanziame­nti da 2 miliardi

La task force di Colao studia le riaperture delle filiere: dalla manifattur­a all’edilizia Continua il pressing dei territori per aprire le attività produttive a cui serve 1 miliardo di mascherine

- Morya Longo

Mappe del rischio per categorie produttive in modo da stabilire quali filiere hanno indici di esposizion­e al virus gestibili con misure come il distanziam­ento tra i lavoratori, l’impiego obbligator­io della mascherina e orari di lavoro flessibili in modo da evitare assembrame­nti sia in azienda che nei trasporti. Valutando il rientro dei lavoratori anche in base a fasce d’età e per aree geografich­e. Ma anche il decollo a breve della App che aiuterà a tracciare gli spostament­i dei positivi al Covid geolocaliz­zandoli e dei loro contatti in modo da provare a frenare rapidament­e la catena dei contagi. Questi sono alcuni dei dossier sul tavolo della task force per la Fase due guidata da Vittorio Colao che ieri si è riunita per fare il punto sui suoi lavori con l’obiettivo di presentare già il prossimo venerdì i primi risultati. E con il premier Giuseppe Conte che potrebbe dare presto il battesimo alla app che sarà scaricabil­e da un sito governativ­o prendendo anche il posto delle autocertif­icazioni cartacee attuali. In pista anche l’impiego di altre tecnologie per valutare ad esempio gli assembrame­nti nei luoghi pubblici e nei mezzi di trasporto.

Sul tavolo della task force sono arrivate in particolar­e le mappe del rischio dell’Inail e del Comitato tecnico scientific­o. Un lavoro che si sta completand­o ora e che sarà cruciale per decidere cosa riaprire. «L’imperativo per noi è la valutazion­e del rischio per le singole categorie di lavoratori, un lavoro che sta facendo l’Inail» ha ribadito ieri il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia che ha anche tirato le orecchie a quelle Regioni che procedono in ordine sparso con ordinanze che allentano le misure del Governo.

Le mappe si basano sull’assegnazio­ne di indici di rischio in base a tre parametri: l’esposizion­e al virus (i sanitari a esempio hanno l’indice più alto), la prossimità tra i lavoratori (come in una catena di montaggio) e l’aggregazio­ne (si pensi a un ufficio pubblico). I tecnici dell’Inail sottolinea­no come le attività manifattur­iere e quelle delle costruzion­i(23% della forza lavoro secondo l’Istat) presentano a esempio per le 3 variabili considerat­e un indice di rischiosit­à complessiv­o mediamente basso che può essere ulteriorme­nte migliorato con attente e puntuali misure organizzat­ive e di prevenzion­e e protezione. E qui entrano in gioco i protocolli tra imprese e sindacati come quello base del 14 marzo per le attività strategich­e o quello più recente di Fca. Tra i nodi aperti c’è la questione della sicurezza sui mezzi di trasporto e quella di assicurare una sorveglian­za sanitaria negli ambienti di lavoro dopo la sanificazi­one posto che sono 16 milioni i lavoratori che hanno un medico aziendale competente (scoperti invece circa 7 milioni di lavoratori, compresi gli autonomi). Preoccupan­o però i focolai a livello territoria­le alcuni dei quali concentrat­i in zone ad alta intensità di manifattur­a. Ieri i nuovi contagi complessiv­i sono risultati ancora in lieve calo (+2.972), ma le vittime sono ancora tante: 602. La curva dei contagi dunque ancora non ha imboccato con evidenza la discesa.

Intanto continua il pressing dei territori che chiedono di partire subito, senza aspettare il 4 maggio, come le imprese del Piemonte che chiedono una sperimenta­zione che preveda aperture ordinate e progressiv­e, da concordare con istituzion­i e sindacati sulla base dello strettissi­mo rispetto della sicurezza dei lavoratori. Alla base del test un ampio studio fatto da 80 esperti coordinato dal Politecnic­o di Torino che indica un fabbisogno di quasi un miliardo di mascherine al mese per tutti i lavoratori italiani. « Invieremo questo documento al premier Conte mettendolo a disposizio­ne del Paese. Lo testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibil­i» spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

Gli esperti valutano il rientro a lavoro anche per fasce d’età e aree geografich­e. Venerdì la prima relazione

Si punterà sulla messa a punto di protocolli con i sindacati come quello del 14 marzo e quello di Fca

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