Vivendi, Phitrust torna all’attacco: no al buyback sul 30%
Nel mirino del fondo anche la governance: Bolloré ha solo il 27% del capitale
Phitrust torna alla carica sulla governance di Vivendi “formato Bolloré”, in vista dell’assemblea annuale che si terrà presso la sede di Parigi della società a porte chiuse, causa coronavirus. Il fondo attivista francese, in un comunicato, ha sottolineato che la governance di Vivendi non risponde più alla logica della separazione dei poteri, approvata dall'assemblea del 2005 con la costituzione del consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione. «È un’organizzazione che comporta potenziali conflitti d’interesse, contraria agli interessi degli azionisti, in quanto il gruppo Bolloré detiene solo il 27% del capitale», è la filippica del fondo parigino che già lo scorso anno aveva cercato il consenso per rimuovere Yannick Bolloré dal vertice di Vivendi, denunciandone il doppio ruolo alla presidenza del consiglio di sorveglianza e alla guida della controllata Havas. I numeri per silurare il figlio del “capo”, Vincent Bolloré, il fondo non li aveva trovati. E quest’anno, tra i punti all’ordine del giorno, c’è anche il rinnovo del mandato a Yannick come membro del supervisory board per il prossimo quadriennio.
Ma quest’anno Phitrust contesta in particolare la risoluzione 28 che prevede la delega al comitato di gestione di Vivendi per poter lanciare, entro i prossimi 12 mesi, un’offerta per riacquistare il 30% del capitale e cancellarlo. L’operazione, al prezzo massimo di 26 euro (rispetto ai 21 euro di ieri), costerebbe oltre 9 miliardi di euro. Se l’Amf (la Consob francese) concedesse il benestare al superamento “passivo” della soglia dell’Opa, questo permetterebbe al gruppo Bolloré di rafforzare la sua presa su Vivendi, diventandone azionista di controllo, «senza lanciare un’Opa, a danno degli azionisti di minoranza», sottolinea l’attivista francese.
E, ancora, la critica è rivolta anche al ruolo di regista dietro le quinte di Vincent Bollorè che, due anni fa, ha lasciato il posto di presidente del consiglio di sorveglianza al figlio Yannick (nel board è entrato anche un altro figlio, Cyrille), mantenendo però per sè la qualifica di “censore e consulente” del presidente del comitato di gestione, il ceo Arnaud de Puyfontaine.
La società tira dritto per la sua strada, ma ha fatto sapere che risponderà alle questioni sollevate da Phitrust lunedì prossimo, quando l’assemblea, contrariamente alla tradizione di riunire i soci nel teatro de l’Olympia, di proprietà del gruppo, si terrà per necessità a porte chiuse. I lavori saranno trasmessi in streaming, gli azionisti non potranno porre domande in diretta, ma potranno farlo per iscritto, ottendo le risposte appunto il giorno dell’assemblea.
A inizio mese il fondo Phitrust aveva preso anche l’iniziativa di scrivere a 28 società dell’indice Cac 40 che avevano deciso di pagare i dividendi - tra cui Vivendi (e EssilorLuxottica) - per sollecitare uno slittamento dell’assemblea e la costituzione di un fondo a supporto di tutti gli stakeholder, per iniziative a sostegno dell’economia e del rilancio dell’attività del gruppo. Vivendi ha segnalato, per la natura del suo business, di non aver risentito più di tanto finora della crisi da pandemia, pur ammettendo che il futuro è quantomai incerto.