Bonomi: «Basta interventi a pioggia, abolite l’Irap»
«Siamo disponibili a un impegno comune ma vanno sentite le imprese»
Una richiesta «semplice, facile da applicare, che elimina una tassa odiosa al mondo delle imprese e realizza una semplificazione, in quanto ci toglie una dichiarazione». Da Carlo Bonomi, presidente designato di Confindustria, arriva una proposta al governo, impegnato in questi giorni a preparare il decreto con interventi per l’economia: togliere l'Irap. « Sono molto deluso dai provvedimenti del governo. Basta con interventi a pioggia che non hanno effetto», ha detto ieri sera, intervistato nella trasmissione Piazza Pulita, su La 7, da Corrado Formigli. Deluso per i contenuti e per il metodo: «non ci pace essere convocati 24 ore prima e trovarci di fronte a decisioni prese. Allora agiscano e se ne prendano la responsabilità», ha continuato Bonomi.
I provvedimenti presi finora non stanno funzionando, ha sottolineato Bonomi nell’intervista: la cassa integrazione la stanno ancora anticipando gli imprenditori, i soldi per la liquidità non stanno arrivando. «Sentiamo parlare di nazionalizzazioni, cosa che ci lascia stupefatti. Non si capisce perché si siano appassionati al tema della capitalizzazione, che è stata suggerita da una grande impresa di consulenza straniera. Il governo dovrebbe ascoltare le aziende italiane. Noi siamo disponibili ad a d un impegno comune, siamo disponibili ad uno sforzo collaborativo molto alto, restando sui temi economici, ma occorre la lucidità di capire ciò che serve al sistema economico italiano con concretezza e serietà» ha continuato Bonomi, rispondendo alle domande del conduttore.
Per le aziende occorrono azioni immediate ed efficaci: via l'Irap, quindi. E poi occorre il pagamento dei debiti commerciali alle imprese da parte dello Stato, una richiesta che Bonomi sta lanciando da qualche settimana e su cui il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, si era dichiarato esplicitamente disponibile. «Invece stiamo ascoltando proposte come quella di ridurre l'orario e pagare lo stesso salario», ha detto bocciando l’idea del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Non solo: dei 55 miliardi del prossimo decreto «solo 10 andranno alle imprese, e non produrranno effetti concreti».
Piuttosto, bisogna parlare di investimenti, per far ripartire il paese. Ci sono 35 miliardi a disposizione, ha ripetuto più volte Bonomi, che potrebbero essere subito attivati: «in 18 mesi è stato realizzato il ponte Morandi a Genova. Se si è fatto lì, le opere pubbliche possono e devono essere realizzate in tempi rapidi anche nel resto del Paese » .