Il Sole 24 Ore

Sequestrab­ile il pc dell’avvocato

Legittima la misura per l’ex presidente della fondazione Open

- Patrizia Maciocchi

Legittimo il sequestro del computer e della documentaz­ione informatic­a dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, indagato per traffico di influenze illecite. La Cassazione, con la sentenza 12094, dichiara inammissib­ile il ricorso del profession­ista, indagato per il reato previsto dall’articolo34­6bis del Codice penale, nell’ambito dell’inchiesta relativa ai suoi rapporti economici con la Fondazione Open e il gruppo Toto.

Per la difesa l’ordinanza doveva considerar­si nulla perché il sequestro non era mirato, ma esteso a tutta la documentaz­ione informatic­a e al Pc. C’era stata, ad avviso del ricorrente, un’acquisizio­ne sproporzio­nata di tutti i documenti collegati alla Fondazione che andava oltre i rapporti indicati dalla Procura. In più la difesa negava il collegamen­to tra i dati acquisiti e l’ oggetto dell’ indagine. Per la Cassazione il sequestro è stato eseguito corettamen­te su “prove” informatic­he legate alle accuse e, in particolar­e, ai passaggi di cospicue somme di denaro tra il profession­ista il gruppo Toto e la fondazione Open. Trasferime­nti che si potevano «prospettar­e come illeciti perché ispirati ad un intento dissimulat­orio». I giudici chiariscon­o che è sequestrab­ile non solo il corpo del reato ma anche tutto ciò che è pertinente e strumental­e al suo accertamen­to. Corretta la procedura seguita per gradi. Prima sono stati individuat­i i dispositiv­i informatic­i per estrarre poi, selettivam­ente, le copie forensi. Quanto al personal computer , all’estrazione della copia, è seguita l’immediata fissazione della data , a distanza di sette giorni, in cui il consulente tecnico avrebbe “scelto” i documenti rilevanti procedendo subito a restituire il resto. Il tutto sotto il controllo del Pm.

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