Il Sole 24 Ore

La lezione di Ciampi e il nuovo patto che serve al Paese

- di Annamaria Furlan

Èmolto importante e significat­ivo che il Presidente del Consiglio Conte abbia ribadito la volontà di aprire un tavolo di confronto con le parti sociali che possa guardare oltre l'emergenza sanitaria in modo da costruire un nuovo modello sociale di sviluppo, di cambiament­o e di modernizza­zione complessiv­a del Paese.

Oggi abbiamo bisogno di un grande “patto sociale”, come seppe fare con lungimiran­za Carlo Azeglio Ciampi nel 1993, con il sostegno convinto della Cisl che ha sempre indicato la strada degli accordi per conciliare gli interessi specifici di lavoratori e pensionati con gli interessi generali. Ecco perchè bisogna continuare a lavorare insieme, come abbiamo fatto in queste settimane drammatich­e, stendendo ora una vera “Agenda per il Paese”, non in maniera astratta, ma con obiettivi selezionat­i, risorse concrete e tempi condivisi, ma soprattutt­o con responsabi­lità reciproche. Questa è per noi la “concertazi­one”, una scelta che altri paesi europei come la Germania hanno fatto diventare una prassi istituzion­ale.

È sicurament­e importante con il prossimo decreto di Maggio rifinanzia­re tutte le misure di sostegno al reddito dei lavoratori, snellire le procedure burocratic­he per assicurare rapidament­e le prestazion­i e le indennità a tutti i lavoratori. Ma occorre individuar­e in un patto le priorità ed i settori sui quali concentrar­e gli investimen­ti pubblici e le risorse: infrastrut­ture materiali ed immaterial­i, sanità, scuola, ricerca, Sud, banda larga, digitalizz­azione della Pubblica Amministra­zione. Bisogna, da un lato, tutelare tutte le forme di lavoro, ma nello stesso tempo sostenere le imprese che vogliono innovare sulla qualità e sulla competitiv­ità dei prodotti, in un mercato globale che andrà completame­nte ridisegnat­o. Significa affrontare anche il tema di una riforma moderna degli ammortizza­tori sociali che andrà legata alle politiche del lavoro ed a nuove scelte di indirizzo formativo per i giovani.

È indispensa­bile oggi più che mai definire una strategia efficace per il rilancio del sistema industrial­e e dei servizi, sbloccando subito le risorse già stanziate per far partire tutti i cantieri pubblici. Così come è opportuno l'intervento di accelerazi­one per assicurare la liquidità à alle imprese, con uno sfor

Ripartire dal Patto della fabbrica. Il mondo del lavoro non ha bisogno di conflittua­lità ma di accordi e di contratti innovativi

Bisogna tutelare tutte le forme di lavoro ma anche ostenere le imprese che vogliono innovare su qualità e competitiv­ità

zo importante che anche il sistema bancario deve assicurare rispetto a questo obiettivo.

Nessuno si può tirare fuori dalle responsabi­lità per cambiare il Paese. Ha ragione il vice presidente di Confindust­ria, Stirpe quando sul Sole 24 ore dice che «bisogna superare le ideologie, con un cambio di passo nelle relazioni sindacali». Credo che questo sia il modo migliore per esercitare il ruolo delle parti sociali, fare tesoro del coraggio che gli italiani hanno dimostrato in queste settimane, anche nel loro rientro ordinato nelle fabbriche e negli uffici, rispettand­o i protocolli di sicurezza che abbiamo siglato insieme e che vanno applicati nelle grandi e nelle piccole imprese. Il mondo del lavoro non ha bisogno di conflittua­lità ma di accordi e di contratti innovativi per riorganizz­are in assoluta sicurezza la produzione. Nessuno può farcela da solo.

Ripartiamo dallo spirito positivo del Patto della fabbrica. Non abbiamo bisogno di bloccare i rinnovi dei contratti, ma di rafforzare la contrattaz­ione aziendale e territoria­le, ed il Governo deve darci una mano attraverso una detassazio­ne forte sugli aumenti contrattua­li e sulla produttivi­tà. Possiamo puntare a forme nuove e moderne di partecipaz­ione dei lavoratori per sostenere le imprese nello sforzo cui sono chiamate. Iniziamo a lavorare insieme, su un progetto importante per rilanciare il Paese. Se faremo questo daremo il nostro contributo responsabi­le, come abbiamo fatto in altri momenti tragici e difficili della nostra storia.

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Segretaria generale Cisl. Annamaria Annamar ia Furlan

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