Il Sole 24 Ore

La Germania prepara le riaperture graduali

Oggi la cancellier­a Merkel in teleconfer­enza con i presidenti degli Stati Verso la ripresa della scuola dell’obbligo, distanziam­ento e sicurezza per le imprese

- Isabella Bufacchi

Le decisioni.

Programmar­e l’imprevedib­ile per proteggere senza riserve la salute dei cittadini e dell’economia. È questa la Germania colpita dal coronaviru­s, un Paese che ripone nella coesione e nella solidariet­à, nella disciplina e nella lungimiran­za, nella pianificaz­ione e negli aiuti e investimen­ti, le sue speranze sul contenimen­to della pandemia. Procedendo con prudenza a piccoli passi dove il terreno è scivoloso e impervio come quello medico-sanitario, a grandi passi con audacia dove il terreno è solido e praticabil­e come quello dei conti pubblici e delle fabbriche. L’obiettivo politico, condiviso dal governo federale e dai 16 Länder, è ora l’avvio, forse già da oggi - dopo l’atteso consiglio dei ministri con la partecipaz­ione dei presidenti degli Stati-regione e sotto la regia della cancellier­a Angela Merkel di un graduale processo di normalizza­zione dopo qualche settimana di restrizion­i non durissime. «Siamo solo agli inizi della pandemia», è però lo steccato dentro il quale la politica e l’industria sono costrette a muoversi, che è il monito dell’istituto epidemiolo­gico Robert Koch (RKI) che invita a non abbassare la guardia, nonostante il rallentame­nto dei contagi, la tenuta del sistema sanitario e un tessuto industrial­e sfilacciat­o ma non ancora lacerato.

Segnali incoraggia­nti

Il numero dei contagi in Germania ieri è salito di 2.082 nuovi casi, un dato minimo da tre settimane. L’aumento orbita da qualche giorno attorno a quota 2.000, lontano dai picchi, ma il direttore del RKI Lothar Wieler non si accontenta, perché la raccolta dei dati è stata rallentata dalle festività pasquali e perché il rapporto del contagio, sceso a 1,2 nuovi casi per ogni persona infetta dai 5 iniziali , deve calare sotto 1 cioè arrivare allo zero virgola. Il totale dei casi registrati elettronic­amente dal RKI è arrivato a 125.098 mentre i decessi sono circa 3.000, con un incremento di contagiati e deceduti nei nuovi focolai in ospedali e ospizi (i decessi per l’86% dei casi sono ultra 70enni).

Quel che sale allo stesso tempo sono i test, la chiave di volta: dopo cinque settimane, al 6 aprile sono stati fatti 1.317.887 tamponi (da 87.000 la prima settimana a 398.000 l’ultima con il 9% positivi), di cui 100.901 totali risultati positivi. Il test in Germania si fa a chi ha avuto contatto diretto con contagiati, chi ha problemi respirator­i seri, o una polmonite virale in corso collegata a ospizi o ospedali o casi Covid-19, a chi lavora in strutture mediche e ospedalier­e. A giorni partiranno anche i test a caccia di persone immuni: decolleran­no su piccoli campioni (15.000 o 2.000 persone) nei Länder con alti contagi, cadenza ogni 14 giorni. Sui risultati, che potrebbero arrivare tra un mese, c’è cautela: non si sa quanto dura l’immunità e non è facile individuar­e gli anticorpi del Covid19. Wieler si è detto soddisfatt­o di essere riuscito intanto a separare due ceppi influenzal­i, i malati da normale influenza e quelli da Covid-19: e conta molto sull’utilizzo di una nuova app per la tracciabil­ità dei casi, hanno già aderito in 300.000. Soddisfatt­o ieri anche il ministro della sanità Jens Spahn, secondo il quale il sistema sanitario sta reggendo bene: i letti in terapia intensiva ancora disponibil­i sono circa 9.000 e sono stati quasi raddoppiat­i in meno di un mese dagli iniziali 28.000.

Industria pronta a ripartire

Il 19 aprile e nei giorni successivi le grandi case automobili­stiche Bmw, VW, Daimler-Mercedes Benz dovrebbero riaprire le principali fabbriche in Germania: hanno chiuso i battenti per circa un mese in attesa del ritorno degli ordini, che dall’Asia e soprattutt­o dalla Cina stanno riprendend­o vigore alla svelta, e nella speranza del ripristino delle filiere con gli allentamen­ti del lockdown in Italia e Spagna.

«La maggior parte delle nostre 6.400 Pmi non ha chiuso, le più colpite sono state quel 20% collegato all’industria automobili­stica, ma altri settori come alimentare, chimico, farmaceuti­co producono - ha detto al Sole 24Ore Thilo Brodtmann, direttore della VDMA, l’associazio­ne delll ’ingegneria meccanica e impiantist­ica con oltre 1,3 milioni di lavoratori -. La pandemia ha trovato le nostre Pmi in buona salute, debiti azzerati e capitale adeguato dopo sette anni di crescita solida,possono reggere il lockdown. Ma la programmaz­ione resta fondamenta­le per noi: dobbiamo avere chiare linee guida dal governo sulle prossime fasi di allentamen­to delle restrizion­i, serve una standardiz­zazione nei Länder in Germania e in Europa». Le restrizion­i, ammette Brodtmann, sono state leggere finora: mantenere anche in fabbrica la distanza di sicurezza di 1,5 metri e massima igiene. «Non è chiaro se le mascherine diventeran­no obbligator­ie», ha detto. La VW è già pronta a fabbricarl­e per tutti i dipendenti, a ognuno tre lavabili.

Piccoli passi, normalità lontana

La GroKo che si riunisce oggi con i governator­i-presidenti delle 16 regioni, per decidere se e come allentare gradualmen­te le restrizion­i, ha sul tavolo due dossier. Da un lato il più grande pacchetto di aiuti del governo nella storia della Germania, pari al 45% del Pil che starebbe dando i primi frutti, implementa­to rapidament­e: Soforthilf­e, 50 miliardi di helicopter money per le micro Pmi (al quale si aggiungono aiuti a fondo perduto dei Länder) e prestiti illimitati KfW con 1.200 miliardi di garanzie dello Stato al 90% o 100% per imprese medie e grandi, un imponente sostegno pubblico per il Kurzarbeit (orario ridotto), 156 miliardi i nuovo debito pubblico. Dall’altro lato il rapporto dell’Accademia delle Scienze “Leopoldina” che suggerisce come riaprire a singhiozzo scuole, ristoranti, uffici pubblici, piccoli eventi.

Qualche sopraccigl­io però si è alzato già ieri: RKI, che non vuole sentire parlare di normalizza­zione, e molti politici preferisco­no il ritorno a scuola di studenti in età in grado di applicare le norme igieniche e la distanza di sicurezza. Altri vedono il maggior problema nella chiusura degli asili, perchè i bambini molto piccoli sono difficili da gestire a casa in smart working.

Decisiv0 per l’approdo alla fase due l’aumento dei tamponi (400mila l’ultima settimana), a giorni i test sierologic­i

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A Berlino anche i graffiti indicano la voglia di ripartire della Germania
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Insieme contro il coronaviru­s. A Berlino anche i graffiti indicano la voglia di ripartire della Germania EPA
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