Pomodori, extratassa del 20% per raggiungere il Nord Italia
Il Consorzio di Pachino: «Il Governo deve farsi carico del disagio dei trasportatori» I camion tornano vuoti facendo raddoppiare i costi del viaggio
I produttori del Pomodoro di Pachino Igp devono pagare il 20% in più di trasporto, se vogliono continuare a spedire alle regioni del Nord, cioè il loro principale mercato di sbocco. E non ci stanno. «La settimana scorsa il Comitato Agenzie di Logistica e Trasporto della Sicilia Sud Orientale ci ha comunicato un incremento del 20% sulle tariffe», racconta Salvatore Lentinello, presidente di un consorzio che rappresenta circa 150 produttori e 33 centri di confezionamento. A richiederlo è stata una delle quattro principali società di trasporti a cui il Pomodoro di Pachino abitualmente si rivolge. L’aumento dovrà essere applicato dal 7 aprile fino al 30 giugno 2020.
«Io ho il massimo rispetto dei trasportatori - dice Lentinello - tengo conto delle loro esigenze e comprendo le loro difficoltà. Quando i loro camion tornano dal Nord sono vuoti e mi rendo conto che hanno avuto un dimezzamento dei redditi. Ma il loro interlocutore non siamo noi produttori, è il Governo. Sono state fatte misure importanti per la maggior parte delle categorie produttive, la logistica è stata tagliata fuori. Noi vogliamo essere al fianco dei trasportatori per questa battaglia. Ma la battaglia non è verso di noi». Il Cda del consorzio si è riunito e ha addirittura dato ufficialmente la propria disponibilità «a rappresentare presso gli organismi competenti le difficoltà che sta attraversando il comparto della logistica e dei trasporti, affinché possa ottenere il sostegno dovuto attraverso interventi normativi specifici».
Per sè non chiedono niente i produttori. Ma sostenere loro gli extracosti della logistica no, non ci stanno: «In questo momento - dice il presidente del consorzio - con il prezzo a cui vendiamo i pomodori alla Gdo riusciamo ancora a garantire ai nostri produttori sia di rientrare dai costi che di ricevere una giusta retribuzione per il lavoro svolto. Ma di fronte a un ulteriore aggravio dei costi potrebbe non essere più così». Perché oltre ai trasporti, da quando l’emergenza coronavirus è cominciata, per i produttori sono aumentati tanti altri costi: «Per rispettare la nuova normativa vigente - racconta Lentinello - nei magazzini abbiamo dovuto aumentare il distanziamento tra i banchetti dove si confezionano le merci, e questo ha comportato l’allungamento dei tempi di lavorazione e dei conseguenti costi. I locali devono essere sanificati una volta alla settimana. Dobbiamo pagare i guanti e dovremmo pagare anche le mascherine, se non fosse che finora ce le ha regalate la Protezione civile. Quelle che abbiamo ordinato non sono ancora arrivate». La Protezione Civile, invece, le prende da un gruppetto di aziende di Pachino e di Porto Palo, che si sono riconvertite.
Inoltre, diverse aziende che operano attraverso i canali Horeca stanno subendo una drastica riduzione delle vendite: «Ristoranti e pizzerie sono chiuse - ricorda Lentinello - è vero che per noi rappresentano solo il 10% dei clienti, ma si tratta proprio di quella fascia di clienti che era in grado di assicurarci il prezzo più alto». E la Gdo? Per una volta, ci sono produttori che non hanno da ridire: «I prezzi di mercato di stamattina sono compatibili con quelli che ci offrivano l’anno scorso in questo periodo - dice il presidente del consorzio - e al momento sono prezzi che ci permettono di rientrare dei costi e guadagnare qualcosa per le nostre famiglie. Alla grande distribuzione non abbiamo chiesto un aumento dei listini perché in questo momento difficile non vogliamo incidere sulle tasche dei consumatori». Al contrario, qualche azienda italiana di pomodoro ci ha provato, in questi giorni, a fare dumping e a offrire alla Gdo la propria merce a un prezzo al di sotto dei costi di produzioni, «ma i nostri associati hanno deciso di non essere fra questi».
È un caso raro. Non chiedono aiuti per sé, i produttori del Pomodoro di Pachino. «Ci sono stati momenti - ricorda il presidente Lentinello - in cui siamo stati costretti a vendere i nostri prodotti senza che i produttori ne ricavassero alcun guadagno. Ora non è così. Ma se dovremo versare costi ulteriori ai trasportatori, allora sarà di nuovo così».