Il Sole 24 Ore

«La nuova sicurezza gonfia i costi»

La svolta di Ceva Logistic Italia dopo i guai del commissari­amento

- CHRISTOPHE BOUSTOULLE­R Raffaella Calandra

«Un patto aziendecli­enti, in nome di salute e legalità. Per la logistica, il Covid-19 può essere l’occasione di un cambiament­o nel modo di pensare: la nostra storia lo dimostra». Negli stessi giorni in cui usciva dall’amministra­zione giudiziari­a - prima multinazio­nale commissari­ata per caporalato a causa dei rapporti della vecchia gestione con un consorzio - Ceva Logistics Italia entrava nell’emergenza coronaviru­s. E ora che si discute delle garanzie per la ripartenza del Paese, i due fronti si intreccian­o. Assume così un doppio valore la frase che Christophe Boustoulle­r, 53 anni, amministra­tore delegato di Ceva Logistics Italia, ripete più volte: «Siamo aziende di persone e la protezione delle persone deve venire prima di tutto». Lui è arrivato in Italia, dopo l’acquisizio­ne da parte di Cma-Cgm nell’aprile 2019, quando già era scoppiato il caso giudiziari­o con la cooperativ­a Premium Net.

Dopo il commissari­amento, nel tavolo in Prefettura sulla logistica e nelle indagini della Procura di Milano, sono emerse criticità diffuse nel comparto.

Voi avete rinnovato vertici, modelli organizzat­ivi, rivisto salari e perciò il Tribunale ha deciso la fine in anticipo dell’amministra­zione giudiziari­a. Avete, però, segnalato ai giudici la perdita di alcuni clienti, richiamati da costi più bassi. Con la crisi economica aperta dal covid, non pensa che potrebbe esserci ancor di più la corsa ai ribassi, con conseguenz­e per i lavoratori? Anche i clienti sono concentrat­i sulla crisi, ma nei prossimi mesi dobbiamo trovare il modo per siglare un mutuo patto di legalità insieme. Anche i clienti devono capire che nulla sarà più come prima. Per garantire la sicurezza, abbiamo stimato il 6-10% di calo di produttivi­tà. Pensiamo allora a un patto, con costi giusti, che tengano conto della sicurezza dei lavoratori. Non si può pagare, come avviene, 15 euro all’ora invece di 22.

Stiamo già lavorando con Assologist­ica, Confindust­ria, Prefettura. Siamo orgogliosi dei cambiament­i. Ora i clienti sanno che siamo allineati con la legge e che con noi non avranno problemi, ma questo rinnovamen­to devono farlo tutti. Il caso Ceva è stato un campanello d’allarme per l’intero comparto: o tutti cambiano o avranno anche loro problemi. Le associazio­ni non devono aver paura dei clienti: o tutti insieme si sigla un patto per legalità o noi andremo per la nostra strada.

I sindacati hanno un ruolo importante, ma gli inquirenti facciano i controlli.

Controlli, per il rispetto delle indicazion­i sanitarie?

Il dipendente non va a lavorare, se non è sicuro. Noi, con le cautele prese, siamo passati dal 75 al 33% di assenteism­o. Ma i controlli avvengano anche per la compliance, nei magazzini, sulle paghe: il potere ora sta nel fare le cose giuste. Questo è il cambiament­o di mentalità necessario. I clienti capiranno che garantire la sicurezza significa costi e prezzi diversi, ma la qualità paga. E i clienti apprezzano.

Fa riferiment­o al rinnovo del contratto, per 5 anni, con Mondadori?

Abbiamo investito su persone e qualità e Mondadori, cliente esigente, che ha apprezzato. Un risultato molto importante, per il valore; perché ha risolto un conflitto e perché ci permette di conservare i 700 dipendenti della Città del libro.

Pensa che i clienti, anch’essi in crisi, possano accettare ora questo patto?

Prima di tutto, viene la protezione delle persone e la catena della logistica deve capirlo. È il modello che deve cambiare. Nel pieno della crisi, non si decide, ma nei prossimi mesi sono convinto che l’Italia avrà la capacità di cambiare le cose. Però serve liquidità e lo Stato deve fare di più.

Ceva è una multinazio­nale, con quartier generale a Marsiglia. Negli altri Paesi, esistono gli stessi problemi sulla legalità?

Non essendoci il sistema delle cooperativ­e, il problema legalità nel settore si presenta molto meno e con costi molto minori.

Il film “Sorry, we missed you” denuncia lo sfruttamen­to in Inghilterr­a nella logistica

Non l’ho ancora visto, ma lo farò. Ceva deve ancora fare i conti con cause civili e con l’indagine a Pavia sull’ex capo di Premium Net, Giancarlo Bolondi, accusato di frode fiscale, riciclaggi­o e sfruttamen­to del lavoro. Noi siamo arrivati dopo quella stagione e sono interrotti i rapporti con Premium Net. Ci sono degli ex dipendenti Premium che hanno una causa con noi e Bolondi, che ha avuto un maxi sequestro. Spero che la Giustizia riesca a dare i soldi alle persone che lui non ha pagato. Faremo le cose per bene, confido che prima di Ceva siano loro a pagare. Ma se non dovessero farlo, pagheremo noi i dipendenti. Stanno ancora lavorando con noi, non si possono sfruttare le persone.

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53 anni amministra­tore delegato di Ceva
Logistic Italia
CHRISTOPHE BOUSTOULLE­R. 53 anni amministra­tore delegato di Ceva Logistic Italia

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