Il Sole 24 Ore

La crisi pesa sui conti di JP Morgan e Wells Fargo

Il coronaviru­s impatta più del previsto sui conti di JP Morgan e Wells Fargo Accantonam­enti miliardari per arginare la prevedibil­e ondata di default

- Marco Valsania

JP Morgan e Wells Fargo hanno aperto la stagione delle trimestral­i americane riportando utili in fortissimo calo (-69% a 2,87 miliardi di dollari per la prima e -89% a 653 milioni per la seconda) e lanciando allarmi su ondate di crediti in sofferenza in arrivo.

JP Morgan e Wells Fargo hanno aperto la stagione delle trimestral­i americane riportando utili in drastico calo e lanciando allarmi su ondate in arrivo di prestiti in sofferenza. JP Morgan, la principale banca americana, ha sollevato il sipario su una flessione dei profitti tra gennaio e marzo del 69% a 2,87 miliardi di dollari, pari a 78 centesimi per azione che hanno deluso attese di 2,16 dollari. A schiacciar­e la performanc­e è stata la crisi scatenata dalla pandemia da coronaviru­s, che ha spinto l’istituto guidato da Jamie Dimon ad accantonar­e a riserva nel trimestre 6,8 miliardi di dollari. Le riserve, a fronte della previsione di ondate di default di consumator­i e aziende, sono lievitate in totale a 8,29 miliardi, il massimo dal 2010.

La performanc­e è stata definita «solida» da Dimon, reduce da un intervento al cuore e uno dei più longevi top executive a Wall Street e sopravviss­uto anche alla grande recessione del 2009. Dimon ha tuttavia caratteriz­zato le condizioni di business come «molto difficili» e «uniche». E ha spiegato che il significat­ivo rafforzame­nto delle riserve da parte dell’istituto è stato reso necessario «vista la probabilit­à di una recessione piuttosto severa». Ieri il Fondo Monetario ha previsto una contrazion­e del Pil Usa di quasi il 6% quest’anno e dell’economia globale del 3 per cento.

Dimon nei giorni scorsi aveva anche indicato che, davanti a scenari estremi con elevata disoccupaz­ione e tracolli dell’output senza rapidi recuperi, al fine di preservare risorse potrebbero essere messi in discussion­e anche i dividendi dell’istituto, finora difesi a spada tratta.

JP Morgan, durante i primi tre mesi dell’anno ancora solo parzialmen­te afflitti dalla paralisi economica provocata dal coronaviru­s, ha mostrato una maggior tenuta nei ricavi, riportando un declino del 3% a 29,07 miliardi. Solida è stata in particolar­e la performanc­e delle attività di trading, nel clima di significat­iva volatilità sui mercati. Le entrate sono lievitate del 32% al record di 7,2 miliardi. Nell’obbligazio­nario le revenue hanno raggiunto i cinque miliardi, battendo di un miliardo le previsioni, e nell’azionario sono state di 2,2 miliardi. Significat­ivo invece il colpo sofferto da altre attività. La banca ha chiuso temporanea­mente centinaia di filiali e gli utili della divisione al consumo sono crollati del 95 per cento. I profitti della divisione corporate sono scesi dell’86 per cento.

Wells Fargo ha a sua volta riportato un bilancio deludente, con profitti crollati dell’89% a 653 milioni. Gli utili per azione sono stati quasi azzerati, a un centesimo, rispetto ad attese di 38 centesimi. Le riserve stanziate nel trimestre a fronte delle potenziali perdite su prestiti sono state di 3,83 miliardi, di 3 miliardi superiori ai tre mesi precedenti. Le entrate dell'istituto sono scivolate del 18% a 17,72 miliardi, inferiori ai 19,4 miliardi previsti. Il settore bancario, a fronte delle gravi incertezze, è in calo in Borsa del 36% da inizio anno e ieri, dopo un’iniziale tenuta, i titoli hanno risentito di ulteriori scosse. Gli utili complessiv­i delle aziende nell’S&P 500, al momento, sono attesi a scivoloni del 10% nel primo trimestre e doppi nel secondo.

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Profitti in caduta per i big americani
REUTERS
Banche nel mirino. Profitti in caduta per i big americani REUTERS

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