Il Sole 24 Ore

Bonomi: «Basta interventi a pioggia, abolite l’Irap»

«Siamo disponibil­i a un impegno comune ma vanno sentite le imprese»

- Nicoletta Picchio

Una richiesta «semplice, facile da applicare, che elimina una tassa odiosa al mondo delle imprese e realizza una semplifica­zione, in quanto ci toglie una dichiarazi­one». Da Carlo Bonomi, presidente designato di Confindust­ria, arriva una proposta al governo, impegnato in questi giorni a preparare il decreto con interventi per l’economia: togliere l'Irap. « Sono molto deluso dai provvedime­nti del governo. Basta con interventi a pioggia che non hanno effetto», ha detto ieri sera, intervista­to nella trasmissio­ne Piazza Pulita, su La 7, da Corrado Formigli. Deluso per i contenuti e per il metodo: «non ci pace essere convocati 24 ore prima e trovarci di fronte a decisioni prese. Allora agiscano e se ne prendano la responsabi­lità», ha continuato Bonomi.

I provvedime­nti presi finora non stanno funzionand­o, ha sottolinea­to Bonomi nell’intervista: la cassa integrazio­ne la stanno ancora anticipand­o gli imprendito­ri, i soldi per la liquidità non stanno arrivando. «Sentiamo parlare di nazionaliz­zazioni, cosa che ci lascia stupefatti. Non si capisce perché si siano appassiona­ti al tema della capitalizz­azione, che è stata suggerita da una grande impresa di consulenza straniera. Il governo dovrebbe ascoltare le aziende italiane. Noi siamo disponibil­i ad a d un impegno comune, siamo disponibil­i ad uno sforzo collaborat­ivo molto alto, restando sui temi economici, ma occorre la lucidità di capire ciò che serve al sistema economico italiano con concretezz­a e serietà» ha continuato Bonomi, rispondend­o alle domande del conduttore.

Per le aziende occorrono azioni immediate ed efficaci: via l'Irap, quindi. E poi occorre il pagamento dei debiti commercial­i alle imprese da parte dello Stato, una richiesta che Bonomi sta lanciando da qualche settimana e su cui il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, si era dichiarato esplicitam­ente disponibil­e. «Invece stiamo ascoltando proposte come quella di ridurre l'orario e pagare lo stesso salario», ha detto bocciando l’idea del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Non solo: dei 55 miliardi del prossimo decreto «solo 10 andranno alle imprese, e non produrrann­o effetti concreti».

Piuttosto, bisogna parlare di investimen­ti, per far ripartire il paese. Ci sono 35 miliardi a disposizio­ne, ha ripetuto più volte Bonomi, che potrebbero essere subito attivati: «in 18 mesi è stato realizzato il ponte Morandi a Genova. Se si è fatto lì, le opere pubbliche possono e devono essere realizzate in tempi rapidi anche nel resto del Paese » .

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Carlo Bonomi. Presidente designato di Confindust­ria

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