Euro sotto pressione, vendite sui BTp
In due sedute la moneta unica ha perso l’1% nel cambio con il dollaro
Le previsioni shock della Commissione sul Pil 2020 assestano un duro colpo alle quotazioni dell’euro. La moneta unica, che già martedì era stata oggetto di ribassi dopo la controversa sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Quantitative easing, ieri si è riportata sotto la soglia di 1,08 dollari come non accadeva da fine aprile. Se il calo di ieri si somma ai ribassi di martedì la flessione supera il punto percentuale. Non proprio ordinaria amministrazione per il mercato valutario.
È stata una giornata negativa anche in Borsa. Dopo una prima parte della seduta con gli indici che fluttuavano intorno alla partità il mercato ha girato in rosso nel pomeriggio sulla scia delle rilevazioni Adp sul mercato del lavoro negli Usa che hanno certificato oltre 20 milioni di occupati in meno ad aprile. Il saldo a fine seduta per gli indici europei segnala flessioni di oltre un punto percentuale su tutti gli indici delle piazze continentali con Piazza Affari (-1,31%) a guidare i ribassi. È stata una giornata negativa anche per i titoli di Stato. I BTp, già fiaccati dall’incertezza alimentata dalla sentenza di martedì della Corte tedesca, sono stati oggetto di vendite: il rendimento del decennale ha chiuso gli scambi in netto rialzo all’1,99% con lo spread sul Bund tedesco a 249 punti. A pesare sono ovviamente le previsioni della Commissione sul Pil di quest’anno che, nel caso del nostro Paese, indicano un contrazione particolarmente pesante (-9,5%).
Gli investitori scontano un colossale aumento del deficit e del debito in Italia e negli altri Paesi dell’Eurozona potenzialmente in grado di mettere a rischio la tenuta dell’Eurozona così come avvenuto nel corso della crisi del 2011-2012. Rispetto ad allora - va detto - l’Eurozona può contare su diversi strumenti anti-crisi in più. Come ad esempio una politica monetaria resa estremamente più flessibile e accomodante. Ma l’indipendenza e la credibilità della Bce rischiano di essere pregiudicati dall’inedita sfida legale lanciata dalla Corte tedesca che forse non comporterà la fine del Qe ma rischia di mettere un’ipoteca pesante sugli acquisti straordinari di titoli varati dalla Bce per far fronte alla pandemia. Il piano Pepp infatti contiene forti deroghe al principio della proporzionalità degli acquisti e potrebbe per questo essere oggetto di ricorsi in Germania.
Economia italiana penalizzata anche dal basso livello di investimenti pubblici e privati