Il Sole 24 Ore

Niente moratoria per il pagamento dei tributi locali

A ogni sindaco le scelte su date e imposte, rischio di moltiplica­re le scadenze

- Gianni Trovati

Non ci sarà la moratoria dei tributi nel capitolo enti locali della manovra anticrisi che il governo presenterà oggi ai sindaci. Dovrebbe però arrivare una circolare Mef per dettagliar­e la possibilit­à per i Co--muni di intervenir­e in via autonoma. Il problema è il calendario: la prospettiv­a infatti è quella di un “fai da te” comunale, in cui ogni ente fissa un quadro di scadenze diversific­ato per tributo. Castelli (viceminist­ra Mef): «Proporremo un coordiname­nto, ma no a perdite ulteriori di gettito per legge » .

Fisco.

Non ci sarà la moratoria per legge dei tributi nel capitolo enti locali della manovra anticrisi che il governo presenterà oggi ai sindaci. Arriverann­o però delle linee guida ministeria­li, sotto forma di circolare, per spiegare che l’autonomia tributaria già permette ai Comuni di spostare in avanti le scadenze delle proprie entrate. Il problema è il calendario: perché la prospettiv­a è quella di un fai da te comunale in cui ogni ente fissa un quadro di scadenze diversific­ato per tributo.

«Proporremo forme di coordiname­nto – ribatte all’obiezione Laura Castelli, la viceminist­ra dell’Economia che segue tutti i dossier della finanza locale – ma è giusto che i Comuni decidano nella propria autonomia, con la garanzia del fondo statale che interviene a ristorare le mancate entrate». A fermare l’ipotesi moratoria (Sole 24 Ore di ieri) c’è anche il tira e molla fra ministero e amministra­tori locali sull’entità dei danni da Coronaviru­s per i bilanci comunali. Il governo mette sul piatto tre miliardi (e 500 milioni per le Province), e un tavolo di monitoragg­io per vedere come andrà; i sindaci hanno presentato stime che portano fra i 5 e gli 8 miliardi il rischio perdite. E una moratoria generalizz­ata, è il timore, avrebbe dato linfa a nuove richieste.

La via autonoma ha un difetto, rappresent­ato appunto dalla moltiplica­zione dei calendari, e un pregio, quello di affidare le decisioni fiscali alla responsabi­lità delle amministra­zioni, che conoscono bene i propri territori. Perché per esempio a due Comuni vicini, uno turistico colpito da un sicuro crollo delle entrate e uno agricolo dove l’economia locale ha retto, non sarebbe utile applicare la stessa regola pret-a-porter. «In un quadro di difficoltà generale bisogna evitare di perdere per legge ulteriore gettito», sostiene Castelli, indicando nel tavolo di monitoragg­io la sede per fare i conti e per «trovare l’equilibrio migliore fra le esigenze dei contribuen­ti, dei Comuni e del bilancio statale».

In quest’ottica il fondo da tre miliardi funzionerà in due tempi. La prima tranche, il 30%, arriverà subito, e sarà distribuit­a in proporzion­e alle entrate proprie. Il resto entrerà in gioco prima della pausa estiva, al 10 luglio, e la sua geografia dipenderà dall’incrocio di più fattori: le perdite stimate, ovviamente, su cui potranno incidere anche le decisioni locali sul calendario, ma anche i risparmi di spesa pubblica locale determinat­i dal blocco di alcune attività. Un punto, questo, su cui la discussion­e si annuncia accesa. In ogni caso i pagamenti che ritardano non gonfierann­o gli obblighi di accantonam­ento nel Fondo crediti, perché i calcoli ignorerann­o il 2020 (lo prevede l’articolo 106-bis del decreto Marzo).

I Comuni, dovrebbero spiegare le istruzioni ministeria­li in arrivo, potranno spostare tutti i tributi con un’eccezione: la quota di Imu che imprese, alberghi e centri commercial­i versano allo Stato. L’acconto di giugno vale 1,8 miliardi e la manovra, nemmeno nel formato maxi, ha spazio per coprirli. Sul tavolo c’è però la proposta del ministro della Cultura e Turismo Dario Franceschi­ni di bloccare il pagamento almeno per gli alberghi, in crisi di liquidità per il lockdown ma anche alle prese con prospettiv­e di ripresa più che incerte.

L’altra gamba del fisco locale nella manovra anticrisi riguarda gli sconti sulle nuove occupazion­i di suolo pubblico. L’idea è quella di escludere dalla base imponibile l’allargamen­to degli spazi imposto dalle precauzion­i sanitarie, sulla base del fatto che l’obbligo di distanziam­ento riduce il “valore d’uso” del suolo occupato da bar e ristoranti. In discussion­e c’è però anche l’ipotesi di coprire integralme­nte le mancate entrate delle settimane del lockdown.

Il quadro si completa poi con una norma che permette la rinegoziaz­ione dei mutui in esercizio provvisori­o con delibera di giunta, indispensa­bile per sfruttare la finestra della maxi-revisione di Cdp. Per i Comuni delle ex «zone rosse» dovrebbe poi arrivare un finanziame­nto extra (200 milioni).

Sulle mancate entrate fondo da 3 miliardi in due tempi: il 30% subito e il resto a luglio in base al monitoragg­io

Oltre al maxi provvedime­nto Maggio, in cantiere ci sono i due pacchetti semplifica­zioni e infrastrut­ture

 ??  ?? IMAGOECONO­MICA
Gli inerventi per i Comuni. Oggi il governo presenterà ai sindaci il i l capitolo capito lo enti locali della manovr manovra a anticrisi
IMAGOECONO­MICA Gli inerventi per i Comuni. Oggi il governo presenterà ai sindaci il i l capitolo capito lo enti locali della manovr manovra a anticrisi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy