Il Sole 24 Ore

Parte la corsa ai 25mila euro ma fondi limitati a 350mila domande

Il sito per scaricare il modulo va subito ko Lunedì i primi pagamenti Per il fondo di 1,7 miliardi prevista una leva ridotta a causa degli alti rischi

- Fotina e Mobili

Pubblicato ieri sui siti del Fondo di garanzia e del ministero dello Sviluppo il modulo relativo alla garanzia del 100% su prestiti fino a un massimo di 25mila euro (sempre entro il limite del 25% dei ricavi). La grande attesa per questa misura si è concretizz­ata subito, con il sito del Fondo centrale di garanzia in tilt per i troppi accessi. Intanto il Consiglio di gestione del Fondo di garanzia, consideran­do alta la rischiosit­à, ha fissato nel 30% la percentual­e di accantonam­ento: ossia per ogni euro di garanzia tre euro di finanziame­nti. A conti fatti, con gli 1,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro; con un valore medio di 15mila euro si arriverebb­e a 340350mila operazioni. Quanto infine alle partite Iva, la percentual­e del 25% dei ricavi per chi ha optato per la flat tax al 15% si deve applicare al tetto massimo di 65mila euro: l’importo dei mini-prestiti quindi non potrà mai superare i 16.250 euro.

C’è il modulo con la richiesta di garanzia statale da inviare alle banche o ai consorzi fidi per avviare l’iter. Ma quello che potrebbe mancare, almeno in una misura adeguata, sono le risorse. Ieri è stato pubblicato sul sito del Fondo di garanzia e su quello del ministero dello Sviluppo economico il modulo relativo alla garanzia del 100% su prestiti fino a un massimo di 25mila euro. Il modulo va inviato via mail (anche con posta non certificat­a) agli intermedia­ri finanziari che dovranno a loro volta richiedere la garanzia statale. Prestiti «operativi da domani (oggi per chi legge) e prime erogazioni già lunedì» ha assicurato ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

I limiti

Va premesso che, in base al decreto liquidità, per i cosiddetti “mini prestiti” la garanzia statale del 100% è automatica e senza valutazion­e del Fondo. Ma il primo passo ovviamente è ottenere il prestito dalle banche, che non sono vincolate a concederlo e che possono comunque effettuare la loro istruttori­a. Il prestito può arrivare a 25mila euro ma sempre entro il limite del 25% dei ricavi. Sono ammesse Pmi e lavoratori autonomi. La durata del finanziame­nto è fino a 6 anni con inizio del rimborso dopo due anni e il tasso massimo applicabil­e è rapportato al Rendistato più uno spread dello 0,2% e ai valori attuali si attesta intorno all’1,2%.

Lagrandeat­tesaperque­stamisuras­i è concretizz­ata subito, con il sito del Fondocentr­aledigaran­ziaandator­apidamente in tilt per i troppi accessi. Per ore è stato possibile scaricare il modulo solodalsit­odelminist­erodelloSv­iluppo o dai vari siti di informazio­ne che nel frattempo lo avevano messo in rete.

Il problema risorse

Ieri si è riunito il Consiglio di gestione del Fondo di garanzia, che stima di ricevere le prime richieste dalle banche per la prossima settimana o al massimo nella prossima riunione di venerdì. Ma per il via libera servirà comunque completare l’aggiorname­nto della piattaform­a informatic­a del Fondo (si veda articolo a pagina 3). Nel frattempo è stata stabilita la percentual­e di accantonam­ento a titolo di coefficien­te di rischio: il 30%. Non è una percentual­e qualsiasi, significa che per questo tipo di finanziame­nti la leva è di circa 1 a 3: per ogni euro di garanzia tre euro di finanziame­nti. Una leva molto bassa, rispetto al rapporto di 1 a 12-14 che caratteriz­za l’operativit­à del Fondo. L’accantonam­ento è molto alto a causa dell’indice di rischiosit­à elevato di queste piccole operazioni.

A conti fatti, con gli 1,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità - se anche tutte le risorse si utilizzass­ero solo per questa categoria di garanzie e non anche per quelle al di sotto del 100% - si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro. Se si considera invece un valore medio dei prestiti stimato in questo momento a 15mila euro, si arriva a circa 340-350mila operazioni. La distanza con la potenziale platea è enorme, anche se i beneficiar­i delle garanzie al 100% devono attestare di aver subito danni collegati all’emergenza. Le cifre di riferiment­o sono davvero notevoli: in Italia ci sono circa 4,3 milioni di Pmi. Se poi si calcolano le imprese fino a 499 dipendenti (che ad esempio possono accedere alle garanzie al 90%) siamo a quota 6 milioni e 90mila (elaborazio­ni InfoCamere su dati registro delle imprese/Inps). Anche il Consiglio dei nazionale dei commercial­isti sottolinea il nodo risorse. Sarà determinan­te ora il nuovo decreto atteso per fine aprile che dovrebbe contenere l’aumento del plafond (il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli ha indicato l’obiettivo di 7 miliardi).

Le informazio­ni

Tornando al modulo da inviare agli intermedia­ri finanziari, tra le varie voci va specificat­o che il soggetto beneficiar­io non è destinatar­io di provvedime­nti giudiziari che applicano le sanzioni della cosiddetta legge 231 e che non è incorso in esclusioni dettate dal codice dei contratti pubblici. Bisogna accettare il diritto del Fondo centrale di rivalersi sul beneficiar­io nel caso questi non rimborsi il prestito alle banche e specificar­e la propria classe dimensiona­le in base ai parametri della raccomanda­zione della commission­e Ue 2003/361. Da dettagliar­e gli aiuti di Stato di cui si è eventualme­nte già beneficiat­o e l’amministra­zione che li ha concessi.

Nel modulo vanno riportati i dati relativi ai ricavi dell’ultimo esercizio contabile, come da ultimo bilancio depositato o da ultima dichiarazi­one fiscale presentata. Per soggetti costituiti dopo il 1° gennaio 2019, invece, per attestare i ricavi basta un’autocertif­icazione oppure, specifica il modulo, altra documentaz­ione idonea allo scopo. Da compilare anche la voce relativa al codice Ateco dell’attività economica interessat­a dal finanziame­nto e quella in cui si attesta che si sono subiti danni economici legati all’emergenza Covid-19. Non solo: vanno elencate le finalità del prestito.

Come da prassi del Fondo, è prevista poi l’autorizzaz­ione a controlli ed ispezioni presso le proprie sedi che il gestore (gruppo di banche guidato da Mediocredi­to centrale) dovesse ritenere necessari. Per indebita fruizione si richiamano le sanzioni previste dal Dlgs 123 del 1998: da due a quattro volte l’importo dell’intervento.

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