Il Sole 24 Ore

Doppio verdetto sul debito italiano

Mercati sempre in tensione: rendimento dell’1,93% per il decennale del Tesoro

- Maximilian Cellino

Mercati ancora in tensione alla vigilia del doppio verdetto sul debito italiano. A poco più di una settimana dal declassame­nto a sorpresa di Fitch e a due dalla conferma di S&P tocca a Moody’s e a Dbrs rivedere stasera la pagella sui BTp. Gli occhi sono puntati soprattutt­o sulla prima, il cui giudizio « Baa3 » rappresent­a l’ultimo gradino dell’investment grade, grade , ma è p più iù p probabile robabile che sia l’agenzia canadese a calare la scure, visto che il s suo u o « Bbb high» high » rimane al momento il più generoso.

Al termine di una seduta positiva per l’azionario (Milano ha chiuso a + 0,5%), il decennale del Tesoro si è attestato all’1,93% e lo spread sui Bund a 248 punti: livello a cui si è tornati dopo la pronuncia della Corte di Karlsruhe sui piani di riacquisto Bce. Il mercato ha del resto già da tempo preso una decisione, visto che i BTp trattano a rendimenti coerenti con un junk bond . Tanto per fare un paragone, pur avendo un rating mediamente simile, i titoli del Portogallo viaggiano su rendimenti (e ( e spread) più bassi di quasi 100 punti base rispetto ai nostri.

La decisione dell’Eurotower d di i accettare a g garanzia, aranzi a, i in n vi via a provvisori­a, anche i titol titoli i che per la crisi Covid-19 dovessero perdere lo status di investment grade (e quindi potenzialm­ente anche quelli italiani) ha in parte disinnesca­to la mina delle agenzie di rating. Gli eventuali contraccol­pi di una bocciatura potrebbero però farsi sentire sugli investitor­i, in particolar­e gli istituzion­ali e quanti sono costretti a seguire per le scelte benchmark che rispondono a criteri diversi da q quelli uell i Bce.

«Mentre sarà in gran parte irrilevant­e per l a Bce, un downgrade avrebbe importanza per gli investitor­i privati», confermano Luca Cazzulani e Chiara Cremonesi di Uni Uni- Credit Research, che si spingono a delineare l’identikit dei creditori più «pericolosi» per l’Italia. «Stimiamo - aggiung aggiungono ono gl gli i anal analisti isti - che a marzo i gestori di patrimoni stranieri e gli hedge fund, d di i so solito lito i più rapidi a vendere nei periodi di stress del mercato, detenesser­o circa 170 miliardi di euro di governativ­i italiani » . Il 27% dei BTp in mani straniere (esclusa ( esclusa la Bce) è quindi teoricamen­te in bilico, appeso ai giudizi di Dbrs e Moody’s.

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