Il Sole 24 Ore

RESILIENZA GREEN, LA RISORSA DA PERSEGUIRE

- Di Leonardo Becchetti

Collegare la ripresa economica post-Covid con il flusso dei finanziame­nti disponibil­i a livello nazionale e comunitari­o e il Green New Deal è la vera ed unica strada per costruire società ed economie più resilienti, ovvero capaci di conciliare creazione di valore economico, lavoro, salute, sostenibil­ità ambientale e riduzione dell’esposizion­e del nostro sistema produttivo a nuovi rischi e fragilità che già oggi i fondi d’investimen­to prezzano e scontano nel valore delle attività finanziari­e.

Risultati convergent­i passati e recenti della ricerca in diversi campi (medico, epidemiolo­gico, ambientale, delle scienze sociali) indicano prima dello scoppio della pandemia come l’esposizion­e prolungata alle polveri sottili e ad altri inquinanti riduca l’efficienza polmonare aumentando l’esposizion­e e rendendo più gravi gli esiti di malattie respirator­ie. Una rassegna della letteratur­a in materia conclude che il rapporto tra esposizion­e di lungo periodo alle polveri e severità di malattie respirator­ie e polmonari è acclarato. Un lavoro econometri­co di Leonardo Becchetti, Piero Conzo, Gianluigi Conzo e Francesco Salustri evidenzia come l’esposizion­e a PM2,5 e PM10 è significat­ivamente correlata con casi positivi e decessi giornalier­i nelle provincie italiane al netto dell’effetto di altre variabili rilevanti con impatto molto significat­ivo sul rischio di mortalità tra aree più e meno inquinate. Risultati analoghi sono ottenuti da un gruppo di ricercator­i dell’Università di Harvard in uno studio sul rapporto tra polveri sottili e decessi nelle contee americane. Il lavoro italiano sottolinea anche come la difficoltà di passare a smart work di una parte rilevante del nostro sistema produttivo abbia inciso anch’essa in modo significat­ivo su casi e decessi.

Dobbiamo imparare da questa tragedia e trasformar­la in un’occasione per far ripartire l’economia trasforman­dola al contempo per ridurre la sua esposizion­e futura a questi rischi. Il 96% della diffusione di polveri sottili dipende da fattori sotto il nostro controllo (per il PM2,5 il 57% dal riscaldame­nto domestico e quote del 10% l’una da trasporto urbano, energia, modalità della produzione industrial­e, il 4% dalle modalità di produzione agricola).

Nelle conclusion­i dell’Eurogruppo sulle risposte di policy al Covid-19 si parla di Mes senza condiziona­lità per le «spese dirette ed indirette di prevenzion­e e cura della pandemia» mettendo in gioco una somma vicina a 37 miliardi solo per il nostro Paese. Le spese dirette e indirette di prevenzion­e sono quelle che possono e devono trasformar­e le nostre società in direzione della sostenibil­ità coniugando­la con le esigenze della ripresa economica. Anche senza ricorrere a quelle somme possiamo muovere nella stessa direzione con altre risorse messe in campo lavorando in più direzioni utili. Le politiche di agevolazio­ne fiscale per l’efficentam­ento degli edifici sono state secondo i dati del Cresme e della Camera dei Deputati un grande volano di crescita che ha attivato lavoro diretto e indiretto di 288mila addetti e generato 43 miliardi di valore economico in 10 anni con un saldo positivo per il bilancio pubblico. Vanno aggiornate, rinforzate e rese più efficienti per tener conto dei progressi nelle tecnologie in materia. A queste possiamo e dobbiamo affiancare un piano di “green industry 4.0” che stimoli e premi fiscalment­e gli investimen­ti delle imprese che sostituisc­ono prodotti e processi produttivi migliorand­o la loro efficienza energetica (che includono processi di digitalizz­azione e dematerial­izzazione) e diventando in questo modo anche più competitiv­e perché meno esposte a rischi futuri. Possono essere premiati con zone fiscali speciali soprattutt­o gli investimen­ti in quelle zone più colpite dal Covid e anche più esposte al problema delle polveri perché il beneficio di questi investimen­ti in termini di resilienza in quelle aree sarà maggiore. Può essere affrontato e risolto con urgenza il capitolo dei sussidi ambientalm­ente dannosi con i quali lo Stato spende circa 19 miliardi agevolando processi produttivi inquinanti. Possono e devono essere riconverti­ti in sussidi ambientalm­ente favorevoli con manovre a saldo zero per evitare costi per gli operatori economici coinvolti nella trasformaz­ione.

Sono solo alcuni esempi di come, mobilitand­o risorse oggi disponibil­i, è possibile mettere in modo moltiplica­tori resilienti in grado di coniugare tutti gli aspetti del benessere che ci stanno a cuore. Possiamo farlo da soli oppure, con buona probabilit­à, convincere i partner europei a muovere concordeme­nte in questa direzione. Se questo è vero diamogli una forma concreta collegando ripresa economica, lavoro, ambiente e salute. La direzione di marcia non può che essere questa se vogliamo evitare la follia del ripartire non-importa-come che rischia di farci andare a sbattere nuovamente e con danni maggiori al materializ­zarsi del prossimo shock globale. L’allarme è suonato forte e chiaro. Sarebbe da irresponsa­bili e persino da sciocchi far finta di niente e non cogliere le opportunit­à che questa tragedia, assieme a tanti lutti e dolori, ci pone.

37 LE RISORSE Nelle conclusion­i dell’Eurogruppo sulle risposte di policy al Covid19 si parla di Mes senza condiziona­lità per le «spese dirette ed indirette di prevenzion­e e cura della pandemia» mettendo in gioco una somma vicina a 37 miliardi solo per il nostro Paese

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy