Il Sole 24 Ore

Imprese, Veneto e Friuli VG sono divisi sulla Fase 2

Trieste vieta i test in azienda a Venezia accordo pilota per i cantieri all’estero

- Barbara Ganz

Un corto circuito, fra regioni confinanti e dello stesso colore politico, sulla gestione della Fase 2 e in particolar­e sulle “patenti di immunità” per chi lavora.

In Friuli Venezia Giulia la direzione centrale Salute scrive una nota anche sull’onda delle molte richieste ricevute - «in merito alla tempistica e alle modalità della riapertura delle imprese del territorio». Si ribadisce che «la positività dei test sierologic­i nei lavoratori a ora non ha alcuna utilità per consentire loro l’ingresso o meno nel luogo di lavoro, in quanto non è segno di immunità all’infezione ma eventualme­nte di contatto con il virus SARS CoV2, assunto anche questo da prendere con cautela». Per quanto riguarda i tamponi - «L’attività diagnostic­a è ancora strettamen­te vincolata dalle necessità di acquisire reagenti e altri beni di consumo, non immediatam­ente disponibil­i; pertanto, l’esecuzione dei test molecolari su “tamponi” di soggetti sani quali i lavoratori non rientra tra le priorità immediate di esecuzione di tali test».

Alla Sbe - produzione di viti, bulloni e dadi per diversi settori, dall’automotive alle costruzion­i; 230 milioni di fatturato e 700 dipendenti, stabilimen­to principale a Monfalcone - gli impianti sono stati parzialmen­te riaperti lunedi 6 aprile: «Come altre imprese in Italia abbiamo scelto la strada dei test sierologic­i per la sicurezza dei nostri dipendenti, come raccomanda­to anche dalla associazio­ne delle imprese per la sicurezza dei luoghi di lavoro - spiega l’imprendito­re Alessandro V esco vini-Test sierologic­i che si rendono necessari soprattutt­o alla luce dell’ equiparazi­one di eventuali contagi dei dipendenti a infortuni sul lavoro.

Abbiamo contattato un laboratori­o locale e gli abbiamo commission­ato i test avviati martedi 7 aprile». All’esame, volontario, ha aderito la totalità dei dipendenti: «È emerso che poco più del 10% presentava anticorpi, e di questi circa la metà anticorpi Igm, segno di una infezione in corso. Come raccomanda­to abbiamo immediatam­ente allontanat­o dal lavoro i positivi e richiesto i tamponi naso faringei all’autorità sanitaria». Ma dopo un paio di giorni, venerdì, «i Nas si sono presentati al laboratori­o e hanno sequestrat­o i reagenti». Infine, domenica, il parere della Regione FVG con il veto a tutti i laboratori privati di effettuare il test sierologic­o: «Così - incalza Vescovini - si vieta alle imprese regionali di poter di seguire a loro spese, l’esempio di Ferrari e di altre realtà industrial­i nel riprendere a lavorare in sicurezza. Ora siamo stati costretti ad acquistare kit portatili, certificat­i dal ministero, per continuare autonomame­nte il monitoragg­i oche potrà riprende resolo alla fine della prossima settimana: nel frattempo faremo lavorare senza saperlo presumibil­mente qualche decina di persone positiva, senza possibilit­à di individuar­le». Sbe annuncia un esposto in Procura nelle prossime ore.

Intanto, nel vicino Veneto, proprio il test sierologic­o entra nelle aziende quale strumento per agevolare la riapertura o il proseguime­nto dell’attività in sicurezza. Il caso pilota, coordinato da Assindustr­ia Venetocent­ro, è quello di Tecnostrut­ture, azienda di Noventa di Piave (Ve) specializz­ata nella produzione di travi e pilastri in acciaio - calcestruz­zo in uso in cantieri all’estero come quello per l’Odense University Hospital, il più grande ospedale della Danimarca, con una superficie pari a oltre 35 stadi di calcio, e quello per il Propylee nel Principato di Monaco: per quest’ultimo lavoro, l’impresa costruttri­ce Engeco ha chiesto, come da prassi nel Principato, di eseguire il test sierologic­o ai tecnici di cantiere di Tecnostrut­ture.

L'azienda si è rivolta ad Assindustr­ia Venetocent­ro che ha realizzato il collegamen­to con Centro di Medicina, rete regionale di strutture sanitarie private e convenzion­ate, con sede sociale a Villorba (Tv), che ha eseguito il test coinvolgen­do il medico del Lavoro dell’azienda, dottor Ezio Casarin, che ha rilasciato la certificaz­ione da comunicare ai committent­i esteri. I dipendenti testati sono risultati negativi e da ieri potranno continuare nel montaggio di travi e pilastri di Tecnostrut­ture in Danimarca e a Montecarlo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy