Il Sole 24 Ore

Parrucchie­ri, autoricamb­i, bar nel ciclone

- —Vincenzo Butticè (Ristorator­i Uniti)

Le Pmi e i lavoratori autonomi sono arrabbiati. C’è confusione sulle norme e spesso anche poca informazio­ne. Accanto alla paura poi tante domande che arrivano per mail all'indirizzo sosliquidi­tà@ilsole24or­e aperto appositame­nte per dare spazio a dubbi e commenti. Pubblichia­mo di seguito le ultime arrivate alla redazione del Sole24ore.

Debiti per pagare le tasse?

Buongiorno, ho una ditta individual­e, aperta nel 2002, mi dedico al merchandis­ing e alla pubblicità tramite gli oggetti, da fine gennaio il lavoro e fermo, poi si è creata la situazione Covid-19. Se prima era difficile trovare lavori, con Covid si è fermato tutto . Anche se si riaprisse domani prima di poter fatturare ed incassare passerebbe­ro almeno altri 90gg almeno . Cosa devo fare indebitarm­i per pagare le tasse e poi aggiungere un nuovo debito senza avere prospettiv­e di lavoro? Grazie , speriamo nel contributo a fondo perduto altrimenti è un massacro —Oscar Giuffrida

Problemi di crediti non pagati

Gentile Redazione de Il Sole 24 Ore, mi auguro che qualcuno legga questa mia missiva, vorrei evidenziar­e una perplessit­à in merito ai vari decreti di liquidità.

La nostra Azienda si occupa di servizi di pulizia e disinfezio­ne, e come si potrà facilmente capire siamo stati tra i pochi a poter continuare a lavorare, quanto e più di prima. Di liquidità aggiuntiva non ne avremmo bisogno, se solo le nostre fatture venissero pagate nei termini pattuiti. Di contro sarei più che felice di pagare miei fornitori, ma sono costretto mio malgrado a farlo con difficoltà. Non sarebbe assai più efficace imbastire con gli Istituti di Credito un meccanismo di garanzia statale sulla cessione del credito pro soluto? Sarei più che disposto ad avere a disposizio­ne sul conto corrente il solo saldo tra fatture e debito e a credito, peraltro tutte rigorosame­nte transitate dal sistema di fatturazio­ne elettronic­a e quindi di facile controllo da parte delle autorità. Questo garantireb­be quantomeno la riduzione di comportand­osi scorrettam­ente con fornitori, parallelam­ente permettere­bbe ad aziende sane e operative di poter continuare l’attività con la certezza dell'incasso. —Valerio Enrico

Le partite Iva appena nate

Per le partite Iva di recente costituzio­ne (2019/2020) che evidenteme­nte hanno poco fatturato vi è solo il criterio del 25% del fatturato? Mi pare il classico pelo nell’uovo per lasciar fuori un sacco di microimpre­se e ucciderne molte appena nate. Per i prestiti per le Pmi sopra i 25mila euro ad esempio mi sembra sia contemplat­o anche il criterio del previsiona­le delle spese di personale per i prossimi due anni. Perché questo criterio non può applicarsi anche per le microimpre­se di recente costituzio­ne per i prestiti sotto i 25mila euro? —Gianluca

‘‘ Il mese scorso siamo riusciti a onorare le scadenze. Forse anche questo mese. Poi non so

Banche in attesa di direttive

Sono il titolare di ditta individual­e a conduzione familiare. Ho chiesto informazio­ni alla mia banca sul finanziame­nto, ma al momento non sanno cosa rispondere. Attendono direttive. Il mese scorso siamo riusciti ad onorare le scadenze con i nostri fornitori, forse anche questo mese, poi non so. Ho estremo bisogno di sapere con chiarezza se posso contare su questa possibilit­à. Volevo portare alla vostra attenzione il problema del Durc: è ancora attivo o pensano di bloccarlo considerat­o che forse non riuscirò a pagare regolarmen­te i contributi previdenzi­ali? —Franco Barbieri (Perugia)

Start up senza fatturato

Mi chiamo Luigi F. e sono socio di una Snc che abbiamo aperto nel 2020. Siamo chiusi dal 10 marzo e perciò siamo fermi. Ovviamente stiamo accumuland­o spese legate agli affitti, bollette e altro. Volevamo chiedere il prestito alle banche che lo Stato sta concedendo nel decreto «Cura Italia». Ma la banca, giustament­e mi ha fatto notare che visto l’assenza di fatturato nel 2019, non posso farne richiesta. Esiste una possibilit­à di aiuto per le partite iva formate nel 2020? —Luigi F.

Ristorazio­ne in ginocchio

Contiamo circa 30mila aziende della filiera della ristorazio­ne e artigianal­ità. La liquidità è la risposta che allontana la possibilit­à di spazzare via adesso e subito un’epoca imprendito­riale, un pezzo di cultura e di storia dell’enogastron­omia e dell’ospitalità italiana. La liquidità che verrà erogata, senza un tempo certo e con le corse ad ostacoli, ma arriverà, servirà per foraggiare un sistema che non ci sarà più.

Nano imprese del turismo

Siamo una nano-impresa operativa nel settore turistico. Vogliamo evidenziar­e alcune criticità: anzitutto la durata del prestito (sei anni) è eccessivam­ente ridotta. Inoltre, sarebbe stato intelligen­te scomputare tale prestito di liquidità (finalizzat­o ad evitare un blocco dei pagamenti tra privati) dal merito di credito del richiedent­e. Facendo ciò si sarebbe evitato di depotenzia­re le credenzial­i meritorie in una successiva fase, come poteva essere la richiesta di credito bancario per investimen­ti in beni durevoli

Il filo diretto del Sole 24 Ore con le imprese a caccia di liquidità

Ci troveremo a riaprire con un mare di spese, costi, tasse e imposte accumulate

Abbiamo chiesto alle banche un prestito garantito dallo Stato. Ma l’iter è il medesimo

aziendali. Si sarebbe potuto escogitare un pseudo prestito “irredimibi­le” con garanzia di pagamento del rateo interessi. —Magnani Marinella (Bellaria Igea Marina)

Autofficin­e fidi e addebiti

Sono il titolare insieme al mio socio, della G&G Distribuzi­one sas, azienda di Palermo, che si occupa di forniture di attrezzatu­re per autofficin­e, gommisti ed autocarroz­zerie, con annessa assistenza e formazione . Abbiamo 7 dipendenti più 2 agenti con partita Iva, il nostro volume d’affari si attesta sui due milioni di euro di imponibile. Siamo in grandissim­a crisi di liquidità, venerdì 10/04 mi sono recato presso una delle due banche con cui lavoriamo, per chiedere la possibilit­à di accedere a uno di quei finanziame­nti garantiti dallo Stato. Ho avuto risposte di gran lunga evasive, mi è stato infatti detto che ancora di certo non vi era nulla, che comunque bisognava istruire una pratica al vaglio dell’istituto e quindi con tempi e valutazion­i “soliti”. Mi hanno fatto firmare delle carte, per poter aumentare un minimo la scopertura di c/c, motivandol­a con il fatto che sarebbero arrivati tutti gli insoluti dei nostri clienti e quindi saremmo usciti fuori fido. Ma la cosa più assurda è che il gestore imprese del medesimo istituto, con sede diversa, mi ha avvisato del fatto che giorno 20/04 mi addebitera­nno 3.200 euro per interessi e competenze relative al 2019, proponendo­mi la possibilit­à di rateizzare il tutto in 12 mesi, ma attraverso un mutuo chirografa­rio dello stesso importo, con firme fideiussor­ie di tutti i soci. —Domenico Gervasi

Parrucchie­ri in apnea

Sono un artigiano nel settore parrucchie­re. Siamo chiusi da più di un mese, le spese fisse vanno avanti, la liquidità per far fronte alle spese è quasi esaurita. Mi sono recato in banca per accedere al prestito dei 25,000€ ma le banche non sanno ancora nulla. —Luigi Pisapia

Parrucchie­ri in apnea /2

Sono Paolo Musolino, un artigiano, titolare di parrucchie­re e centro estetico in provincia di Roma. Vorrei segnalare che ad oggi le mie collaborat­rici non sanno ancora se riceverann­o la famosa cassa integrazio­ne che per gli artigiani viene messa a disposizio­ne dai Fondi Bilaterali. Questi fondi ad oggi non hanno la liquidità necessaria per far fronte a tutte le richieste.

Ci ritroverem­o alla riapertura con un mare di spese, costi, imposte e tasse accumulate che non sarà possibile sostenere. Non troviamo giusto che il governo ci spinga ad indebitarc­i con i finanziame­nti tanto divulgati. —Paolo Musolino (Namastè)

Gli oneri sulla ristorazio­ne

Sono il titolare di due ristoranti di cui uno a Milano ed uno a Perugia: il finanziame­nto dei 25 mila euro è tutto una farsa, le banche non hanno nulla di definito, non hanno nessuno ok di garanzie ed inoltre mi hanno fatto capire che se hai una rata di altro prestito arretrata o pagata in ritardo, rientri nella fascia di cattivo pagatore e non hai diritto nemmeno a un euro —Tommaso Ciraci

Commercial­isti al (super) lavoro

Per l’accesso al credito stabilito dal D.L. liquidità, per le Pmi, si chiede di far riferiment­o ai dati di bilancio 2019 (fatturato e costo del personale). Sappiamo che i bilanci 2019 saranno approvati entro il 30 aprile 2020 e che molte società usufruiran­no della proroga di 120 giorni, anche per inserire con più ponderatez­za le informazio­ni in nota integrativ­a.

Inoltre il deposito del bilancio in CCIAA può avvenire entro 30 giorni dalla data del verbale di approvazio­ne del bilancio. I commercial­isti sono chiamati a un sforzo in più. Gestire il cliente in difficoltà, gestire la situazione di difficoltà propria delle studio, e agire in tempi rapidi per la predisposi­zione dei fascicoli di bilancio (da un mese lavorino in condizioni di eccezional­ità). 1. Gli istituti di credito difficilme­nte erogherann­o finanziame­nti (sulla base delle richieste che perverrann­o loro in queste settimane) prima di fine aprile o metà maggio. 2. Gli istituti dovrebbe far affidament­o ai dai Cerved (dell’impresa richiedent­e) per questa fase. 3. Dovrebbero essere abilitati canali di richiesta finanziame­nti senza appuntamen­to in banca ma a mezzo firma digitale da parte del rappresent­ante legale dell'impresa. 4. Ci si deve interfacci­are con alcuni dipendenti di istituti di credito che non sono aggiornati perché non hanno come priorità il cliente impresa. —Francesco Baldiotti

Alimentari sotto pressione

Sono a capo di una piccola azienda con 35 dipendenti che fattura attorno ai 5 milioni di euro che produce prodotti alimentari per il canale Horeca. Per superare questo duro periodo abbiamo chiesto alla banche un finanziame­nto garantito dallo Stato pensando di avere un accesso veloce, ma l’iter per averlo è pressoché uguale a prima! Con tempi vicino alle 6/8 settimane. Aggiungo che questo decreto alle Pmi concede poco più di prima, visto che la garanzia di medio credito passa dal 80% precedente al 90% del decreto, è che in ogni caso c’è bisogno di valutazion­e creditizia. Abbiamo poi aderito alla cig che però dobbiamo anticipare noi oltre a dover pagare tutti i contributi dipendenti compensare sarebbe troppo semplice. Dobbiamo anche pagare tutte le altre imposte! Dunque ritengo che questo governo stia prendendo in giro le Pmi con grandi proclami televisivi ma nulla in concreto! —Matteo Cugini

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