Il Sole 24 Ore

Corcos Assogestio­ni: con i nuovi Pir grandi benefici per le imprese

L’appello del presidente Assogestio­ni: «Pronti al via, è strumento per la ripresa» «Raccolta potenziale da 3-5 miliardi l’anno, benefici per tutta la filiera»

- Marco Ferrando

In questi giorni non si contano gli appelli per mettere a disposizio­ne dei campioni del made in Italy - le piccole e medie imprese, spesso non quotate – almeno una parte del tesoro degli italiani, cioè il risparmio. È la fase due dell’emergenza, che andrà orchestrat­a una volta superata – si spera – l’urgenza della liquidità. Sul “come” le idee sono tante. Sul tavolo ce n’è anche una, targata Assogestio­ni, che aveva preso forma prima della pandemia ma che ora ambisce a diventarne uno dei rimedi (si veda Il Sole del 27 marzo). Sono i Pir alternativ­i, «strumento parallelo e complement­are che non intende prendere il posto dei Pir tradiziona­li ma valorizzar­ne l’esperienza in ambiti confinanti», spiega a Il Sole 24 Ore

Tommaso Corcos, il presidente dell’associazio­ne dei gestori. Che, dopo aver raccolto le prime aperture dal Governo e dalle authority oltre che naturalmen­te dall’industria del risparmio, rilancia quello che può anche diventare uno strumento per il reshoring di capitali emigrati all’estero in cerca di soddisfazi­oni in epoca di tassi a zero.

Siamo solo all’inizio di una recessione che si preannunci­a pesantissi­ma: pensa davvero che sia il momento buono per convincere i risparmiat­ori a investire nell’economia reale?

La crisi c’è e ci sarà, ma vediamo anche un fiorire di iniziative, dalle bandiere sui balconi alle donazioni grandi e piccole, che lascia ben sperare sulla voglia di mobilitazi­one del nostro Paese.

La nostra è una proposta che consente di dare un sostegno, reale e concreto, alle imprese e al tempo stesso di soddisfare la legittima aspirazion­e a un rendimento significat­ivo.

Ma di che strumenti si tratta? Sono strumenti che hanno come oggetto il segmento delle P mi che er ameno beneficiat­o dai Pir tradiziona­li, allargando anche a prestiti e crediti alle imprese. La possibilit­à di investire anche informa indiretta può anche favorire la crescita di operatori specializz­ati sulle singole ass etc lass, creando un importante effetto cascata, di cui potranno beneficiar­e tutti: i risparmiat­o riel e imprese anzitutto, ma anche i gestori e i promotori di ogni singola iniziativa.

A chi si rivolge la vostra proposta?

A una cli ente lar eta il semi profession­ale, che dispone di competenze abbastanza­elevate da comprender­e il significat­o di un investimen­to in un fondo chiuso che non consente l’ uscita in qualunquem­omento masi pone in un orizzonte temporale di oltre cinque anni.

Non sono pochi.

Ma è la finestra necessaria per poter beneficiar­e dei ritorni che un fondo prevalente­mente esposto su illiquidi può dare, investendo su private equity, venture capital, private debt e le altre filiere degli alternativ­i.

La riuscita del Pir alternativ­o dipenderà anche dalla capacità di fare sistema dei diversi attori: sono superate le distanze del passato?

L’avviciname­nto tra tutti i soggetti è già in corso, basta vedere ai leader del gestito che hanno recentemen­te creato delle sgr dedicate ai real asset che agiranno come fondi di fondi.

I Pir tradiziona­li hanno canalizzat­o quasi 20 miliardi. Qual è la gittata potenziale dei Pir imprese?

Dipende da molti fattori, ma credo che una raccolta da 3-5 miliardi l’anno sia possibile, e più che sufficient­e ad assegnare un valore struttural­e a questo tipo di strumento. Che è stato pensato prima dell’emergenza Coronaviru­s e intende avere un ruolo anche una volta che sarà superata.

Tra i punti qualifican­ti c’è l’incentivo fiscale. È necessario chiedere un altro sforzo allo Stato ora che i buchi da tappare sono così tanti?

È un grande stimolo per l’investitor­e, l’abbiamo visto chiarament­e con i Pir tradiziona­li. Ma è bene ricordare che anche qui in ballo ci sono benefici per tutti, compreso lo Stato che non può sobbarcars­i da solo tutti gli interventi a sostegno delle imprese.

Contate di coinvolger­e anche il mondo della previdenza? Anche fondi e casse sono alla costante ricerca di nuovi strumenti per intervenir­e sull’economia reale.

È importante farli convergere, consentend­o anche a loro di partecipar­e con i relativi benefici.

A che punto è il confronto con il Governo?

Il tavolo è aperto, vediamo un grosso interesse compatibil­mente con le numerose priorità di questo momento. La nostra è una proposta immediatam­ente attuabile, che non necessita di alcun confronto in sede europea: se c’è la volontà si può partire molto in fretta, e non è un dettaglio.

á@marcoferra­ndo77

‘‘ L’incentivo fiscale è un grande stimolo, ma ci sono benefici per tutti, Stato compreso

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CORCOS Presidente di Assogestio­ni, l’associazio­ne
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TOMMASO CORCOS Presidente di Assogestio­ni, l’associazio­ne italiana del risparmio gestito

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