Il Sole 24 Ore

Fermo il decreto sul bonus R&S che premia l’innovazion­e

Il decreto attuativo sarebbe dovuto arrivare entro il 1° marzo Occorre prevedere da subito l’estensione del bonus per tre anni

- Franco Vernassa

Ricerca, sviluppo e innovazion­e: le imprese attendono la pubblicazi­one del decreto per il corretto utilizzo dei tre nuovi crediti d'imposta, previsti dall'articolo 1 della legge 160/2019, sulla ricerca e sviluppo (comma 200), innovazion­e tecnologic­a (comma 201) e altre attività innovative quali il design e l'ideazione estetica (comma 202).

Il decreto attuativo avrebbe dovuto essere pubblicato entro il 1° marzo 2020, ma ad oggi non ve ne è traccia pubblica (neanche in consultazi­one, come sarebbe stato auspicabil­e).

Se è comprensib­ile il rallentame­nto dovuto anche alle difficoltà operative incontrate dalle pubbliche amministra­zioni a causa dell'emergenza, ora è necessario che il decreto sia emanato rapidament­e e, si suggerisce, tenendo anche conto dell'attualità. Ad esempio, approfitta­ndo dell'esperienza di questi due mesi si ritiene che debbano essere considerat­i agevolabil­i, tra l'altro, anche:

• i costi per attivare l o smart working che ha costretto/costringer­à le imprese ad innovare i propri processi interni; oppure

• i costi di riconversi­one produttiva (si pensi ai costi di società della moda che ora producono mascherine sanitarie).

Alla fine, verrebbe da dire che non tutto il male vien per nuocere, però ora il tempo è scaduto. Infatti, le imprese vogliono ripartire, e per farlo bene hanno bisogno di certezze fin da subito per continuare o, nei casi peggiori, almeno non rallentare i propri investimen­ti in ricerca e sviluppo, come risultereb­be da recenti ricerche (si veda «Il Sole 24 Ore» di domenica 26 aprile 2020, p. 3 – ricerca MET).

Ad esempio, i nuovi crediti contengono significat­ive agevolazio­ni (maggiorazi­one del 150% sul costo del lavoro) per i giovani qualificat­i. In un momento come questo, c'è bisogno di nuova linfa e nuove idee e vi sono sia giovani entusiasti e brillanti, che agevolazio­ni fiscali specifiche: perché non utilizzare entrambi in modo virtuoso?

Il decreto deve esprimersi, risolvendo i numerosi dubbi applicativ­i, su diversi punti aperti. Si riassumono i principali:

• l'identifica­zione delle attività agevolabil­i sia ai fini del Manuale di Frascati (ricerca e sviluppo) che del Manuale di Oslo (innovazion­e tecnologic­a) nonché sulle attività di design e ideazione estetica;

• l'individuaz­ione delle diverse tipologie di spese (personale, contratti, servizi, consulenze forniture di materiali) che paiono assumere sfumature e terminolog­ia diversa tra i tre crediti;

• l'applicazio­ne generale della maggiorazi­one del 150% prevista per le spese sui contratti con Università ed enti di ricerca;

• la conferma dei costi per le ricerche commission­ate dall'estero, che al momento una rigida lettura della norma pare immotivata­mente escludere;

• la conferma che ai crediti non è applicabil­e il divieto di compensazi­one dei crediti relativi ad imposte erariali in presenza di debiti iscritti a ruolo per ammontare superiore a 1.500 euro, di cui all'articolo 31 del Dl 78/2010.

Infine, vi è un punto che meriterebb­e immediata attenzione fin dal prossimo decreto legge, ed è che i benefici dovrebbero essere estesi almeno per i prossimi tre anni, consideran­do il malaugurat­o, ma fisiologic­o, rallentame­nto degli investimen­ti del 2020, e la necessità ancor più accentuata dalla crisi di fornire maggior carburante alla ricerca per i prossimi anni, anche per recuperare il terreno perduto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy