Il Sole 24 Ore

Per colf e badanti indennizzi fino a 600 euro

Decreto aprile. Il Governo studia una sorta di cassa integrazio­ne in deroga semplifica­ta sulla base di due parametri: orario e prestazion­i effettuate Le altre garanzie. Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha annunciato anche l’introduzio­ne di tutele in

- Giorgio Pogliotti

Un indennizzo con un importo compreso tra 400 euro e 600 euro dall’estensione di una sorta di cassa integrazio­ne in deroga semplifica­ta, destinata a quella parte delle 860mila colf e badanti regolari che hanno avuto il rapporto di lavoro sospeso a causa dell’emergenza coronaviru­s.

In vista del Dl Aprile, allo studio del ministero del Lavoro c’è l’introduzio­ne di una tutela per questa categoria di lavoratori di fatto esclusi dal decreto Cura Italia, una misura simile alla cassa in deroga ma semplifica­ta per le famiglie, attingendo ai complessiv­i 15 miliardi che si stima verranno stanziati per finanziare le misure sul lavoro. In sostanza l’importo riconosciu­to al lavoratore sarebbe parametrat­o all’orario contrattua­le fissato con uno o più datori di lavoro e alle ore effettivam­ente svolte a partire da aprile. Secondo le simulazion­i dei tecnici del ministero del Lavoro e del Mef, la gran parte degli importi riconosciu­ti per i contratti full time si aggirerebb­e sui 400 euro, mentre per i part time si ipotizzano circa 200 euro. Resta poi la possibilit­à, anche per questa categoria di lavoratori, di beneficiar­e del reddito di emergenza che, secondo quanto anticipato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, dovrebbe avere una dote complessiv­a di circa 3 miliardi destinata ad una platea potenziale di 3 milioni di persone rimaste escluse dagli altri strumenti di sostegno; qui potrebbe rientrare anche una fetta degli 1,2 milioni di colf e badanti irregolari.

Il superament­o della «discrimina­zione dettata dalle disposizio­ni del Decreto Cura Italia» con l’inclusione dei lavoratori domestici tra i destinatar­i dell’ammortizza­tore sociale in deroga, insieme alle misure ad hoc di sostegno dei datori di lavoro del settore, «per lo più famiglie con il bisogno crescente di cura e assistenza domestica», è stato sollecitat­o all’unisono dalle rappresent­anze di associazio­ni datoriali e sindacati la settimana scorsa nel videoconfr­onto con il ministro Catalfo, preceduto da un avviso comune. «L’inclusione nella cassa integrazio­ne in deroga - spiega Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina - per colf e badanti sospesi eviterebbe la perdita del lavoro e alleviereb­be le famiglie dal continuare a sostenere i costi del lavoro domestico non prestato. Molte famiglie per evitare il contagio e per senso di responsabi­lità hanno lasciato a casa i lavoratori, pur continuand­o a versare lo stipendio mensile». Peraltro Gasparrini fa anche notare che alcune Regioni

sono intervenut­e (come la Sardegna che ha disposto un bonus per il lavoro domestico fino a 600 euro), altre sarebbero pronte ad intervenir­e, ma riferiscon­o che l’ostacolo normativo è nell’esplicita esclusione del lavoro domestico nel Cura Italia. «Affinchè il sostegno al reddito vada a chi effettivam­ente ha avuto il lavoro sospeso dalle famiglie - aggiunge Gasparrini -, ed evitare abusi, serve un coinvolgim­ento di associazio­ni datoriali e patronati. Chiediamo anche un aiuto alle famiglie che hanno mantenuto il rapporto di lavoro in questa difficile fase con un rimborso di una quota della retribuzio­ne o portando in deduzione la retribuzio­ne di aprile e maggio, anche per incentivar­e il lavoro regolare».

A Cgil, Cisl, Uil, con le rispettive federazion­i di categoria Filcams-Cgil, Fisascat- Cisl, Uiltucs e Federcolf e alle associazio­ni datoriali Fidaldo e Domina che in modo unanime hanno chiesto di dare una protezione ai lavoratori domestici, esclusi dagli strumenti di sostegno per il lavoro subordinat­o nonostante paghino regolarmen­te l’Inps, ha riposto il ministro Catalfo che ha preso una serie di impegni: «Nel decreto aprile - ha detto - prevederem­o una forma di ammortizza­tore sociale per le lavoratric­i e i lavoratori del settore, tutelandol­i anche in caso di malattia o quarantena. Già oggi,i datori di lavoro possono usufruire della sospension­e dei versamenti previdenzi­ali e assistenzi­ali prevista dal decreto Cura Italia».

Domina ha evidenziat­o che nel 2019 su circa 2 milioni di colf e badanti circa 6 su 10 sono irregolari, e nell’arco temporale 2009-2018 si assiste ad un calo complessiv­o del 12,9% del lavoro regolare (-1,4% tra 2017 e 2018). L’88,4% sono donne, il 71,4% stranieri.

La spesa complessiv­a delle famiglie per il lavoro domestico è pari a 14,9 miliardi, con un risparmio annuale per le casse statali di 9,7 miliardi di costi per l’assistenza. «Oltre ad un sostegno al reddito dei lavoratori che segua le procedure più idonee, consideran­do le specificit­à del lavoro domestico - aggiunge Aurora Blanco, segretaria nazionale della Fisascat-Cisl -, abbiamo chiesto al Governo che anche per questa categoria venga riconosciu­to il bonus di 100 euro per chi ha lavorato a marzo. Inoltre bisogna fornire gli adeguati dispositiv­i di protezione individual­e. La prossimità, infatti, è una specifica caratteris­tica del settore, perché non si può prestare cura e assistenza ad oltre un metro di distanza. Nel prossimo incontro con il ministro Catalfo chiederemo la sanatoria per fare emergere il sommerso».

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