Obama con Biden: «È il leader per battere il virus»
Per le presidenziali di novembre avanza l’ipotesi del voto tramite posta
Joe Biden «ha le qualità di cui abbiamo bisogno in un presidente in questo momento», mentre il Paese «attraversa il periodo più buio», la pandemia da coronavirus. Biden ha anche «esperienza e carattere per sanare le ferite durante un lungo recupero».
Il voto di fiducia a Biden è di quelli che contano: arriva, in un video, da Barack Obama. Un appoggio previsto al suo ex vice-presidente, ora che Biden con il ritiro del rivale interno Bernie Sanders è rimasto il solo candidato alla nomination democratica alla Casa Bianca per sfidare Donald Trump a novembre. Ma ugualmente influente perchè Obama resta popolare, tra la base del partito e in importanti segmenti dell’elettorato. Una voce ritenuta essenziale, con la partecipazione messa in dubbio dalla pandemia e che potrebbe aprire le porte a nuove forme di voto postale e prolungato.
I sondaggi, stando a RealClearPolitics, danno adesso in media un vantaggio a Biden di quasi sei punti percentuali. Ma mancano mesi all’appuntamento e lasciano aperto l’interrogativo sull’esito di scontri in Stati decisivi, a cominciare dal Midwest, in un sistema che dipende non dal voto popolare nazionale ma dalla conquista, Stato per Stato, d’una maggioranza di grandi elettori. Un’analisi del New York Times ha calcolato che Biden vede evaporare 4-5 punti di consenso tra probabili elettori negli Stati incerti. A livello di fasce sociali lo scontro è altrettanto duro: Trump vanta il 61% contro il 32% tra i bianchi senza laurea; Biden il 55% contro il 40% tra i laureati ed è avanti tra i non bianchi, il cui impatto, come per i giovani, dipende però dalla partecipazione.
Obama ha messo in chiaro gli assi nella manica sui quali può far leva Biden, ancor più quando la leadership di Trump sulla crisi è sotto attacco. A cominciare dall’emergenza di salute pubblica: «Mi ha aiutato a gestire la H1N1 e a prevenire l’epidemia di Ebola».
Ricorda che Biden «ha aiutato a ristabilire credibilità e leadership americana nel mondo sulle minacce del nostro tempo, dalla proliferazione nucleare al cambiamento climatico». E che Biden ha partecipato «alla ricostruzione dell’America dalla Grande recessione», al «salvataggio di milioni di posti di lavoro». Oggi 17 milioni di americani hanno perso il lavoro in tre settimane a causa della paralisi dell’economia e i programmi di soccorso, prestiti a piccole aziende e assegni alle famiglie, sono partiti tra ostacoli e ritardi.
Lo spettro d’una battaglia senza esclusione di colpi è tuttavia salito di recente alla ribalta in Wisconsin, Stato determinante a novembre. Il governatore democratico Tony Evers aveva deciso il rinvio di primarie e voti abbinati, anzitutto per un giudice della Corte suprema locale, dando più tempo per schede via posta e citando i rischi per la salute di elettori costretti a recarsi fisicamente alle urne con la pandemia. I repubblicani, convinti di avere migliori chance di assicurarsi la poltrona di magistrato con un voto limitato e immediato, hanno presentato con successo ricorso legale. Alla fine il candidato progressista Jill Karofsky ha ugualmente vinto a sorpresa.
Ma è il dibattito sulle modalità di voto e partecipazione a essere significativo: oggi l’80% degli americani appoggerebbe opzioni di un voto protratto, che consenta di esprimersi prima della data fissate, e il 73% il voto via posta. Leader conservatori e lo stesso Trump sono contrari, convinti che una maggior partecipazione, garantita dal voto “remoto”, li vedrebbe svantaggiati. Il presidente denuncia che genererebbe vaste «truffe elettorali». Numerose inchieste hanno in realtà svelato che frodi sono rare. I repubblicani scontano inoltre una controversa storia di strategie di soppressione del voto di minoranze etniche e manipolazione delle circoscrizioni. Il voto “remoto” inoltre sta comunque avanzando. Cinque Stati già si esprimono solo per posta, altri tre danno l’opzione a singole contee e due terzi consentono di richiedere schede in anticipo. È da questi voti che potrebbe essere eletto il prossimo presidente nell’era della pandemia.